Dichiarazione stampa del Consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio (PD).
“Sulla vicenda dell’ex Ilva di Taranto arrivano segnali poco incoraggianti. Picchi di concentrazione oraria di benzene sono stati rilevati nei giorni scorsi dalla centralina al rione Tamburi, denunciati da Peacelink e confermati da una relazione di Arpa Puglia, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Il 23 agosto in fabbrica si è sviluppato un incendio che secondo l’azienda sarebbe stato causato dalla non corretta applicazione degli standard operativi durante un intervento programmato sulla colata continua. Su Acciaierie d’Italia grava, inoltre, l’ordinanza del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci in cui si ipotizza anche lo stop degli impianti dell’area a caldo come extrema ratio per l’abbattimento dei livelli di benzene. Il prossimo 26 ottobre il provvedimento sarà discusso dinanzi al Tar (Tribunale amministrativo regionale) di Lecce.
Non bisogna dimenticare, infine, che Acciaierie d’Italia opera in regime di proroga della vecchia Aia per effetto del decreto del ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin che ha sanato le cinque prescrizioni su cui l’azienda era in ritardo di attuazione. Su questo aspetto, oltre alle critiche del mondo ambientalista, Peacelink, Genitori Tarantini, Legambiente, si sono levate le perplessità degli enti locali: Comune e Provincia di Taranto, Regione Puglia. A cui si aggiungono le osservazioni formulate dalla struttura tecnica di Arpa Puglia.
In questo contesto generale, la vicenda ex Ilva Taranto sembra giunta all’ennesimo bivio. Nei prossimi giorni sarà convocata la conferenza dei servizi che esaminerà la nuova richiesta di Aia (Autorizzazione integrata ambientale) presentata da Acciaierie d’Italia. La precedente Autorizzazione è scaduta il 23 agosto, la nuova resterà in vigore per i prossimi 12 anni, cioè fino al 2035 (salvo proroghe).
Le norme, le prescrizioni, gli interventi, le procedure che saranno inserite nella nuova Aia condizioneranno, nel bene o nel male, il futuro dello stabilimento siderurgico, il processo di risanamento ambientale, di decarbonizzazione delle linee di produzione. Tutto questo avrà ripercussione sulla sicurezza del lavoro in fabbrica, sulle emissioni, sui livelli occupazionali, sulle dismissioni, sulle bonifiche. Insomma si tratta di un’ipoteca pesantissima sul futuro di Taranto per i prossimi 15/20 anni.
Bisogna essere molto attenti, quindi, alle scelte che si andranno a compiere e chiedere che il processo decisionale sia il più possibile ampio, partecipativo, democratico e condiviso prevedendo anche forme di discussione che prescindano dalla procedura formale. Con decisione Taranto ha intrapreso un percorso di riconversione e rinascita, grazie al decisivo impulso dell’Amministrazione Melucci, sostenuto dal presidente Emiliano. Questo processo non può e non deve fermarsi, per questo la partita sulla nuova Aia è decisiva e Taranto vuole giocarla a pieno titolo in tutti i suoi aspetti”.