Riceviamo e pubblichiamo
Irene Lamanna, presidente di Att e direttore della omonima struttura di accoglienza turistica, riflette sul sostegno riservato al settore alberghiero, facendo un confronto tra i vari stati europei.
“Il divario sugli aiuti riservati agli imprenditori alberghieri italiani e quello riservato agli stessi imprenditori negli altri stati è impetuoso.
A paragone di quanto fanno all’estero i nostri ristori sono iniziazioni di botox per salvare un malato terminale.
A New York per l’hotel Michelangelo, come per altre aziende, è stato effettuato un prestito a fondo perduto di 2 milioni di euro per pagare utenze e costi del personale, e dopo 15 giorni i soldi erano sul conto. subito dopo una seconda tranche dello stesso importo e congiuntamente una rimodulazione fiscale che sconta le perdite.
A Londra il governo copre 80% degli stipendi dei dipendenti. A Parigi i colleghi albergatori hanno ricevuto un fondo di solidarietà pari al 20% del fatturato mensile del 2019 che probabilmente verrà raddoppiato.
Quello che cambia tra l’Italia e gli altri paesi è la chiarezza delle azioni. In Italia è tutto sofferto e confuso e CONTRADDITORIO.
Le regole vengono cambiate di continuo, con tempistiche lentissime, non si bada alla specificità delle imprese e quindi troppi soldi vanno sprecati oppure non vengono usati e le aziende cui sono destinate muoiono di asfissia.
Serve un progetto chiaro con due obbiettivi: uno sul presente ed un sul futuro.
Aiutare e recuperare le perdite devastanti, aiutare e investire sul futuro. Una certezza però c’è: con il governo Draghi non è cambiato nulla”.