Anche per le prossime amministrative a Taranto i soli noti; conta il “consenso” e non le competenze
Eppure ci sono nomi per il nuovo sindaco che… e noi li facciamo: Nume, Albanese, D’Errico, Pagano…, ad esempio.
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Insomma “il potere logora chi non ce l’ha“, come affermava uno dei più longevi politici della Prima Repubblica sopravvissuto ad ogni tempesta
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Berlusconi e D’Alema, per fare due nomi di cui sicuramente nulla vi sia da aggiungere, formalmente schierati su fronti opposti. In questi giorni occupano le prime pagine dei giornali. Insistono, nonostante l’età, nonostante gli anni lunghissimi di presenza sulla scena politica, nonostante tante vicissitudini, e la loro indiscussa capacità divisiva. E di Mastella vogliamo parlarne? O di Prodi piuttosto che di Casini o Amato? Si parla anche di ipotesi Bindi come prima Presidente della Repubblica donna. L’elenco potrebbe continuare a lungo.
Si dice però che la colpa sarebbe di chi si sottrae all’impegno; di quella società civile, quella intellighenzia che non vuole sporcarsi le mani. Ma è proprio così? Sono loro che si sottraggono oppure tutti gli spazi sono occupati dai politici di professione? È nato prima l’uovo o la gallina?
Guardando in casa nostra, Taranto, dove da tempo è ormai avviata la campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale, i nomi che circolano appartengono alla preistoria. Sorvoliamo sulle identità variabili, “liquide” per dirle alla Bauman. Lasciamo perdere anche la evidente dipendenza, al limite della sudditanza, da Bari. Fermiamoci ai nomi. In tutti i fronti compaiono uomini e donne che militano da decenni in varie formazioni politiche, all’interno delle quali in molti si sono avvicendati.
Sono insieme Citiani, Dibelliani e Stefaniani! Ma soprattutto sono sempre loro! Quelli che portano voti. Quelli del “consenso”. Poco importa come il “consenso” sia ottenuto. Poca importa la competenza! In ogni parte sia chiaro, destra, centro e sinistra. Con tutte le diverse proporzioni ovviamente. E con tutte le necessarie eccezioni.
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Taranto si gioca tutto nei prossimi anni e avrebbe bisogno di un reale rinnovamento. Ci vorrebbe una normativa che limiti il numero di consigliature, come per il sindaco anche per chiunque eserciti attività politica nelle istituzioni. Insomma quel limite dei due mandati che il M5S avrebbe voluto istituzionalizzare ma che, come la stragrande maggioranza degli impegni assunti, non è stata onorato.
Intanto si candideranno ancora matusalemme della politica, e se non ci sarà davvero una chiara svolta ci ritroveremo un consiglio comunale non all’altezza della sfida che ci attende.
E ciò, sicuramente, allontanerà ancora di più la Gente dal voto. Un grave errore purtroppo!
La scomparsa dei partiti, l’assenza di reale confronto, l’estrema individualizzazione, giochi di potere e interessi economici, che spesso, va detto con onestà, anche noi operatori dell’informazione non riusciamo a fronteggiare come dovremmo, sono alla base di un generale decadimento della politica.
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Eppure i nomi ci sono. Mettiamo da parte quelli che appaiono oggi essere i principali competitor secondo ciò che appare configurarsi. Ci sono professionisti di alto livello che potrebbero guidare la città nei prossimi anni. Tanti. Se si facessero delle vere primarie, istituzionalizzate, all’americana per intenderci, certamente verrebbero fuori.
Per essere politicamente scorretti ne facciamo qualcuno, certi comunque che ve ne siano tanti altri. Il Presidente dell’ordine dei Medici, il dott. Cosimo Nume, per esempio. Il suo nome è già circolato in altre occasioni. L’avvocato Egidio Albanese, che sembra essere sempre in pole position ma poi finisce in ultima fila. L’avvocato Francesco D’Errico, noto professionista, componente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Taranto, e, ancora, il prof. Riccardo Pagano, direttore del Dipartimento Jonico In Sistemi Giuridici Ed Economici Del Mediterraneo. E, ripetiamo, tanti altri nomi potrebbero farsi. Capacità, competenze, giusto equilibrio, queste le caratteristiche che dovrebbero contraddistinguere chi dovrà guidare la città nei prossimi anni.
Non è un endorsement il nostro, né volontà di bruciare nomi. Solo una riflessione rivolta a chi ha timori nel proporsi. Lo facciano, testino la volontà popolare. Poi andrà come andrà…ma nessuno dovrà rimproverarsi di non averci provato.
p.s. ovviamente sappiamo che non avremo il “consenso” di molti, e tanti “esclusi” ci terranno il muso. Il nostro è solo un invito alla riflessione. Le decisioni spettano ad altri. Noi vorremmo che fossero i cittadini e non i “club” ristretti a decidere.
Francesco Ruggieri
Direttore Editoriale olteilfatto.it
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