Il partito della Meloni porta in Parlamento Dario Iaia; possibile anche la elezione di Maiorano.
Vince il gioco di squadra e una proposta precisa che è mancata invece nelle ultime amministrative
Il ruolo di Iaia e Perrini
E’ inutile dire che il dato sui votanti è certamente uno degli elementi su cui si rende necessaria una profonda riflessione. Soprattutto per come ha votato il Sud. Dieci punti percentuali in meno del 2018! E in Puglia ha votato poco più della metà degli elettori, ovvero il 56,5% (fonte Eligendo) contro il 69% della precedente tornata elettorale. A Taranto città il 55,03 contro il 64,21.
Certo la legge elettorale, l’assenza di una vera campagna elettorale, pochissimi comizi, neppure i classici manifesti e i “santini”, in presenza di un voto che non consente di scegliere chi eleggere ma di fatto solo la lista/coalizione, ha un suo peso. Ma non è solo questo. Non c’è più partecipazione; non ci sono più i partiti strutturati. Mancano anche le sedi fisiche. Tutto ormai si svolge online sui social.
Per il resto poche sorprese. I sondaggi questa volta sono andati vicini alla realtà con poche eccezioni. Come la Lega, ad esempio. Un calo verticale. A Taranto in particolare, dove di recente si è aperta una profonda crisi interna, con molti esponenti di spicco in uscita, ha registrato un vero e proprio flop come si evince dai dati tratti dal sito Eligendo.
Più difficile comprendere le ragione del successo del M5S; due probabilmente i fattori che hanno inciso: la popolarità del sen. Turco e, come in quasi tutto il Sud l’attrazione del RdC. Anche se va evidenziato l’impegno della collega giornalista Annagrazia Angolano. Azione è andata al di sotto del dato nazionale ma sarebbe stato difficile andare oltre mancando il radicamento sul territorio.
Il PD anche a Taranto, nonostante l’entusiasmo derivante dal successo delle amministrative di giugno, non ha brillato.
Non è possibile ovviamente paragonare queste elezioni con le amministrative ma qualche riflessione va fatta. Il 25 settembre il centro destra si è presentato con chiarezza, con una precisa identità, con un progetto. E ha superato il 40% dei consensi, quando a Taranto, con una colazione “laboratorio” a giugno non ha raggiunto il 15% (i tre partiti insieme).
E’ evidente che le dinamiche delle amministrative siano molto diverse; in gioco fattori diversi che spesso poco hanno a che fare con la identità politica. E’ fuori dubbio che se il centro destra avesse presentato una propria proposta e un proprio candidato probabilmente qualcosa sarebbe cambiato.
Chi ha assistito più da vicino alle trattative per la scelta del candidato sindaco racconta di una forte resistenza di Fratelli d’Italia rispetto a quanto poi alla fine si è definito. In particolare il consigliere regionale Renato Perrini avrebbe puntato i piedi per una candidatura del solo centro destra.
Il dato politico dice che Fratelli d’Italia a Taranto e in provincia è oggi l’elemento trainante del centro destra. Frutto di un lavoro di squadra che ha visto la segreteria provinciale condotta dall’oggi Onorevole Dario Iaia, fortemente supportata da Perrini, e dalle intere segreterie provinciale e locale. E’ un dato di fatto che con l’ingresso dei cosiddetti “Fittiani” il partito abbia acquistato forza in termini numerici ma anche di peso politico. Oltre 10.000 voti di preferenze conquistati da Perrini nelle recenti elezioni alla regione rappresentano un dato significativo che segnala oltre al riconoscimento del lavoro svolto nei precedenti anni in Regione, anche una strategia politica che punta su una oculata gestione dei rapporti interni al partito. Nonostante ci siano voci che vorrebbero Fratelli d’Italia diviso a Taranto i fatti dicono altro.
L’elezione di Iaia e probabilmente di Maiorano ( al momento non abbiamo dati certi e quindi ci fermiamo alle ipotesi) è frutto di una lavoro collettivo con una puntuale assegnazione di ruoli. Perrini, per il quale si era parlato di possibile candidatura alle politiche, ha più volte manifestato la volontà di continuare ad operare sul territorio mantenendo un più stretto rapporto con l’elettorato.
Il risultato ottenuto invita a credere che il centro destra possa avviare un nuovo percorso, superata una fase che a Taranto ha registrato risultati deludenti. Si tratterà di capire anche come si muoveranno coloro i quali hanno abbandonato la Lega, e se Forza Italia sarà in grado di rialzarsi. Con Iaia e (forse) Maiorano in Parlamento, Perrini in regione, e i diversi amministratori locali, ci sono le potenzialità per un rilancio di un’area politica che ormai è fuori dalle istituzioni locali tarantine da oltre 15 anni. E in democrazia l’assenza di alternative è sempre un pericolo.
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