riceviamo e pubblichiamo
Intervento del Consigliere regionale Vincenzo Di Gregorio (PD).
“Il Partito Democratico ha avviato una grande fase di confronto nazionale e locale su un tema di vitale interesse: il diritto alla casa. Un argomento che proviene da lontano e che in passato ha visto il nostro Paese protagonista di politiche attive, con una forte attenzione sull’edilizia pubblica per affrontare la carenza di alloggi e migliorare le condizioni delle fasce più svantaggiate della popolazione.
Negli anni ’60 e ’70 sono stati avviati programmi di costruzione di alloggi pubblici con un forte ruolo attivo degli enti locali e delle amministrazioni pubbliche. Negli anni ’80 si è registrato il calo degli investimenti pubblici nell’edilizia residenziale. In parallelo sono state promosse politiche di privatizzazione e di vendita dell’edilizia pubblica con il coinvolgimento dei privati anche nella gestione e nella ristrutturazione degli alloggi pubblici.
Nel decennio successivo questa tendenza si è consolidata, si è manifestata con grande evidenza, inoltre, l’esigenza di recupero e ristrutturazione delle aree degradate. Un aspetto che a Taranto conosciamo molto bene perché numerosi sono i quartieri periferici su cui insistono alloggi di edilizia residenziale pubblica.
Il PD ha, finalmente, recuperato un tema così importante che per anni è stato nascosto sotto il tappeto, oppure è stato affrontato in maniera marginale, come qualcosa da delegare alle amministrazioni locali il cui ruolo era ed è importantissimo. Affinché ci sia un reale cambiamento ed una risposta efficace a vecchie e nuove esigenze in materia di diritto alla casa, è necessario però farne una questione prioritaria e nazionale.
Sottoscrivo quanto si legge nel documento che il PD ha elaborato per la costruzione di un Piano Nazionale per la Casa: la carenza di una politica nazionale ambiziosa e organica, di una solida cornice di riferimento, ha contribuito ad ampliare la forbice tra i diversi territori, tra chi ha e chi non ha, tra chi può e chi non può e ha reso anche più deboli gli strumenti a disposizione delle comunità e degli stessi enti locali da cui, non casualmente, arrivano proposte, proprio in questi mesi, particolarmente utili e significative.
Le differenze le vediamo tutti i giorni sui territori, sono sotto i nostri occhi. Secondo dati forniti dal Dipartimento delle Politiche abitative, la Puglia presenta ancora una notevole carenza di alloggi pubblici adeguati alle necessità dei suoi cittadini. Attualmente, si stima che oltre il 30% della popolazione pugliese abbia difficoltà ad accedere a un’abitazione dignitosa. Questa cifra è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Inoltre, le cifre sulle liste di attesa per gli alloggi sociali sono preoccupanti. A fine 2021, più di 40.000 famiglie erano in attesa di un alloggio pubblico. Questa situazione è anche il frutto della mancanza di una politica nazionale.
Il documento nazionale del PD sul Piano Casa affronta un tema così complesso in modo organico e offre risposte adeguate anche ai nuovi fabbisogni. Ad integrazione offro un altro spunto di riflessione. Secondo il Rapporto dell’Agenzia del Demanio del 2021, in Italia ci sono oltre 60.000 immobili di proprietà dello Stato o di enti parastatali che risultano inutilizzati o sottoutilizzati. Inoltre, il valore dei beni confiscati alla mafia e alla criminalità organizzata in Italia supera i 10 miliardi di euro.
Questi immobili rappresentano una risorsa potenziale per la realizzazione di progetti abitativi, spazi pubblici e infrastrutture sociali. Su questo dobbiamo lavorare insieme e nei vari livelli di rappresentanza affinchè si creino le condizioni per liberare queste risorse immobiliari e procedere alla loro rigenerazione.
In questo senso fondamentale può diventare il ruolo dei Comuni e della Regione Puglia per sottoporre all’attenzione dell’Agenzia del Demanio progetti di riutilizzo degli immobili e per costruire i necessari percorsi per sostenere finanziariamente queste attività.
Questi interventi possono essere rivolti, in via prioritaria, ma non esclusiva, agli studenti fuori sede che nei mesi scorsi sono stati protagonisti di clamorose forme di protesta per sottolineare il caro-affitti e la mancanza di alloggi per gli studenti. Ma anche alla creazione di strutture per anziani, soprattutto in considerazione del progressivo invecchiamento della popolazione”.