Come è oramai noto a tutti, la popolazione anziana “over 70” rappresenta uno dei target più vulnerabili all’infezione da coronavirus. Questo perché molte di queste persone hanno un sistema immunitario indebolito a causa delle lunghe terapie per superare malattie croniche di natura polmonare, cardiovascolare oppure oncologica.
Come se non bastasse, l’isolamento in casa e la solitudine potrebbero incombere su di essi, le misure messe in atto dal Governo per contenere la diffusione del virus, potrebbero portare a forme di fragilità sociale.

Quali sono i consigli del geriatra? Abbiamo sentito in merito, il Dr. Franco Mastroianni, Specialista in Gerontologia e Geriatria UOC di Medicina Interna EE Ospedale Regionale “F. Miulli” Acquaviva delle Fonti nonchè Presidente Regionale FADOI Puglia
COSA FARE PER PREVENIRE IL CONTAGIO DEGLI ANZIANI?
“Utilizzare le stesse precauzioni che si adottano per tutta la popolazione, in particolare evitare di uscire di casa e di avere contatti ravvicinati con parenti ed amici”
QUALI SONO LE MISURE DI PROTEZIONE PERSONALE?
“E’ indicato l’uso di mascherina, se non si può rispettare la distanza di sicurezza, ed il frequente ed attento lavaggio delle mani ogni qualvolta si esce di casa (ricordo di uscire solo per estrema necessità), aggiungo anche che il lavaggio dei capelli ed il cambio frequente di indumenti può aumentare il livello di protezione.”
QUALI SONO LE PATOLOGIE PIÙ A RISCHIO?
“Sono quelle croniche che affliggono molti nostri anziani e che spesso sono presenti insieme (cioè in comorbilità). Si tratta in primo luogo di patologie croniche dell’apparto respiratorio come la broncopneumopatia cronica ostruttiva, l’enfisema polmonare, le fibrosi polmonari per citarne alcune; poi ci sono le malattie cardiovascolari, le cardiopatia ischemica (cioè soggetti che hanno avuto infarto o angina), la cardiopatia ipertensiva e la fibrillazione atriale che possono manifestarsi, in fase di riacutizzazione con il cosiddetto scompenso cardiaco; esistono poi patologie infiammatorie croniche (ad esempio artrite reumatoide, sindromi infiammatorie intestinali) che, prevedendo l’uso prolungato di farmaci steroidei, possono abbassare le difese immunitarie ed esporre il soggetto anziano ad un alto rischio di contagio. Per completezza bisogna aggiungere anche il concetto di anziano fragile, fragilità intesa in senso allargato e non solo riferita alle malattie, ma per esempio legata all’autonomia funzionale, alle condizioni economiche ed alla possibilità di accedere ai servizi socio-sanitari; tali difficoltà rendono il soggetto anziano non solo più suscettibile di peggioramento delle patologie croniche preesistenti , ma lo espongono in misura maggiore anche al rischio di contrarre nuove malattie (come il Covid-19)”
COSA FARE IN CASO DI SOSPETTO CONTAGIO?
“In primo luogo rivolgersi sempre al medico di medicina generale che valuterà (in questi gg anche attraverso consulti telefonici) la condizione clinica e la eventuale necessità di provvedimenti terapeutici ed assistenziali. In ogni caso la comparsa di sintomi (temperatura corporea oltre i 37.5°C e di sintomi respiratori quali febbre ed affanno) dovrebbero indurre un potenziamento delle misure di controllo del contagio da parte di familiari a stretto contatto.”
QUALI CONSIGLI PER L’ALIMENTAZIONE IN CONSIDERAZIONE CHE IL MOVIMENTO È LIMITATO?
“Se si riduce l’attività fisica è opportuno ridurre anche il numero complessivo di calorie giornaliere; altre indicazioni sempre valide sono bere molta acqua e consumare almeno due porzioni di frutta al giorno, fermo restando le limitazioni per soggetti diabetici, nefropatici e cardiopatici che dovrebbero attenersi sempre a precise e specifiche indicazioni dietetiche valide per tutti periodi dell’anno. Aggiungo che in questo periodo si possono sperimentare forme di lieve esercizio domestico anche per i soggetti anziani (utilizzando magari tutorial che il web mette a disposizione); tali attività potrebbero poi far parte della nostra “nuova” vita futura come pratica sana di vita domestica anche, direi soprattutto, per i soggetti anziani.”
COSA FARE PER SOSTENERLI PSICOLOGICAMENTE?
“La solitudine è da sempre un elemento di prognosi negativa, diciamo noi medici, cioè peggiora quasi tutte le malattie croniche e incide profondamente sul tono dell’umore in senso depressivo. Tutti i familiari, nipoti in testa, dovrebbero, in questo particolare periodo, ricordare ai propri nonni che la riduzione drastica dei contatti serve per salvaguardare proprio le persone più anziane che sono a più rischio di complicazione in caso di malattia. Allo stesso tempo, con forza e decisone accresciute, bisogna far sentire loro la propria vicinanza per esempio sfruttando la tecnologia che il web ci mette a disposizione (ad. es. con le video chiamate). In questo modo ma anche con semplici telefonate si possono riunire virtualmente le famiglie e gli affetti facendo sentire i “nonni” partecipi, seppure lontani, della vita dei propri cari. Infine ricordo che cosi come si fanno fare i compiti a casa ai nostri figli, si può fare lo stesso per i nonni, ad esempio chiedere alla nonna di preparare cibi succulenti che poi i nipoti passeranno a prendere potrebbe essere un ottimo modo per farli sentire ancora utili ed amati. “
Gli Enti preposti devono attivare e potenziare i servizi di prossimità, incrementando la rete e la capacità operativa dei servizi domiciliari attraverso l’azione sinergica delle strutture pubbliche e private, presenti sui territori, dare quindi risposte urgenti alle persone in difficoltà.
Fabio Ligonzo
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