Editoriali infuocati, da destra a sinistra e sui più conosciuti quotidiani della nazione, commentano a caldo il terremoto con epicentro Bari, che scuote non solo l’amministrazione comunale, ma anche la Regione per intero.
Se miri di fianco all’obiettivo principale puoi sperare di colpire più di qualcuno, ma senza dimenticare chi è al centro della questione. E qui, di figure di spicco ne abbiamo due: il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano e il Sindaco di Bari Antonio Decaro.
Le ipotesi sono due: colpire direttamente Decaro a fini elettorali o colpire Emiliano partendo da un suo braccio destro.
Scontato che il centrodestra abbia agito con intenti politici, benché partisse da un’indagine già in atto, ovvero quella che ha condotto all’arresto per voto di scambio dell’avv. Giacomo Olivieri e della moglie. Marco Travaglio, in una copia del giornale “Il Fatto Quotidiano” intitola la questione “La Bari dei Bari”. Giudizi giornalistici che, soprattutto da una certa ala politica, inscenano un processo mediatico prima ancora della conclusione delle indagini.
Ricordiamo che ad essere indagati sono 130 soggetti, un numero congruo. Alla presenza del sistema che emerge dalle indagini, il terremoto scuoterebbe l’intera amministrazione.
Rimane ancora un punto interrogativo. Come può un sindaco rivestito da 10 anni di scorta pianificare un autogol potente? Non sarà che invece – come spesso accade – si sia trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato?
Può entrare in scena un’ulteriore ipotesi, ben visibile dalla trasparenza delle sue parole: non ha commesso voto di scambio né si è macchiato di reati, ma trema all’idea di una squadra che possa avere le mani sporche di affari illeciti.
“Toglietemi la scorta a questo punto, a che mi serve. Se ritenete che io sia colluso toglietemi la scorta. Mi succederà qualcosa ma pazienza” – invoca Decaro. Questo è l’autogol per eccellenza: accusare di mafia un sindaco che la respinge. E che non ha paura di “Parisi, Capriati, Strisciuglio, Diomede…” – figuriamoci di un gruppo di parlamentari.
Del resto la politica la sa lunga in materia giudiziaria, considerato che gli esponenti politici si colpiscono a vicenda a colpi di misure cautelari, avvisi di garanzia e manette. Una prassi che nel libro “Il Sistema” di Luca Palamara e Alessandro Sallusti è stata narrata in maniera lucida e chiara.