In anteprima alla XXI edizione del Festival Il Libro Possibile di Polignano a mare
il nuovo libro del Prof. Nicola Triggiani
Sabato 9 luglio, alle ore 22.00, sarà presentato in anteprima alla XXI edizione del Festival “Il Libro possibile” di Polignano a mare (Balconata Santa Candida) il nuovo volume curato dal Prof. Nicola Triggiani, Ordinario di Diritto processuale penale nell’Università di Bari “Aldo Moro” (Dipartimento Jonico), dal titolo Informazione e giustizia penale. Dalla cronaca giudiziaria al processo “mediatico”. A dialogare con l’autore, Mimmo Mazza, Caporedattore centrale de “La Gazzetta del Mezzogiorno”.

Il libro – edito da Cacucci e inserito nella Collana “Giustizia penale della post-modernità” – affronta in prospettiva interdisciplinare le complesse problematiche relative al tormentato rapporto tra processo penale e informazione e raccoglie 23 contributi scritti da professori dell’Università di Bari e di altre università italiane (Milano, Roma, Torino, Firenze, Perugia, Chieti-Pescara, Campania Vanvitelli, Salento, Calabria, Lumsa Palermo), magistrati, avvocati e giornalisti.
Il volume evidenzia l’attrito tra libertà di cronaca e altri valori costituzionali (amministrazione della giustizia, presunzione di non colpevolezza, diritto di difesa, riservatezza); s’intuisce, al riguardo, la necessità di trovare un (difficile) punto di equilibrio in un settore nevralgico per la democrazia.
Emerge un profondo divario tra dato normativo e prassi: a fronte di un articolato complesso di regole a salvaguardia di interessi processuali ed extraprocessuali, risulta molto frequente l’inosservanza dei divieti di pubblicazione di atti posti a tutela del segreto investigativo o della riservatezza. I maggiori effetti distorsivi nella rappresentazione mediatica della giustizia penale derivano però non tanto dalla narrazione mediante la cronaca giudiziaria – che pure registra abusi, carenze ed eccessi – quanto dal più recente fenomeno dei “processi paralleli” nei vari talk show televisivi, dal “caso Cogne” in poi proliferati in tutti i palinsesti, non regolati evidentemente dalle norme del codice di procedura penale, ma da quelle tiranniche dell’audience e dello share.

Questa giustizia mediatica, lesiva dei diritti fondamentali della persona, è in grado di condizionare pesantemente l’opinione pubblica in senso colpevolista e di incidere potenzialmente anche sullo stesso svolgimento e sugli esiti del processo.
Non è facile individuare delle soluzioni. Al di là di eventuali nuove modifiche normative, per Triggiani – che è anche docente nel Master biennale in «Giornalismo» dell’Università di Bari, in convenzione con l’Ordine dei Giornalisti – resta centrale il richiamo alla deontologia e al senso di responsabilità degli operatori della giustizia e dell’informazione, ma soprattutto auspicabile un’autentica rivoluzione culturale che coinvolga media, magistratura e società. Una strada per rimediare alle storture che anche la tradizionale cronaca giudiziaria spesso presenta appare l’accesso diretto dei giornalisti agli atti giudiziari non più segreti, come finalmente le Procure stanno iniziando a prevedere, a cominciare da quella di Perugia con un provvedimento del 1° giugno scorso.
Il curatore di questo corposo volume, che supera le 700 pagine e non trascura di considerare anche la rappresentazione del processo penale nel cinema e nelle altre arti, è autore di numerose pubblicazioni, tra le quali le monografie Ricognizioni mezzo di prova nel nuovo processo penale (1998), Le investigazioni difensive (2002) e Giustizia penale e informazione. La pubblicazione di notizie, atti e immagini» (2012). Ha inoltre curato i volumi La messa alla prova dell’imputato minorenne tra passato, presente e futuro. L’esperienza del Tribunale di Taranto (2011), La deflazione giudiziaria. Messa alla prova degli adulti e proscioglimento per tenuità del fatto (2014) e Il linguaggio del processo. Una riflessione interdisciplinare (2017).
Foto copertina di Edward Lich da Pixabay
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.