Sappiate che nella socialità, nei rapporti, nei dialoghi il narcisista non è una persona reale, ma un personaggio fittizio; raramente, forse solo per poco tempo e se messi alle corde i narcisisti contattano il loro vero ego, ma in genere il nocciolo narcisistico è estremamente resiliente e ricostruisce al volo il personaggio o i personaggi da recitare. Non è facile vivere da narcisista lo è ancor meno vivere con un narcisista o meglio per il narcisista.
Dal punto di vista organico c’è chi ha azzardato delle ipotesi per cui si è essenzialmente in presenza di una scarsa memoria emotiva. Le parti del cervello responsabili della memoria emotiva sono in genere danneggiate. Un danno che può essere dimostrato molto facilmente in una scansione del cervello tramite una Tomografia Assiale Computerizzata (TAC).
Si potrebbero osservare delle anomalie nei lobi mesotemporali. È lì che si crede venga immagazzinata la memoria emotiva e le persone che soffrono di disturbi della personalità del cluster B non possono farlo. Hanno difficoltà nella loro capacità di ricordare cosa hanno avvertito nelle esperienze precedenti e cosa ha provato l’altro da se. Per questo hanno difficoltà ad imparare dai propri errori, ed è anche per questo che ogni volta che si innamorano pensano di aver trovato “colui” che le salverà. Semplicemente non riescono a ricordare di essere stati così innamorati prima nella loro vita, quindi tendono ad agire in base a quella sensazione e il loro schema di relazione disadattivo continua per sempre.
Potrebbero facilmente dirvi o scrivervi in modo insistente e completamente saturante della vostra attenzione, cose del tipo:
“Siamo sempre stati destinati, perché io ho pregato notti intere, per anni, di poter avere questo regalo, lo chiedevo alle stelle, guardandole dal balcone della mia stanza. Poche persone hanno questa fortuna nella vita e se capita, capita una sola volta“
A volte credendoci o più spesso simulando il sentire in una sorta di gioco dove amano sentire di poter manipolare l’altro da se, rendendolo “creta tra le mani“; possono averlo già detto a tantissime persone prima di voi, in maniera spesso ideata ma non provata, per poi come se nulla fosse passare a insultarvi e diffamarvi in modo sistematico, fino a tentare di rovinarvi la vita, in modo particolare se sfuggite agli inganni tessuti alle vostre spalle.
Probabilmente la scarsa reale emotività della persona narcisista, può essere una risultante della supremazia dell’attivazione della corteccia (ragionamento e calcolo) e del telaio neurale (sopravvivenza e territorialità) ai danni di un sistema limbico (affettività, accudimento) che in qualche maniera arretra o si esprime in modo esagerato nei primi contatti di una relazione narcisistica.
Il vantaggio che offre loro questa debolezza nella memoria emotiva è che possono “superare” il dolore emotivo in modo rapido e semplice, sicuramente molto più velocemente e facilmente di quanto possa fare una persona neurotipica, alcuni conservano a livello cognitivo un desiderio di vendetta e dominanza. Come tutti noi, proiettano, ma in modo pericoloso e patologico. Presumono che le loro vittime possano “superare” il dolore emotivo con la stessa rapidità e facilità con cui lo fanno loro. Quindi… si comportano come se niente fosse. Presumono che voi l’abbiate semplicemente “superato”, qualunque cosa fosse, proprio come hanno fatto loro. Non riescono a cogliere l’idea che il danno emotivo possa avere effetti duraturi o permanenti su una persona neurotipica. Presumono che, come loro, voi possiate superare qualsiasi cosa. A loro non è successo niente, e questo perché fanno fatica a ricordare come ci si sentiva e difficilmente avvertono come si sentiva l’altro. Loro in definitiva dicono di non aver bisogno di nessuno e di non dipendere da nessuno, specie delle persone con cui a volte vivono ingannandole quotidianamente, spesso con la collaborazione di altre persone legate da relazioni affettive perverse e distorte, che ritengono essenzialmente un investimento pratico per la sopravvivenza quotidiana.
Se si tenta di obiettare alle loro convinzione che il oro operato sia veramente dannoso e doloroso, sentirete il tipico: “Perché non puoi semplicemente dimenticartene?” e “Perché parli sempre del passato?” e ”Sei troppo sensibile, noioso”, avrete degli attacchi verbali, e non solo, privi di empatia e spesso pieni di rabbia. Rammentatevi che avete semplicemente a che fare con una persona la cui memoria emotiva è gravemente compromessa come spesso anche secondariamente il sistema endocrino (tiroide) e sensoriale (possono non sentire o non vedere in modo parziale). A volte presentano anche dipendenza sessuale spacciata come controllo della mente altrui tramite il sesso.
Sono persone che hanno bisogno di aiuto, tantissimo, ma nel frattempo continuano a danneggiarsi e a danneggiare gli altri; come dice una cara amica “le prigioni sono piene di persone sofferenti e malate e andrebbero curate, ma nel frattempo vanno fermate perché non continuino a danneggiare gli altri”; in genere non riconoscono il loro disturbo e quindi raramente chiedono aiuto, anche perché alle persone loro vicine, specie se sono nella modalità covert, riescono a raccontargli storie completamente diverse se non opposte alla modalità di vita che conducono, ponendosi nel ruolo di vittima. D’altronde sarebbe anche difficile chiedere aiuto alle persone vicine che si fanno vivere in un inganno continuo perché l’unico modo per uscire dalla trappola tesa a se stessi è dichiarare quella tesa all’altro, che spesso è in relazione d’Amore con una persona che non esiste ma solo offerta nella quotidianità come una maschera attesa e desiderata.
Una volta compresa la natura, le persone narcisiste nelle loro diverse varianti, covert, overt, maligne o meno, diventano prevedibili e scontate, anche noiose, purtroppo simili uno all’altro, secondo algoritmi standard, nulla di speciale o grandioso come invece si convincono d’essere, solo anime in pena di cui avere compassione e possibilmente prendersene cura in maniera professionale e clinica affidandole a professionisti del settore della salute mentale.
Per le cosiddette “vittime” codipendenti affettive la guarigione è molto più facile e accessibile, anche velocemente, ve l’assicuro da professionista e molto più semplicemente da essere umano.
Dott. Egidio Francesco Cipriano con la consulenza di Grazia Mazza
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