«Chiediamo di mettere presto fine a questo scempio»
C’è un post oggi su Facebook di un rappresentante di una sigla sindacale che racconta la trama di una fiction: la storia di una fabbrica che, con cadenza costante, registra esplosioni, incendi, incidenti e stragi mancate per un soffio. Mi raccomando, non condividete!
Come dite? Non è la trama di una fiction?
Parafrasando le parole dell’ultimo comunicato di ArcelorMittal, dovremmo solo dire che lo Stato italiano riconosce e rispetta la rilevanza economica e sociale dell’industria dell’acciaio, così come di ogni altra forma di sviluppo economico, il che non equivale a consentire qualunque cosa. È ciò che ha ribadito anche il TAR Puglia Sez. Lecce di recente.
Perciò, non è banale ormai richiedere la sospensione cautelativa dello stabilimento siderurgico di Taranto, non dell’ordinanza del suo Sindaco, per la perdurante violenza verso la comunità e i suoi lavoratori. Qualcuno a questo giro di giostra si assume una grande responsabilità, sia davanti alla morale che alla legge.
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L’intera città di Taranto, quindi, deplora il suddetto operato aziendale, perché lede l’immagine di una terra bellissima, ma soprattutto procura allarme e sconcerto nei lavoratori e nella popolazione. Quando quella azienda ha la denuncia facile verso i lavoratori e per motivi assai discutibili, dovrebbe riflettere sulle analoghe azioni che istituzioni locali e cittadini potrebbero ogni volta avviare a ragione nei suoi riguardi.
Al Presidente della Repubblica Mattarella, al Presidente del Consiglio Draghi, al Ministro della salute Speranza, al Ministro della transizione ecologica Cingolani e al Ministro dello sviluppo economico Giorgetti chiediamo di mettere presto fine a questo scempio, a questo continuo smacco all’Italia.
Rinaldo Melucci
Sindaco di Taranto
immagine di repertorio
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