Attivata una task-force di psicologi psicoterapeuti presso i presidi ospedalieri della provincia di Taranto
Sono dodici gli psicologi psicoterapeuti che, da qualche settimana, hanno preso servizio negli ospedali della provincia di Taranto per aiutare e supportare i pazienti delle strutture. Fanno parte di un progetto fortemente voluto dalla direzione generale della Asl che, insieme al Dipartimento di salute Mentale, ha voluto dotare gli ospedali di queste figure di supporto per i pazienti. Essi saranno operativi nel capoluogo al SS. Annunziata e al Moscati, ma anche negli ospedali di Manduria, Martina Franca, Grottaglie e Castellaneta.
La pandemia Covid e la sua drammaticità hanno evidenziato come fosse necessario un lavoro integrato che non escludesse gli aspetti psicologici, affettivi e relazionali dall’intreccio con quelli biologici e somatici. Tale attenzione è divenuta un punto di forza nella Asl di Taranto, unica a livello regionale e nazionale, a rendere strutturata una organizzazione di interventi psicologici che risponde alle tematiche sanitarie emergenti.
“La presenza di unità operative di Psicologia Clinica nelle realtà ospedaliere rappresenta una nuova linea operativa del Dipartimento di Salute Mentale – è quanto afferma la direttrice del dipartimento Maria Nacci – Una ulteriore vision di integrazione e di collaborazione dei servizi all’utenza, al fine di rispondere al carico emotivo che risulta essere trasversale non solo all’utenza, ma anche alle famiglie, agli operatori e all’organizzazione dei servizi ospedalieri”.
“L’accoglienza ricevuta da parte degli Ospedali è stata di piena collaborazione – afferma Dora Chiloiro, Dirigente Responsabile dell’unità operativa di Psicologia Clinica – Abbiamo lavorato in sinergia con le Direzioni Mediche del SS. Annunziata e degli altri presidi della provincia che hanno colto immediatamente l’importanza degli interventi psicologici-clinici e psicoterapeutici, inoltre l’intera realtà ospedaliera ha confermato l’efficacia del lavoro di presa in carico e di cura globale del paziente”.
Il modello di intervento psicologico è stato definito attraverso delle procedure cliniche specifiche, interventi specialistici sul campo, basati sull’evidenza scientifica, e sulle Linee Guida Nazionali. Altro punto di forza è l’aver realizzato gli interventi in tutti gli ospedali, seguendo i criteri della continuità e della replicabilità, garantendo così la fruibilità del servizio per tutti gli utenti che accedono alle cure ospedaliere. L’umanizzazione e la personalizzazione delle cure ospedaliere sono gli interventi che consentono la gestione del dolore, della traumaticità psicologica, dei trattamenti palliativi.
La presenza degli psicologi psicoterapeutici al Pronto Soccorso, ad esempio, oltre a rispondere a quanto definito dalla Conferenza Stato-Regioni, offre uno sguardo sanitario attento non solo alle competenze specialistiche dei medici e infermieri dell’emergenza, sempre in prima linea, ma si focalizzano sull’accoglienza del malato come “persona”, prendendo in considerazione anche le emozioni relative alla propria situazione fisica o connesse alla sua permanenza nel Pronto Soccorso. La persona che accede al Pronto Soccorso, infatti, vive uno stato di allerta, talvolta di terrore, per la propria incolumità. Sin dalla chiamata agli Operatori del 118, infatti, il bisogno espresso è quello di una presa in carico e cura immediata, ma nel tempo di attesa lo spazio del Pronto Soccorso diventa uno spazio di introspezione, uno spazio in cui i pensieri viaggiano tra il passato e il futuro. L’ascolto psicologico al Pronto Soccorso consente al malato di essere accolto come persona, egli può riconoscere le proprie emozioni del momento e, grazie alla condivisione, tollerare la frustrazione dell’attesa, migliorare la gestione delle emozioni relative alla propria situazione fisica o connesse alla permanenza nel Pronto Soccorso. “Le persone che sostano in questo luogo si percepiscono fragili, vulnerabili, spaventate. Le luci illuminano corpi esposti a occhi e macchine, le gambe non possono consentire l’autonomia del movimento e della distanza sociale desiderata, la pelle è esposta, talvolta lacerata, e non protegge abbastanza il confine “psicologico” tra il dentro e il fuori.” spiegano gli psicologi. Per questo, per meglio contestualizzare e indirizzare l’intervento psicologico nel Pronto Soccorso è stato introdotto il modello del Triage Psicologico, rivolto alla precoce individuazione di eventi a valenza psicologica critica. Tale strumento di lavoro consente di rendere l’intervento responsivo sul piano psicologico e verificabile negli esiti. Tra gli ambiti di intervento nel Pronto Soccorso sono operativi azioni terapeutiche rivolte ai maltrattamenti, morte improvvisa, gravi incidenti, disturbi acuti dell’adattamento, condizioni di deriva sociale, reazioni di child-stress, ecc.
L’ascolto clinico di competenza, l’analisi dei bisogni, lo spazio delle emozioni, il rispetto della persona fragile, possono essere i collanti di una esperienza che, pur nella sua traumaticità come ogni malattia, può essere vissuta e declinata com-passione.
Francesca Perrone