Ritrovare il “marchio di fabbrica” della “crispianesità” fatta di operosità geniale e competenza.
Nel 2023 si torna a votare in alcune importanti regioni, Lombardia e Lazio, e in diversi comuni tra cui Crispiano.
Riceviamo e pubblichiamo una nota del dott. Fortunato Costantino, con la quale annuncia la sua candidatura a sindaco:

Ho deciso di candidarmi alle prossime elezioni che si terranno nei prossimi mesi a Crispiano.
Lo faccio perché è da anni che voglio farlo, che sento il dovere di dare il mio contributo quando Crispiano affronterà le sfide che lo attendono, se vorrà avere un futuro attraverso i suoi giovani.
Crispiano è il luogo che ha dato i natali a mia madre (mio padre era calabrese ma qui per tanti anni ha fatto il salumiere… ed ha amato tanto Crispiano!). Io solo per caso sono nato lontano da qui, in Francia, dove mio padre cercò un lavoro che in Italia non c’era, nel 1950 circa. Sono “tornato” a Crispiano da quasi 60 anni… dalla metà degli anni 60.
Erano anni nei quali si guardava al futuro con fiducia, niente lasciava intravedere che il paese avrebbe perso l’entusiasmo di allora, c’era vivacità nella vita sociale, nella politica, ed i confronti erano animati dalla convinzione di poter fare grandi cose.
Mi candido per il rapporto che ho con “lui”, con Crispiano, che è stato buono con me durante gli anni della mia infanzia e della mia adolescenza, negli anni 60’ e 70’, regalandomi serenità, allegria, prima che lo studio e il lavoro mi portassero lontano.
E lontano dal mio paese, in giro per lavoro in realtà diverse da quella del tarantino, ero riconosciuto come proveniente da una comunità operosa, per certi versi addirittura geniale, la mia “crispianesità” era un marchio di fabbrica di cui essere orgoglioso.
Al mio ritorno ho fatto fatica a riconoscerlo il mio paese.
Appare oggi un paese rassegnato, privo di prospettive. E il suo “marchio di fabbrica” che fine ha fatto?
Un paese che sembra aver perso la fiducia in se stesso di fronte alle sfide che gli vengono proposte. Sembra uno di quegli uomini che avrebbero voluto studiare di più da ragazzi e se ne rammaricano ora che gli servirebbe averlo fatto.
E allora voglio provare ad aiutarlo io il mio paese!
Voglio farlo tornare a sperare. Voglio studiare con altre persone volenterose, che credono nei giovani e nella programmazione del futuro, le azioni da intraprendere perché nascano le occasioni di lavoro qui, a Crispiano. Un lavoro che abbia il “marchio di fabbrica” della crispianesità, fatto cioè di operosità geniale, competente.. dote che ora alcuni crispianesi sono costretti a distribuire in giro per l’Europa ed anche oltre.
E voglio farlo sollevandolo dalla immeritata sensazione di essere inadeguato, inaffidabile, e per questo non degno di ascolto quando si tratta di parlare di futuro, del suo futuro si badi bene (!), da parte di una classe politica traboccante di dispendiosa teoria, cieca e sorda al richiamo della realtà e della logica, quella assoluta.
Quella che, per esempio, mette al centro della conduzione di ogni opera umana, anche a Crispiano, l’ossequio delle leggi di madre natura. Quelle leggi che la natura impone e che l’uomo, arrivato sul baratro dell’autodistruzione per non averle rispettate prima, adesso ha imparato ad applicare a favore della sua stessa sopravvivenza, perseguendo gli obbiettivi della ecosostenibilità.
L’impegno politico non potrà prescindere dall’assicurare agli anziani, artefici delle fortune del passato, un’età della pensione quanto più possibile passata in serenità, senza far mancare loro delle iniziative che li aiuti a conservare la salute, unendo l’utile al dilettevole in un periodo della vita che non vede più nessuno in disarmo.
Voglio fare la mia parte profittando dell’esperienza maturata in anni di attività lavorativa in una pubblica amministrazione, anche se nell’ambito sanitario, convinto come sono che le relazioni tra gli uomini quando sono empatiche possono produrre risultati sorprendenti.
Viva il mio paese, viva Crispiano.