Ventinovesimo anniversario della strage di mafia
23 maggio 1992 nei pressi di Capaci con una bomba composta da 500 kg di tritolo, venne ucciso il magistrato antimafia Giovanni Falcone.
Con lui la moglie e gli agenti di Polizia, sistemati in tre Fiat Croma blindate. Oltre al giudice, morirono altre quattro persone: la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Vi furono 23 feriti, fra i quali gli agenti Paolo Capuzza, Angelo Corbo, Gaspare Cervello e l’autista giudiziario Giuseppe Costanza.
Ogni anno si rinnova la cerimonia di commemorazione. “O si è contro la mafia o si è complici” questo ha detto tra l’altro il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fratello di Piersanti presidente della Regione Sicilia ucciso da cosa nostra il 6 gennaio 1980.
Complice però è anche chi con comportamenti omissivi ha di fatto isolato Falcone e Borsellino e tante e altre vittime. Complice è chi a distanza di quasi trent’anni ancora non ci dice tutta la verità. Qualcuno quella verità se l’è portata nella tomba. Altri continuano a tacere.
Video pubblicato da Avvenire – link diretto