Nella conferenza di fine anno, in streaming a causa del Covid-19, il questore Giuseppe Bellassai ha presentato una fotografia della situazione nella provincia jonica, tracciando il bilancio delle attività svolte nell’ultimo anno dalla Polizia di Stato.
“Nel tarantino la criminalità è latente, non per questo meno pericolosa. Preoccupa lo spaccio di droga.”
“Questo 2020 è stato un anno del tutto particolare e va interpretato anche al di là dei numeri. È stato l’anno del Covid, dei lockdown, dei grandi sacrifici da parte di tutti”. Sono le parole del questore, Giuseppe Bellassai, con le quali ha introdotto, stamane, la consueta conferenza stampa di fine anno, organizzata dalla Questura di Taranto, per fare il bilancio delle attività svolte dalla Polizia dello Stato nell’ultimo anno e cristallizzare la situazione della provincia.
Il questore però non ha voluto soffermarsi troppo su dati e numeri, comunque presentati durante l’incontro, ma ha voluto raccontare la situazione attraverso le suggestioni vissute. Il suo primo pensiero è stato ringraziare le donne e gli uomini della Polizia di Taranto che “in questo anno così particolare, hanno dimostrato una forza di volontà e un attaccamento al lavoro straordinari” ma il plauso del questore è andato anche all’intera comunità tarantina che “ha dimostrato grande maturità, anche a dispetto di come troppo spesso viene dipinta. Una comunità che ha saputo rispettare le indicazioni che le venivano date.”
Bellassai ha voluto proprio sottolineare questa vicinanza tra la Polizia di Stato e la comunità tarantina, ricordando, con un velo di emozione, il video dei cittadini dei Tamburi che, durante il lockdown di marzo, dai balconi, hanno applaudito le donne e gli uomini in divisa per un ringraziamento e un riconoscimento del loro lavoro, dimostrando la sintonia assoluta tra la Polizia e la gente.
“Noi ci siamo, la Polizia di Stato c’è sempre per la comunità”, ha detto più volte il questore. E questa presenza si è esplicitata in primis con i servizi anti-Covid, con il puntuale controllo del territorio al fine di prevenire i reati e con la collaborazione con le amministrazioni locali. I numeri presentati mostrano infatti una mole di lavoro enorme, ottenuta grazie alla completa riorganizzazione delle forze a disposizione.
“Durante il lockdown di marzo – ha raccontato Bellassai – le nostre attività ordinarie sono state sospese e tutti i nostri collaboratori hanno prestato servizio nelle strade per dare un contributo concreto per evitare l’estendersi del contagio.”
Ma il lavoro della Questura non si è fermato a questo. Bellassai loda, senza paura di smentita, la qualità investigativa dei suoi uomini. Taranto può infatti contare su “una Squadra Mobile di assoluto valore, che ha lavorato in grande sintonia con la Procura e con la Direzione Investigativa Antimafia di Lecce, ottenendo dei risultati di alto livello nel contrasto alla criminalità organizzata e allo spaccio di stupefacenti.”
“I Falchi – continua il questore – sono punto di riferimento della comunità e dimostrano ogni giorno una conoscenza del tessuto criminale del capoluogo assolutamente elevata e adeguata alle necessità.”
Il questore si è poi voluto soffermare sull’ultimo episodio di cronaca, l’omicidio Rotondo, che ha evidenziato la capacità della Polizia di intervenire con tempestività, grazie appunto a una buona conoscenza del territorio e delle dinamiche criminose in essere. “Ma l’aver sequestrato tutte quelle armi – continua il Questore – ci dà una lettura della situazione comunque critica e preoccupante, perché dimostrano che la capacità di fuoco delle organizzazioni criminali è molto forte e per questo la situazione deve essere tenuta sotto controllo e monitorata come già facciamo”.
Secondo il Bellassai, infatti, ci troviamo di fronte a una criminalità differente rispetto a quella degli anni ottanta/novanta, “quella di adesso non è una criminalità che spara per strada e crea allarme sociale, ma ora ha preferito inabissarsi, percorrere strade nuove, lanciarsi in settori di attività meno rischiosi. È silente, ma non per questo meno pericolosa”.
Il terreno di elezione per il malaffare è divenuto lo spaccio degli stupefacenti e il fatto di intercettarne e sequestrarne ingenti quantità purtroppo dimostra che c’è sul territorio una domanda ampia ed estesa, anche da parte dei ragazzi più giovani.
Le ultime parole del questore sono poi dedicate alla tenuta complessiva dell’ordine e della sicurezza pubblica “Taranto è una città complessa che, al di là dell’emergenza Covid, vive dei momenti di criticità legati alle difficoltà di alcuni settori dell’economia. Per questo resta fondamentale una presenza sul territorio e un monitoraggio delle dinamiche che continuiamo a fare”, così come fondamentale resta l’attività di vigilanza per impedire che le organizzazioni criminali si inseriscano nelle attività legali, rinvestendo i proventi delle attività malavitose o mettendo le mani sulla gestione delle risorse che nei prossimi anni arriveranno sulla città.
In chiusura l’augurio per il 2021 al ritorno alla buona, vecchia, agognata normalità.
Francesca Perrone
Cliccando qui è possibile consultare il riepilogo delle attività svolte dalla Questura di Taranto nel 2020. Il documento è stato presentato durante la conferenza stampa.
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