Le parole del sindaco Decaro contro la commissione di accesso finalizzata a verificare un’ipotesi di scioglimento del Comune.
Per giorni abbiamo assistito a dibattiti inferociti in Parlamento, dove è lotta non solo tra Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle, e Giorgia Meloni, presidente del Consiglio dei ministri, ma anche tra maggioranza e opposizione.
Lotta che – partendo da un gruppo di parlamentari di centro destra – ha originato un ciclone politico che si è abbattuto sulla città di Bari. Un’indagine per voto di scambio che ha condotto anche all’arresto (tra gli altri) dell’avv. Giacomo Olivieri e della moglie.
Commosse le parole del sindaco Antonio Decaro, che ha difeso la città di Bari contro coloro che reputa speculatori elettorali. “Andiamo a riprenderci la città. Non riprenderete niente. Perché la città non è vostra, non è la mia, la città è dei baresi. E i baresi non perdonano chi li tradisce.”
Poi il gesto simbolico, in cui visibilmente alterato si rimette la fascia tricolore precedentemente tolta. “Sono un uomo delle istituzioni e mi rimetto la fascia. Io non ho paura della Commissione. Aspetterò e daremo tutto il supporto necessario” – ha aggiunto, in riferimento alle indagini per presunta infiltrazione mafiosa nel Comune.
Il ministro Piantedosi ha comunicato a Decaro la nomina di una commissione di accesso finalizzata a verificare un’ipotesi di scioglimento del Comune. Oltre a questo si aggiunge – a detta del sindaco – la noncuranza delle parole del Procuratore distrettuale antimafia, che in conferenza stampa ha detto: ”L’amministrazione comunale di Bari in questi anni ha saputo rispondere alla criminalità organizzata”.
Ha concluso Decaro: “Se al ministero non faranno leggere le carte, le farò leggere io a cittadini. Mi opporrò a questa aggressione come ho fatto con i mafiosi, fosse anche l’ultimo atto della mia esperienza politica.”