Con il 61% dei voti torna a Palazzo di Città per il suo secondo mandato.
Flop dei partiti del centro destra; scompare AT6. Ma anche qualche pezzo da 90 locale si è visto poco.
Battista e Abbate entrano in consiglio comunale.
La vittoria di Rinaldo Melucci negli ultimi giorni di campagna elettorale era nell’aria. Non nelle proporzioni con cui si è concretizzata.
Il 61% dei voti rappresenta un dato che non consente alcun tipo di dubbio sulla volontà degli elettori.
Il PD ha trainato la coalizione ma anche le liste civiche hanno ottenuto un buon riscontro. Meno il Movimento 5 Stelle in linea con il trend nazionale.
Crollato il centro destra tarantino. A parte Fratelli d’Italia che, in ogni caso, non ha raggiunto quegli obiettivi che il trend nazionale avrebbe fatto ipotizzare, tutti gli altri partiti, per la prima volta insieme, hanno fallito. AT6 è di fatto scomparsa dallo scenario politico locale.
Tornando a Fratelli d’Italia il caso del mancato comizio della Meloni, presente a Manduria, ha prodotto molti malumori e perplessità.
Nel caso della Grande Alleanza per Taranto a trainare la lista civica Patto Popolare guidata dal consigliere regionale Massimiliano Stellato che ha ottenuto un significativo successo personale.
La sensazione è che Musillo sia stato lasciato solo; molti di coloro i quali ne avevano in qualche misura sostenuto candidatura e progetto sono scomparsi. E, forse è probabile , che, ancora una volta, qualcuno non abbia sostenuto con la necessaria convinzione il progetto.
Entrano in consiglio comunale per il rotto della cuffia i due restanti candidati sindaco Massimo Battista e Luigi Abbate.
Un ultima nota riguarda l’astensionismo. Solo il 52% degli aventi diritto si è recato alle urne. Ma ormai non è più una notizia e soprattutto non riguarda solo Taranto. La fuga dal voto è ormai un fenomeno consolidato.