Più preoccupati per l’inflazione e la crisi idrica
Direttamente dagli USA in esclusiva dall’ editorialista Giorgio Di Antonio
Sarà che la guerra è a migliaia di chilometri, o forse perché non c’è un coinvolgimento diretto di truppe americane, o ancora perché per il popolo americano una guerra in più una in meno non cambia molto, abituati ad essere costantemente impegnati in conflitti più o meno diretti, ma sembra che ciò che accade in Ucraina non richiami più di tanto l’attenzione popolare negli USA. A riferirlo ai lettori di oltreilfatto è Giorgio Di Antonio che da qualche tempo pubblica editoriali con linguaggio molto accattivante, soprattutto chiaro, e con un filo di intelligente ironia che aiuta quando si trattano argomenti di un certo impegno quale può essere ad esempio una guerra, una crisi economica, o politica.
Sbarcato a Los Angeles ha interloquito con gli abitanti scoprendo che hanno una percezione delle problematiche che riguardano in questo momento il mondo intero alquanto diversa da quella di noi italiani ed europei. E ci ha raccontato ciò che ha verificato in prima persona:
Corrispondenza da Los Angeles di Giorgio Di Antonio*
“Cari lettori vi invio qualche impressione di viaggio, senza alcuna pretesa di voler essere oggettivo o scientifico, solo qualche scambio di chiacchiere con i locali. Di cosa parlano, cosa li preoccupa? Mah, direi che sono abbastanza tranquilli, pare che solo due siano gli argomenti che tengono banco: l’inflazione e la crisi idrica. Del resto non gli importa granché.
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Neanche si sa che si vota in Italia, vostro paese molto bello, si mangia bene, gente allegra e disponibile. Sarà, ma da noi ci vediamo diversi … E la guerra? Quale guerra, scusa? Insomma i nostri talk show televisivi sembrano cronache da Marte, e forse lo sono. Dicevamo, molto preoccupati per l’inflazione, che ha ragioni diverse dalla nostra, nessun problema con l’energia, si un po’ arrabbiati per la benzina a 5 $ al gallone ma insomma sta scendendo … il fatto è che la inflazione USA è determinata soprattutto dalla velocità di circolazione della moneta e dai bassi tassi di interesse, gira troppo liquido … dunque gli americani temono che il veloce aumento dei prezzi faccia diminuire fortemente i consumi e così quella economia che ne è fortemente condizionata potrebbe contrarsi, meno posti di lavoro e il via ad una spirale di recessione. A complicare ulteriormente il cambio del $ molto rafforzato su tutte le valute. Sarà più conveniente comprare in Asia, Europa, Australia … insomma la prima preoccupazione il valore dei soldi, il lavoro.
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Il problema idrico per Los Angeles (ma non solo) è come dicevamo l’altro che preoccupa. Questa sterminata area urbana abitata da quasi 11 milioni di persone (la contea) aspira acqua da ogni dove, fino a 400km di distanza e negli anni ha prosciugato laghi, fiumi, pozzi, fino a minacciare il fiume Colorado. La siccità degli ultimi anni ha ulteriormente aggravato la questione. Ora si guarda al mare, sono stati installati dissalatori e si proseguirà in questa, costosa, direzione. L’acqua costa cara ma nessuno si lamenta anche perché dai rubinetti esce sempre!
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Dunque hanno paura gli americani? Direi di no ma … il ma è riferito alle armi, solo nella contea di L.A. Oltre 20 milioni di armi! È un numero molto grande di poligoni di tiro in cui tutti i giorni migliaia di persone si esercitano e durante il week end intere famiglie con tanto di pranzo al sacco vanno a sparare e i giovani figli prendono dimestichezza con l’uso delle armi. Sarà anche per questo che i morti per colpi di arma da fuoco nella sola L.A. nel corso di un anno siano più di tutti gli omicidi annuali dell’Italia intera. Perché tutto ciò? Cosa temono? Perché per sentirsi più sicuri bisogna sparare? Non so rispondere e a queste domande il mio interlocutore di Los Angeles risponde:”per difendere la mia famiglia e la mia proprietà “. Sarà così ma stride proprio con la cultura dell’happy ending che hanno inventato, “andrà tutto bene” lo hanno inventato loro, ma temo che a botte di 357 magnum è difficile che andrà tutto bene! Grande paese gli USA , a me piace molto il loro sistema delle tasse e il modo di premiare il merito, chi si impegna di più, ma bisognerebbe prendere tutto il pacchetto, comprese le cose che non ci piacciono. Come concludere? Con Alberto Sordi “ammazza ‘a mericani! So’ forti ‘a mericani!”.
*Giorgio Di Antonio, classe 52, Romano, già Dirigente Aziendale ora Consulente per Piani strategici e finanziamenti per aziende in riposizionamento. Appassionato di politica, storia, aviazione.
foto Di Antonio diritti riservati
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