Più rischi che opportunità. Penalizzati utenti e imprese edili. Molte a rischio default.
Il Governo non rinnoverà il superbonus 110%. Quello che è stato presentato come il provvedimento “panacea” per risolvere i problemi dell’efficientamento energetico e il volano per il rilancio del settore edile, alla fine, per come è stato strutturato, ha finito con il penalizzare pesantemente sia gli utenti che le imprese.
Vediamo innanzitutto di capire di che si tratta con l’aiuto di un esperto del settore, l’Ingegner Vito Mitrotti:
LA GENESI DEL PROVVEDIMENTO:
La premessa essenziale per comprendere la genesi del super bonus 110 è che l’Italia ogni anno paga multe salatissime alla Comunità Europea riguardanti l’infrazione dei protocolli relativi alle emissioni di C02; ebbene ai più attenti, l’opportunità di efficientare il proprio immobile (villa o appartamento) è sembrato come cogliere due piccioni con una fava,
Premesse ottime, case efficientate, risparmio in bolletta, riduzione di emissioni e quindi riduzione delle multe UE ed in più tutto gratis, insomma una vera manna dal cielo!
Approfondiamo il tema per scoprire cosa si cela effettivamente dietro la facciata comunicativa, vediamo un po’ di “carte” come si usa dire.
Innanzitutto il requisito per conquistare questo benedetto superbonus è il famoso salto di 2 classi energetiche, nello specifico si parla di realizzare due A.P.E. (Attestato di Prestazione Energetica) un’anta ed una post, e questa doppia attestazione viene chiamata APE convenzionale.
Per cui se parliamo di immobili (ville o condomini) datati (con più di 10/15 anni di età) attesteremo quasi sicuramente una APE di partenza davvero bassa ed il famoso salto di due classi sarà facilmente realizzabile.
Per farlo sarà necessario dotare l’unità immobiliare di isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali o inclinate che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25%, che poi detto brutalmente sarebbe il “cappotto termico” sulle facciate e sui terrazzi; e poi c’è la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti e i lavori di manutenzione straordinaria, restauro o ristrutturazione edilizia.
Poi abbiamo i lavori di manutenzione ordinaria riguardanti le parti comuni di un immobile ossia i condomini per fare un classico esempio, inoltre, abbiamo i lavori di restauro (o recupero) della facciata degli edifici esistenti.
E con quelli appena detti abbiamo chiuso sinteticamente i lavori TRAINANTI che sono obbligatori sia per il salto delle famose due classi che per giungere ai lavori TRAINATI.
Bene sui lavori TRAINATI si apre un mondo: vi elencherò i più “gettonati” :
- Sostituzione di serramenti ed infissi.
- Installazione di caldaie a condensazione di classe A
- Installazione di impianti fotovoltaici, inclusi gli accumulatori
- Installazione di colonnine di ricarica per i veicoli elettrici
- Abbattimento di barriere architettoniche (realizzazione rampe sostituzione ascensori e montacarichi).
LA PARTE BUROCRATICA:
Ora restando sempre sulle famose “carte” da produrre si è creato un piccolo problemuccio per così dire, ad un bel momento si è pensato di inventare la “C.I.L.A.S” che viene volgarmente chiamata Super CILA in realtà è una Comunicazione di inizio lavori asseverata per il superbonus quest’invenzione si è resa necessaria per permettere alle imprese di operare subito senza che i committenti attestassero lo stato legittimo di cui all’ articolo 9-bis, comma 1-bis, del DPR n. 380/2001 (Testo Unico Edilizia).
In sostanza si parte coi lavori che promettono di fare il salto minimo di 2 classi senza tener conto di eventuali stati illegittimi in sostanza si può partire senza aver “condonato” la famosa veranda o la diversa distribuzione interna dell’immobile o addirittura anche in caso di ampliamenti o difformità di sagoma in genere.
LA SPADA DI DAMOCLE DI CONTROLLI A DISTANZA DI ANNI
Bene direte voi, e insomma rispondo io, resta in testa ai committenti una spada di Damocle perché l’Agenzia delle Entrate ha otto anni di tempo per verificare i documenti esibiti per usufruire dei bonus fiscali.
Eventuali omissioni, errori e documentazione non idonea possono far saltare il diritto al beneficio, con la conseguente restituzione dell’importo ricevuto, maggiorato di sanzioni e interessi fino al 200%. della detrazione usufruita.
E VENIAMO AL BLOCCO DEL SUPERBONUS
E questo è un altro sintetico quadro relativo alle conformità urbanistiche e le conseguenze fiscali, ma arrivando ai giorni nostri? Com’è la situazione? Perché si parla di blocco del superbonus?
Bisogna dire che dal famoso annuncio in tv dell’ex premier Giuseppe Conte (disse ristrutturerete le vs case gratis) ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti, si è prodotto un dedalo infinito di decreti, modifiche alle scadenze risposte dell’agenzia delle entrate congruità dei prezzi insomma ripeto un vero dedalo a volte senza uscita ma sempre in virtù della necessità di essere brutalmente sintetico la storia è questa.
LE BANCHE HANNO ESAURITO LA CAPIENZA FISCALE
Le banche hanno esaurito la capienza fiscale, non riescono a cedere i loro pacchetti. Le imprese hanno accumulato credito ed hanno paradossalmente terminato la loro liquidità e l’Agenzia delle entrate non ha aggiornato le funzionalità della Piattaforma di cessione per crediti per comunicare queste operazioni.
Con il provvedimento del 10 giugno scorso, infatti, ha annunciato ufficialmente che questa nuova funzione sarebbe stata attiva solo a partire dal 15 luglio. Di qui il blocco di fatto per tutti gli istituti che hanno raggiunto la capienza fiscale per poter compensare le imposte con i crediti acquistati dai propri clienti, al momento nell’impossibilità di cederli ad altri.
Capisco, sembra una lingua straniera, invece è normale “burocratese”.
Al fine di non lasciare sospesi voi lettori sento l’esigenza di fornirvi alcuni consigli per tutelarvi, mi permetto inoltre, di rivolgerli anche alle imprese e ai tecnici, insomma alla fine siamo tutti sulla stessa barca, il committente vuole usufruire del superbonus le imprese ed i tecnici vogliono lavorare per cui la strada da percorrere è la stessa.
Tutti questi correttivi fatti in corso d’opera hanno ristretto la platea degli “aventi diritto” a seguito dei soliti furbetti che hanno truffato lo stato (dato aggiornato al 20 giugno appena passato) per 5 miliardi di euro (per tutti i bonus non solo 110%) e si parla di truffe accertate! Si spazia tra lavori mai realizzati a cifre sovradimensionate a ditte intestate a percettori di reddito di cittadinanza, insomma un quadro davvero desolante anche se non proprio inaspettato.
Fin qui in sintesi SU come nasce il superbonus e soprattutto come termina! Nel mezzo una marea di problemi che rischiano di penalizzare pesantemente sia gli utenti sia le imprese edili.
DRAGHI CONTRARIO AL SUPERBONUS
I fondi stanziati sono, in pratica, già esauriti: per questa misura, introdotta nel 2020 dal secondo governo Conte, si stima che le coperture fino al 2036 ammontino a 33,3 miliardi, a fronte di rimborsi che al 31 maggio scorso ne valevano 33,7.
LA QUESTIONE CESSIONE DEI CREDITI
Se Draghi ha bloccato ogni proroga, si apre invece uno spiraglio su un ampliamento del meccanismo della cessione dei crediti a imprese finora escluse. Per avere subito in tasca i soldi, di solito, il proprietario di casa dà il diritto al rimborso all’impresa edile che – a sua volta – lo gira alla banca. L’ipotesi è che questo trasferimento possa andare a un più ampio numero di aziende, in modo da sbloccare la situazione di stallo che sta mettendo in difficoltà i cantieri.
PROBLEMI DI LIQUIDITA’ PER LE IMPRESE
Le banche hanno iniziato a non accettare più i crediti del Superbonus per i limiti di legge esistenti. La Confederazione dell’artigianato parla di oltre 30mila imprese che, di conseguenza, non riescono ad avere la liquidità che si aspettavano. Il rischio è che ci sia una catena di fallimenti, con lo spettro che, se la ditta non ha completato i lavori, le spese di ristrutturazione ricadano direttamente sul proprietario di casa.
Preso atto che il superbonus è chiuso come capitolo è ora però assolutamente necessario che si assumano tutti i provvedimenti necessari a garantire da un alto la copertura dei lavori avviati, dall’altro evitare il default di tante aziende del settore strangolate dalla mancanza di liquidità.
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