Riflessioni dell’ Avv. Marina Venezia, Coordinatore Regionale della Rete Giustizia per i Diritti di “CITTADINANZATTIVA Puglia”
Eppure dobbiamo ringraziare il Virus… che ci consente di aprire un dibattito sul “Servizio Giustizia “ , un servizio Pubblico al pari degli altri dotato com’e’ di edifici, locali, attrezzature, personale e le cui strutture non sempre rispettano le regole e le norme a tutela della sicurezza, ancora con barriere architettoniche, con “locali” ( le aule) ove non sempre viene garantita la privacy e l’accoglienza degli utenti ( soprattutto per le questioni di volontaria giurisdizione) , con personale scarsamente formato in uffici ove, da un punto di vista digitale, scarse sono le dotazioni di cui si necessita per evadere le pratiche e per rispondere alla domanda di “giustizia” dei cittadini, ove stentano a decollare i famosi U.R.P. ( Uffici relazioni con il Pubblico) e con organici al di sotto delle esigenze. Responsabili locali del funzionamento di tale Servizio e dei suoi Uffici sono i Presidenti dei Tribunali i quali svolgono , oltre alle naturali funzioni giurisdizionali, , anche quelle di Responsabili del Servizio a partire dal garantire le norme sull’ edilizia giudiziaria fino alla organizzazione ordinaria degli uffici e locali ove somministra la Giustizia .
In questo periodo emergenziale, poi, il Governo ha affidato loro il compito di organizzare e gestire la celebrazione delle udienze che, come noto, prevedono presenza di persone ( giudici, avvocati, parti dei processi, testimoni, consulenti e personale giudiziario, utenti).
In poche parole ai Presidenti dei Tribunali è stato assegnato dal Governo il gravoso quanto difficile compito di gestire gli uffici e le aule del “Tribunale” ( e lo stesso dicasi per gli Uffici del Giudice di Pace, della Corte di Appello, del Tribunale di Sorveglianza, Tribunale per i Minori, Commissioni Tributarie, Tribunale Amministrativo ecc ec) operando un bilanciamento tra il diritto alla salute e alla sicurezza delle persone ( secondo le regole sanitarie dettate per il Covid 19 ) e il diritto alla loro domanda di giustizia.
In questi mesi, pertanto, sono stati adottati , dai vari Presidenti , Protocolli, Linee Guida, Regolamenti , Atti di intesa , alcuni in contraddittorio anche con le varie espressioni associative dell’Avvocatura e con i Consigli degli Ordini professionali, al fine di disciplinare il funzionamento del Servizio. Tali provvedimenti, tuttavia, proprio perché discrezionali e non omogenei sul territorio nazionale, hanno determinato un’ organizzazione dei servizi diversa nei vari distretti e tale da creare anche situazioni discriminanti per i cittadini in quanto non sempre si è tenuto conto delle reali situazioni emergenziali derivanti dai dati sanitari di incidenza del Covid 19 per riaprire le porte dei Tribunali e far celebrare le udienze con le modalità previste dal codice di procedura ( penale, civile, amministrativo ecc…) .
Mi preme rilevare , in questa breve analisi dedicata al solo funzionamento del Servizio Giustizia in tempo di Covid 19 , che tra gli “attori principali” di esso ve ne sono alcuni che sono stati fortemente penalizzati nel loro ruolo e danneggiati dalle “modalità” con le quali il Governo ( e lo stesso Legislatore) ha concepito il funzionamento di questo importante Servizio Pubblico tanto da mettere in serio rischio la stessa effettività della domanda di Giustizia . E’ noto che quando un Servizio Pubblico non funziona adeguatamente ( e mi riferisco ad esempio al Servizio Sanitario o alla Scuola) a patirne per primi gli effetti sono i consumatori-fruitori-utenti in termini di assenza di tutele, soppressione di diritti costituzionali tanto da essere costretti, di fatto, a dover rinunciare ad una cura, all’istruzione o a promuovere una causa anche per il ripristino della propria libertà laddove chi dovrebbe rappresentarli per ripristinare tali lesioni e cioè l’ Avvocato ( altro attore del Servizio Giustizia) è stato messo , oggi piu’ che mai, in “fuori gioco”.
Nell’odierno scenario assistiamo ad una “Amministrazione della Giustizia” regolata prevalentemente da atti amministrativi spesso in contrasto con il sistema delle norme che regolano il Processo e che sono poste a garanzia dei diritti dei cittadini laddove l’Avvocatura è stata “marginalizzata” dai processi decisionali e considerata quasi una presenza scomoda cui viene richiesto di “barattare” un diritto con il funzionamento di questo o quell’Ufficio in nome dei richiamati bilanciamenti , cui viene chiesto di adeguare e organizzare gli studi legali per la celebrazione del processo virtuale e “da remoto” ( dopo averne imposto la chiusura per il ricevimento dei Clienti) , cui viene chiesto un adeguamento delle “location” personali ( gli studi) con sistemi informatici efficienti e adeguati pena, in caso di malfunzionamento degli impianti o dei sistemi di sicurezza, la lesione del diritto del proprio assistito. Ricordo che la “Giustizia” deve essere, invece, amministrata in luoghi e edifici pubblici, la cui gestione e funzionamento ( e oggi sanificazione) è affidato ad altri soggetti ( Enti statali, regionali e comunali) . L’ Avvocatura ha ben altro ruolo e funzione da svolgere , e’ un “corpo intermedio” dello Stato che ha il dovere-diritto di rappresentare i cittadini nel loro anelito di Giustizia in quei luoghi fisici in cui essa si esercita e deve farlo nel migliore dei modi e non da “ospite sgradito” bensì da titolare di quegli spazi.
Da Marzo di quest’anno il ruolo degli Avvocati, per rimanere in questo ambito, è stato penalizzato al punto tale da rendere estremamente difficoltoso lo stesso loro ingresso nei Tribunali ( pur sempre nel rispetto delle regole sanitarie) e tale da rendere “conflittuale” il rapporto con il personale degli Uffici Giudiziari nonostante tutti gli encomiabili sforzi fatti delle rappresentanze dell’Avvocatura volti a ridisegnare con i Responsabili il funzionamento dei Servizi.
I Cittadini, tuttavia, non hanno avuto piena conoscenza ed informazione del pericoloso processo di “riforma” del “Servizio Giustizia” che oggi prevede lo svolgimento dei processi “in remoto” o in modo virtuale o in forma scritta ( seppure solo in particolari occasioni) e che non può diventare “la regola” soprattutto nella delicata materia della famiglia e dei minori, del diritto del lavoro e del diritto alla protezione internazionale. I cittadini ricevono informazioni solo dai loro Avvocati, che, in questo periodo emergenziale, stanno “rivoluzionando” il loro modo di essere avvocati, provvedendo , anche in estrema solitudine, a formarsi e strutturare la rappresentanza del cliente con le nuove modalità imposte dalle norme anti Covid 19.
Questo virus ha avuto un pregio: quello di portare alla ribalta la già drammatica situazione in cui versa il “Sistema Giustizia” evidenziando che, mentre in altri Settori si è ripartiti e si sta ripartendo seppure con cautela ed attenzione ( vedi i settori economici), la “Giustizia” è rimasta, invece, ancora al “palo” , mancando regole e termini ben definiti ( sia pure annunciati) con i quali garantire la ri-partenza nella fase 3 , sacrificando in tal modo i diritti e gli interessi di milioni di cittadini . Le risorse economiche messe a disposizione per il Servizio Giustizia ( già scarse ed insufficienti) sono scarse anche per la fase di ripresa delle attività e l’aspetto più inquietante è legato allo scarso interesse dei decisori politici sul tema anche nel fornire comunicazioni e informazioni al cittadino.
All’Avvocatura , dunque, il compito di far sentire la sua “voce”, non quale espressione corporativistica tout court , ma affinchè ribadisca a chi ci governa il sacro principio di diritto di essere una “forza rappresentativa” paritaria all’interno del Sistema Giustizia per esercitare quel ruolo di “garante” , oggi più che mai, nel percorso di normalizzazione dell’attività giurisdizionale essendo essa, al pari di tutti gli altri soggetti coinvolti, un organismo detentore del ruolo di “erogatore” del Servizio Giustizia.
L’Avvocatura, insieme alla Magistratura e al personale giudiziario, deve procedere in un comune cammino teso ad un miglioramento e ad un buon funzionamento del Sistema senza mai abdicare alla sua funzione , senza appiattimenti a logiche politiche e di gestione di un servizio che non siano rispettose delle norme che presidiano la tutela dei diritti .
Riaprire i Tribunali forse appare una priorità la vera priorità in una Italia che riapre stabilimenti balneari e stadi. E’ giunto il momento dei diritti difesi e non più quello dei diritti negati. Ce lo ricordano anche i Giudici di Strasburgo, che ritengono, e concordo con loro, nemmeno una pandemia consente di negare la Giustizia ed è compito di noi tutti, compresi i cittadini , di far rispettare quelle decisioni. Con forza e determinazione.
In questo suo ruolo l’Avvocatura avrà al suo fianco anche quelle Organizzazioni Civiche che hanno nella loro Mission la tutela dei beni comuni e che si muovono, in Italia e in Europa , per il miglioramento dei servizi pubblici.
Tanto per evitare forme di “povertà” e diseguaglianze e in un ’ottica di sussidiarietà orizzontale che affida alle espressioni della società civile il compito di rendersi parte attiva dei processi di miglioramento dei servizi pubblici , come è sancito dall’art. 118 della Costituzione .
Avv. Marina Venezia
Componente della Direzione Nazionale di “ Cittadinanzattiva Aps”
Coordinatore Regionale della Rete Giustizia per i Diritti di “CITTADINANZATTIVA Puglia”
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