Oggi sono trascorsi 13 anni, da quando il 2 maggio 2011 gli americani schiaffeggiarono il terrorismo con l’uccisione di Osama Bin Laden
Rimase impresso a tutti il volto di George W.Bush, quando intento in una scuola americana ad incontrare una classe, ricevette in diretta la notizia dell’attentato alle torri gemelle, l’11 settembre 2001. Pietrificato per qualche secondo, gelò le televisioni di tutto il globo. Era la reazione americana dinanzi ad un atto talmente disumano e brutale. Mai, prima d’ora, il terrorismo islamico si era spinto a tal punto. E allora il continente doveva reagire, schiaffeggiare un modello opposto e liberticida, impregnato di tagliagole e integralismo islamico.
Così l’operazione “Lancia di Nettuno” arrivò a colpire e uccidere il leader dell’organizzazione terroristica di Al Qaeda, Osama bin Laden, il 2 maggio 2011. Gli americani non nascosero l’obiettivo omicida, tanto che quando i Seals ricevettero l’ordine della missione di ucciderlo, esultarono. La strategia era “capture or kill”. Avrebbero ottenuto la testa di bin Laden, da vivo o morto.
Stupore globale evidenziò la stampa quando tramite le indagini effettuate, la geolocalizzazione del nascondiglio di bin Laden era situata a circa cinquanta chilometri dalla capitale Islamabad. L’autorità pakistana fu pertanto interrogata circa l’eventuale complicità nel rifugio del terrorista. La porzione di globo atlantista e occidentale si schierò nettamente a favore dell’operazione, con una grossa antitesi da parte di Ismāʿīl Haniyeh, capo di Hamās nella Striscia di Gaza, che dichiarò: “Condanniamo l’assassinio di un combattente arabo e musulmano”.
La diatriba del “capture or kill” accompagnò i dibattiti di mezzo globo. Fonti infatti – contrastandosi tra loro – riportarono due tesi diverse. Chi sosteneva che se non avesse opposto resistenza sarebbe stato catturato vivo, e chi invece affermava la netta volontà omicidiaria di condurre un’azione così concreta come l’uccisione.
Sia questa una data non solo simbolo di un attacco così importante. Rappresenti un monito per le risposte che il continente intende affrontare dinanzi ad attacchi terroristici di questa portata. Se il terrorismo bussa alle porte occidentali, l’intera NATO risponde compatta.