Sabine, Jung & Freud un triangolo imperfetto
Quello stesso agosto, Carl e Sigmuns, si trovarono di nuovo insieme per recarsi negli Stati Uniti. Proprio in quei giorni si verificò uno dei due famosi episodi degli svenimenti di Freud (due volte) in presenza di Jung, che Freud spiegò come reazione ai desideri di morte che Jung provava per lui. Comunque sia, la sua fiducia per lui era stata ormai minata dalla vicenda con la Spielrein. Sulla nave per l’America, inoltre, Jung chiese a Freud di rivelargli un suo sogno, invitandolo anche a rivelargli informazioni sulla sua vita privata. Il maestro non lo fece, sostenendo che non poteva mettere a repentaglio la propria autorità. Era l’inizio della fine: Jung sostenne che in realtà l’aveva persa proprio in quel momento.
Tutto finito?
La relazione tra Jung e Sabina era finita così? La donna si laureò nel 1911 con una tesi intitolata “Il contenuto psicologico di un caso di schizofrenia (dementia praecox)”, che aveva redatto con l’aiuto del suo ex psichiatra. Dal diario di Sabina si evince che si recava nel suo studio privato tutti i venerdì, prendendo il traghetto. L’ipotesi è che dopo la crisi del 1909 i due avessero ristabilito una sorta di equilibrio, basato sulla collaborazione professionale. Forse entrambi avevano messo da parte i propri sentimenti, ma molto più probabilmente l’aveva fatto solo Jung, anche se solo in apparenza. Il legame che c’era tra i due, infatti, era inscindibile. L’attrazione reciproca che continuavano a provare, infatti, era tutt’altro che sopita.
Pulsione di morte
Da questo momento in poi Sabina Spielrein ebbe un ruolo molto attivo nello sviluppo della psicoanalisi. In quello stesso anno si recò a Vienna, dove Freud l’ammise a far parte della sua Società Psicoanalitica, agli incontri della quale partecipava con interventi mirati e brillanti, facendosi notare per la sua bravura, preparazione e intelligenza. C’è da dire che le sue idee erano non solo brillanti, ma anche molto originali. A quanto pare, lo conferma anche Carotenuto,
la Spielrein fu l’ispiratrice del concetto freudiano di pulsione di morte. Nel 1911 aveva infatti presentato al circolo viennese il nucleo di quello che poi l’anno successivo diventò un vero e proprio saggio, scritto pubblicato da Sabina nella rivista ufficiale della Società: lo Jarbruch. L’argomento centrale era la distruzione come causa della creazione. La scoperta dei suoi diari e del carteggio con i due studiosi, inoltre, hanno messo in luce il fatto che molti dei principali concetti
junghiani sono stati influenzati da questa straordinaria figura femminile. Il concetto di Anima, ad esempio, ma anche quello di Ombra sembra debbano la loro origine alle esperienze derivate dalla relazione che lo psichiatra svizzero ebbe con Sabina Spielrein. Lo stesso Carotenuto lo conferma nel testo Senso e contenuto della psicologia analitica (seconda edizione 1990): riferendosi alla vicenda della Spielrein parla di “scontro” di Jung con l’immagine dell’Anima,
che ha influenzato le sue teorie al riguardo.
Matrimonio e radici
Nel 1913, quando la rottura tra Freud e Jung era ormai conclamata, Sabina Spielrein, nonostante provasse ancora forti sentimenti per il suo ex mentore, si era sposata con un medico russo, Pavel Scheftel, ed era in attesa di un figlio. Freud si complimentò con lei, redarguendola allo stesso tempo riguardo a Jung:
8 maggio 1913 Cara dottoressa, mi dispiace sentire che Lei si consuma di nostalgia per J. proprio ora che i miei rapporti con lui sono particolarmente tesi e sono ormai quasi convinto che egli non meriti il grande interesse che avevo riposto in lui. Ho l'impressione che a breve egli distruggerà l'opera che abbiamo faticosamente costruito, senza riuscire lui stesso a fare qualcosa di meglio. Prescindendo del tutto dalle divergenze nell'ambito scientifico, il suo comportamento personale merita un giudizio severo. Ma probabilmente io lo accuso invano davanti a Lei. Mi permetta invece di sottolineare l'unica cosa che vedo con chiarezza e che mi giunge più gradita. Mi sembra di capire che Lei stia concentrando le Sue forze, e tutto a vantaggio del bambino. Questa è la strada giusta. Spero che questa collocazione della libido La renda più felice delle precedenti. Le sarà anche più facile di ora accontentarsi di un solo uomo. lo credo che Lei ami ancora tanto il Dr. J. perché non ha portato alla luce l'odio che gli si addice. All'inizio della nostra corrispondenza, quando dovetti prendere partito, sembrava che ciò potesse accadere. Mi rallegro almeno di non aver la minima responsabilità delle sue imprese, sia sul piano personale che sul piano scientifico. Mi informi della nascita del bambino, affinché io possa inviarLe i miei auguri più sinceri. Suo devotissimo Freud
Sabine intimamente avrebbe voluto forse riscattare la realtà della sua sofferenza in altro modo, un figlio da Jung, il “Sigfrido” portatore di libertà. Figlio che non fu mai concepito.
a breve la quinta parte
Dott. Egidio Francesco Cipriano
(Psicologo – Informatico)
Foto di Ylanite Koppens da Pixabay
Bibliografia
- CAROTENUTO A., Diario di una segreta simmetria, Sabina Spielrein tra Jung e Freud, Roma, Astrolabio, 1980.
- CAROTENUTO A., Senso e contenuto della psicologia analitica, seconda edizione, Torino, Bollati Boringhieri, 1990
- DIU N.L., Jung Love: Sabina Spielrein, a forgotten pioneer of psychoanalysis, The Telegraph, 28/08/2011
- KERR J., A Most Dangerous Method: The Story of Jung, Freud, and Sabina Spielrein, New York, Vintage Books, 1994
- FREUD S., JUNG C.G., Lettere tra Freud e Jung (1906-1913), Torino, Boringhieri, 1974