Usb: “Chiediamo tavolo in Confindustria”
Nota del coordinamento provinciale Usb Taranto
Il primo punto vendita Thun a chiudere è proprio quello tarantino, presso la galleria Ipercoop, con 6 dipendenti che l’azienda riferisce di non poter ricollocare nel vicino negozio, all’interno dell’ipermercato “Alle Porte dello Jonio”, perché già al completo.
Parliamo dunque di lavoratrici che, per quel che riguarda l’azienda, sono al momento senza alcuna prospettiva. A tirare giù la saracinesca in tutta Italia sono 22, per un totale di 77 dipendenti, di cui quattro in Puglia: oltre quello tarantino, due a Bari e uno a Brindisi.Il negozio di Taranto, dopo quello del centro la cui attività è stata già interrotta qualche mese fa, chiuderà al pubblico il 23 gennaio, per consentire le classiche operazioni di inventario fino al 31 gennaio. Dunque, presto le dipendenti saranno senza lavoro. Gli altri punti chiuderanno man mano da febbraio in poi.
E’ già partita dall’Unione Sindacale di Base la richiesta di un tavolo, rivolta a Confindustria, affinché si possa cercare insieme una soluzione alla vertenza, e quindi una via alternativa agli annunciati licenziamenti. Quel che vale la pena sottolineare, oltre chiaramente il dato relativo alla perdita di nuove unità lavorative in un contesto già di per sé drammatico, è anche il modus operandi alquanto subdolo, con cui questa vertenza si è aperta: sono stati del tutto ignorati i passaggi previsti dalla normativa vigente e nessuna comunicazione ufficiale è stata fatta al sindacato, che è venuto a conoscenza della situazione solo attraverso notizie riferite dalle stesse lavoratrici che nella mattinata di ieri, hanno ricevuto via mail la comunicazione della interruzione di lavoro.
Così una delle dipendenti storiche: “Ho lavorato quasi undici anni per questa azienda e non posso non dire che si è trattato di un’esperienza positiva e dal punto di vista professionale, e sul piano umano. Ovvio che, dopo aver dedicato un periodo così lungo al lavoro in un’azienda che ritenevo solida, non ho mai pensato di guardarmi attorno per cercare altro, né di fare concorsi o di seguire percorsi formativi. È una decisione che disorienta me e le mie colleghe: un vero choc, proprio per la condizione di serenità in cui abbiamo lavorato per molto tempo, che ci fa percepire questo momento come un fulmine a ciel sereno, del tutto inaspettato e direi imprevedibile”.