Inauguriamo con questo primo articolo, una raccolta di storie (Sdreuse), nate nell’alveo dello storytelling familiare, che in un momento di coatta continua abitazione, secondaria alla quarantena nazionale per il COVID-19, valorizzano le competenze relazionali, affettive e transgenerazionali insite in ogni famiglia. Sono storie co-costruite all’interno del cerchio magico che racconta di bocca in bocca, anche metaforicamente, i vissuti di ora e di sempre, riscoprendo vicende che appartengono in definitiva a tutti noi e che ci guariscono dentro.
Aldo, la pulce della Luna
Aldo era sempre stato un bambino irrequieto, ma da un po’ rimaneva silenzioso, sembrava guardasse oltre la finestra che lo divideva dal chiostro abbandonato del vecchio monastero dove affacciava la sua casa. Da qualche tempo in realtà si sentiva ossessionato da una voglia, un pensiero che lo portava sulla Luna. Aldo era convinto che sulla Luna vivessero degli uomini che erano riusciti a realizzare uno dei suoi più profondi desideri, quello di volare. Si volare, ma mica con le ali, quello lo facevano gli uccelli o gli sgraziati aeroplani che ogni pomeriggio alle 16 disturbavano il sonno della sua mamma, Tina, che aveva solo quel momento per riposare e che puntualmente lo perdeva. Lui voleva arrivare volando sulla Luna come solo un uomo poteva fare, nulla di più e nulla di meno, voleva arrivarci correndo e con un grande balzo che lo avrebbe sollevato dalla campagna intorno alla sua casa portandolo dolcemente ad atterrare nel mare della tranquillità, dove avrebbe abbracciato chi prima di lui abitava quelle dune argentate. Così i suoi sette anni divennero dodici, Aldo correva ogni giorno, correva andando a scuola, correva tra i banchi, correva tornando a casa, e balzava e saltava, da fare invidia ai canguri. I suoi insegnanti erano disperati, e ogni giorno provavano in tutti i modi a convincerlo che la luna era irraggiungibile con un balzo, avrebbe fatto meglio a fermarsi e desistere; sarebbe poi cessato tutto quell’insopportabile rumore di passi che disturbava l’intero istituto; ma lui correva e saltava, così che i bulli della scuola lo chiamavano “Aldo la pulce della luna”, ma lui non se ne curava, non lo avrebbero mai raggiunto per picchiarlo, tanto nessuno correva come lui. Purtroppo Aldo non raggiunse mai la Luna, a ventun’anni si rassegnò, ma divenne il più veloce corridore del suo paese e della sua nazione, tanto che si ritrovò a vincere tutti quei premi che lo portarono ad essere il più bravo saltatore del pianeta.
La luna non pianse mai per lui.
A mio padre che pur cadendo non ha mai smesso nel suo animo di saltare verso la Luna.
Questo breve racconto, come molti a venire sono illustrati dall’amico Luca Battista che ho incontrato per mezzo di un altro caro amico: Fabio; ai tempi ero l’amministratore di un azienda che si occupava di sviluppo web e psico tecnologie, la Synapsi; ci siamo poi frequentati, inventandoci e collaborando in una serie di esperimenti formativi. Luca è paziente, metodico, eclettico, nelle regole e fuori dalle stesse, dotato di una speciale capacità di ragionamento laterale. Architetto, designer, animatore, fumettista, ma più di ogni altra cosa, quello che lui non dice, Luca è un artista; lo è perché percepisce e coglie le profondità dell’animo delle persone, si china agli occhi che lo guardano affinché lui possa guardarli.
Dr. Egidio Francesco Cipriano
Psicologo
Foto Egidio Francesco Cipriano (c)
Illustrazioni Luca Pellegrino Battista (c)
diritti riservati
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.