Il centro destra vince laddove a giugno era crollato; errori e non solo a giugno.
editoriale
Solo qualche mese fa il centro sinistra a Taranto ha raccolto un risultato straordinario rieleggendo il sindaco Melucci con oltre il 60%. Flop totale del centro destra presentatosi in coalizione “mista”. Un centro destra che ha visto la fine del ciclo Cito, la inconsistenza della Lega, che non ha neppure presentato il proprio simbolo, il sensibile ridimensionamento di Forza Italia, e con Fratelli d’Italia che non ha comunque ottenuto ciò che si attendeva da un partito in forte ascesa a livello nazionale.
A pochi mesi di distanza risultato ribaltato con il centro destra rinato, anche se dobbiamo fare riferimento non alla sola città ma all’intero collegio. Eletti Iaia, Maiorano, Nocco, De Palma tutti del centro destra. “Zeru tituli” direbbe Mourinho per il PD, mentre l’unico tarantino eletto, il senatore Turco è emigrato in quel di Basilicata.
Non è possibile fare confronti tra i due appuntamenti elettorali; diverse le dinamiche della propaganda, soprattutto se si pensa alle grandi differenze sostanziale delle rispettive leggi elettorali.
Nelle amministrative un esercito di candidati ( circa 1.000) mobilitato per la raccolta dei voti; tonnellate di santini, manifesti di ogni dimensione, incontri, cene e tutto ciò che può servire per racimolare un voto in più.
La legge elettorale per il Parlamento, il Rosatellum, fa si che non ci sia la stessa motivazione da parte dei candidati, soprattutto poi quando non rappresentano direttamente il territorio. Pochissimi manifesti, ancor meno santini, zero comizi in piazza, pochi incontri in teatri e residence. Un voto che, alla fine, va al simbolo.
E’ evidente che, soprattutto con l’attuale fluidità del voto, le amministrative mettono in primo piano la persona, il candidato, ciò che esprime, i suoi contatti, le sue capacità “persuasive”; quando si tratta di votare per il Parlamento prevale invece l’orientamento, la scelta di parte, oseremmo dire l’ideologia, anche se si tende a non riconoscerla più.
Semplificando possiamo spiegare quanto accaduto a giugno a Taranto ( e non solo a Taranto) con la somma di errori ( e ci fermiamo qui) commessi dal centro destra che hanno fatto si che vincesse una parte politica che, come direbbe Conte, non rappresenta la maggioranza dei tarantini. Ovviamente non tutti la penseranno così, ma è il bello della pluralità di opinioni che ancora possiamo permetterci di esprimere liberamente.
F.R.