Presentato il progetto SEUAM (Sanitary Emergency Urban Air Mobility)
É un momento importante per la nostra nazione. Per la prima volta, grazie all’aiuto di un drone che trasporta un defibrillatore su uno scenario di arresto cardiaco improvviso, è possibile rianimare un paziente prima dell’arrivo dei soccorsi. Questo l’evento organizzato dalla Società Italiana Sistema 118 (SIS118), con la guida del presidente nazionale SIS118, dott. Mario Balzanelli.
Coadiuvata dal partner tecnico Celtac, consorzio aerospaziale campano,la SIS118 ha avviato un progetto denominato SEUAM (Sanitary Emergency urban Air Mobility), per il trasporto di defibrillatori semiautomatici in aree extraurbane o urbane a scarsa densità abitativa.
L’esperimento ha simulato uno scenario di arresto cardiaco. A seguito della richiesta di aiuto ai soccorsi dopo il malore, la centrale operativa del 118 ha dato istruzioni per il massaggio cardiaco. Nel giro di 3 minuti, durante la manovra, un drone è atterrato a pochi metri trasportando un defibrillatore semiautomatico. Innovazione, questa, che ha permesso l’immediato lavoro di rianimazione con scariche elettriche.
La procedura ha permesso agli operatori del 118 di operare su un paziente rianimato e in grado di respirare. Di estrema vitalità in contesti a bassa densità abitativa, con difficoltà da parte dei soccorsi per sopraggiungere sul luogo del malore, potrà rivoluzionare il campo sanitario. L’obiettivo, come dichiarato anche dal dott. Mario Balzanelli, è quello di utilizzare i droni come ausilio al personale sanitario, migliorando sempre più l’efficienza del Sistema Sanitario Nazionale.
Dopo il test le parole del dott. Mario Balzanelli, che ha ricordato:”il 70% degli arresti cardiaci improvvisi avviene in casa propria. Sarebbe utile avere in Italia, così come in Australia, il drone ambulanza. Questo si chiama ‘Prometeus’, ma ne arriveranno altri. Un altro andrà a 180 km/h guidato dall’intelligenza artificiale.” Non solo, un altro elemento ha destato curiosità da parte di tutti: il decollo del drone è avvenuto sotto il comando di un pilota che non era pronto e senza il via, poiché riteneva che l’esercitazione non fosse cominciata. Così il dott. Balzanelli ha sottolineato “l’efficienza e la rapidità di questa operazione”.
Sul palco anche il questore e il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che ha espresso la massima condivisione:” questo drone farà un percorso assai luminoso, verrà esportato e siamo molto orgogliosi. Salvare una vita umana, specie in maniera così moderna, è importante.”
Abbiamo intervistato il primario del 118 Balzanelli circa le basi del progetto e le cooperazioni con la regione Puglia su base territoriale.
“Quanti di questi droni verranno consegnati per provincia quando partirà l’iniziativa? – “Stiamo mandando avanti la sperimentazione, verificheremo l’efficacia di questi droni iper veloci sempre più complessi. Laddove dovessimo raccogliere risultati pari alle nostre aspettative sarà necessaria una rivisitazione delle normative a livello nazionale. Sarà a quel punto possibile da parte delle regioni dotare il 118 di questi dispositivi.”
Si ha un’idea, in base alla sperimentazioni, di quando cronologicamente possa prendere piede il progetto?
“Riteniamo entro il 2027 di dare risposte concrete, speriamo di centrare le tempistiche.”
Essendo un’iniziativa nazionale, è importante anche il contributo delle regioni. A livello economico quali fondi la regione Puglia intenderà utilizzare?
“Al momento la regione vede un accordo di partenariato tra la Società Italiana Sistemi 118 e Celtac. Non abbiamo dialoghi posti in essere con le regioni adesso. Li attiveremo quando avremo dei risultati e quando questi saranno significativi rispetto agli obiettivi prefissati. Prevediamo di interessare le regioni in un secondo momento”.
Abbiamo chiesto al coordinatore della Protezione Civile, dott. Raffaele Russo, quale fosse il ruolo attivo della Protezione Civile all’interno di un’iniziativa così importante.
“Dobbiamo sensibilizzare all’importanza di utilizzare un defibrillatore. Quando siamo di fronte a cittadini che non hanno mai usato un defibrillatore dobbiamo diffondere questa pratica non difficile. Lo strumento indica già da solo le manovre, per cui coadiuvando tutto questo risolveremo sicuramente il problema visto oggi, in cui è possibile portare in 3 minuti un defibrillatore anche nelle zone più impervie”.
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