Per non farci mancare nulla. Ormai la questione migranti è trattata come una questione da ultras. Ma è molto più grave di quanto appaia.
A poco più di un mese di distanza dallo sbarco a Torre Columena, sono sbarcati sull’isola di San Pietro 83 migranti pakistani di cui 12 minori non accompagnati. I migranti sono stati trasferiti all’hotspot di Taranto e sono state avviate le procedure di identificazione. Il Comune di Taranto ha attivato nella notte la macchina organizzativa già collaudata in passato e gestita dal comandante Matichecchia. Su volontà del sindaco Melucci e su richiesta del Prefetto di Taranto, sono stati garantiti assistenza sanitaria e fornitura di generi di prima necessità e vestiario. (nota ufficiale dell’amministrazione comunale di Taranto)
Taranto non si fa mancare nulla. Mentre è in atto una vera e propria guerra di nervi tra il Governo (tutto il governo!), e alcune ONG, si attivano altre rotte. Probabile che una di queste possa interessare con più frequenza Taranto, dotata oltretutto di un hotspot. Hotspot offf limitis per la stampa, come del resto tutte le strutture di accoglienza. All’Hotspot, da tempo non più interessato ad accogliere sbarchi, pare (il condizionale è d’obbligo) vengano periodicamente inviati migranti bloccati a Ventimiglia per essere identificati. Ci rendiamo conto che ormai la questione, soprattutto alla luce delle ultime vicende, sia diventato un argomento trattato con lo stesso spirito della tifoseria ultras. #iostoconcarola si contrappone a #iostoconsalvini. Noi proviamo a stare con il buon senso senso. Il fenomeno migratorio dei nostri tempi, che non può essere assolutamente paragonato ai migranti italiani che andavano in America piuttosto che in Germania, Svizzera, o semplicemente a Torino, è un fenomeno solo all’inizio. Si prevede nei prossimi 10 anni un incremento della popolazione di oltre un miliardo di individui e tutti localizzati nel Sud del mondo. Impensabile fronteggiare tale fenomeno con la chiusura dei porti o la realizzazione di muri. Contestualmente è un dato di fatto che non sia possibile una sorta di “travaso continentale”. Se non si comprende questa realtà e non si comincia ad affrontare seriamente la questione non se ne esce. Occorre intervenire sulle cause che producono guerre e povertà; la parte ricca del mondo deve smetterla innanzitutto di sfruttare il Sud del Mondo (tutto il SUD!). Nel frattempo se non si può continuare a ergere muri di ogni tipo, occorre anche fare i conti con le risorse disponibili. Pensare, ad esempio, che una città come Taranto, possa offrire un futuro a questa gente è come minimo utopistico. Gli italiani, e i tarantini ancor più, non sono affatto razzisti come purtroppo oggi si è portati a definire chiunque esprima qualche perplessità sull’accoglienza; ma non si può negare la difficoltà a comprendere una serie di situazioni che oggettivamente sono problematiche. Non parliamo dell’agire delinquenziale di talune organizzazioni che del fenomeno migrazione hanno fatto il proprio core-business, ma una riflessione su quale sia il destino di chi mette piede sul terreno italico va fatta. Sul lavoro nero, sullo sfruttamento, sulla mancanza assoluta di prospettive. E, come si diceva, siamo solo all’inizio; oggi possiamo parlare di poche centinaia di migliaia di migranti presenti nel nostro Paese. Ma cosa accadrà nel futuro? E’ evidente che la questione sia da affrontare a livello planetario o, almeno, in Europa.
foto riferita al recente sbarco a Torre Columena