Omicidio e tentato omicidio, i capi di imputazione sui quali agirà la difesa composta dagli avv.ti Fabrizio Lamanna, Valerio Diomaiuto, Salvatore Maggio, Andrea Maggio, Luigi Danucci, Daniele Lombardi. Ieri la prima udienza preliminare in Corte di assise.
TARANTO (TA) – Un bagno di sangue ha sporcato le strade di Taranto la notte del 26 maggio scorso. Caso poi finito sotto i riflettori della Corte di Assise di Taranto. Secondo le ricostruzioni della Procura e i filmati delle videocamere acquisiti, Vuto Aldo Cristian e Vuto Francesco, presenti nella zona di via Cugini, hanno teso un agguato a Cosimo Nardelli. I filmati li hanno ripresi intenti a girare per l’isolato, finché Nardelli non è sceso dall’appartamento sotto il quale lo attendeva una trappola letale. Due colpi di pistola all’addome, così rapidi da concedergli qualche secondo di smarrimento. Poi in piedi e spaesato a chiedere aiuto. Morirà dissanguato verso l’ospedale. Gli inquirenti hanno rinvenuto, nei nastri delle telecamere, una scena in cui una famiglia – proprio osservando il corpo di Nardelli – ha evitato il marciapiede sporco di sangue.
Finirono in carcere il 44enne Paolo Vuto, ritenuto l’organizzatore del delitto Nardelli, di Tiziano Nardelli, fratello della vittima e per gli inquirenti il mandante dell’assassinio, e poi il 20enne Aldo Cristian Vuto, figlio di Paolo ritenuto l’esecutore materiale del delitto, il 23enne Francesco Vuto, cugino di Paolo, indicato come conducente dallo scooter su cui viaggiava il killer quella sera, e infine il 23enne Ramazan Kasli, di origine albanese che insieme a Paolo e ad Aldo Cristian Vuto, deve difendersi dall’accusa del tentato omicidio di Cristian Troia.
Prima udienza in Corte di Assise
Prima udienza preliminare in Corte di assise in data 29 aprile 2024. Il collegio difensivo è presieduto dagli avv.ti Fabrizio Lamanna, Valerio Diomaiuto, Salvatore Maggio, Andrea Maggio, Luigi Danucci, Daniele Lombardi. Compatti hanno chiesto di procedere mediante il rito abbreviato, nonostante la normativa attuale e le aggravanti della premeditazione e dell’agire mafioso non lo consentissero. “Laddove – come riportato dall’avv. Fabrizio Lamanna – dovessero cadere queste aggravanti, si procederebbe con il rito abbreviato. La nostra difesa si basa sul tentato omicidio. Il cambio di quadro di imputazione da omicidio a tentato omicidio permetterebbe di cambiare le carte in tavola, proprio in vista delle dichiarazioni dei Vuto, i quali hanno affermato che i colpi di pistola fossero un avvertimento, privi quindi della premeditazione e del dolo.”
Un cenno anche al ruolo della Corte di Cassazione, poiché “annullò con rinvio la prima decisione del tribunale della libertà – spiega l’avv. Lamanna – che confermò le ordinanze custodiali, sulla base delle intercettazioni, che avrebbero mostrato un quadro di tentato omicidio. Tentato omicidio ai danni di Cristian Troia, il quale ha subito una gambizzazione ad opera dei Vuto. Si rallegrarono a seguito della grave lesione inflitta, mostrando quindi una volontà di semplice avvertimento e non di dolo omicidiario”. Elementi che la Corte di Cassazione aveva esaminato, e che invece il nuovo tribunale di Lecce ha respinto, confermando le ordinanze di custodia cautelare. Omicidio di Nardelli e tentato omicidio di Troia, aggravati dalla premeditazione e dall’agire mafioso: questi i capi di imputazione sui quali agirà la difesa in sede processuale.