Lo sviluppo dei test di associazione verbale
Nel 1902, dopo un breve periodo trascorso con Pierre Janet in Parigi, Jung ritornò al Burgholzli, ristabilendo la sua attività con Bleuler. Ha così inizio una fase molto importante che continuerà fino al 1906, quando, dopo la pubblicazione della “Psicologia della Dementia Praecox” stabilì i primi contatti con Sigmund Freud. Il contenuto dei lavori e delle pratiche del periodo che va dal 1902 al 1906 si focalizzarono sullo sviluppo dei test d’associazione verbale questi portarono in seguito alla formulazione della “teoria dei complessi”, che a sua volta ebbe come conseguenza l’iniziale aderenza di Jung alla teoria della psicoanalisi. Tutti gli articoli che Jung ebbe cura di redigere in questo periodo furono pubblicati nel primo volume del suo “Studi di Associazione Diagnostica” pubblicato nel 1906
Dementia precox
L’attenzione di Jung nello svolgere i suoi esperimenti con i test associativi fu inizialmente diretta verso i fenomeni isterici, ma in un ambiente connotato dalle ricerche di Bleuler; ben presto si trovò catapultato nel mondo della dementia , che finì per occupare gran parte del suo orizzonte sperimentale. Così la “Psicologia della Dementia Praecox” può essere evidenziato come un primo tentativo di sintetizzare la sua teoria dei complessi con il pensiero di Freud, in una nuova sorta di teoria psicologica di quella che ora si chiamerebbe schizofrenia. Risulta quindi interessante comprendere quella che era la conoscenza della teoria Freudiana da parte di Jung, relativamente al periodo; si può pacificamente affermare che Jung avesse più volte reiterato la lettura degli “Studi sull’Isteria e l’Interpretazione dei Sogni “nella sua edizione del 1900 così come “Psicopatologa della vita Quotidiana”. Anche se fu solo nel 1906 che Jung sviluppò una profonda familiarità con i numerosi articoli di Freud pubblicati nel
sua “Collezione di Scritti Brevi sulla Teoria della Nevrosi”, dove Freud in maniera esplicita e diretta mette in risalto il ruolo della sessualità e dei meccanismi di difesa, in special modo nei noti “Frammenti di una analisi di un Caso di Isteria” e “Tre Saggi sulla Teoria della Sessualità”.
Tra Freud e Janet
Rileggendo le opere di Jung, emerge tra le righe la conferma più che la scoperta da parte di Freud del ruolo eziologico degli affetti, che viene però sin dall’inizio interpretato alla luce dei precedenti studi e convincimenti, in particolar quello di Janet, che inevitabilmente porterà ad una distorsione se non un’evoluzione del pensiero di Freud nella figurazione teorica di Jung. In quest’ottica si sviluppano gli esperimenti che gli furono in definitiva commissionati da Bleuler come parte di un più ampio studio sul fenomeno della dementia praecox, che porterà quest’ultimo alla concretizzazione della ricerca” La Dementia Praecox o il Gruppo delle Schizofrenie“. V’è da porre in evidenza che sin dagli inizi Jung tende a delineare un modello dell’inconscio che lo porterà in futuro a divergere da quello
suggerito da Freud
Criminologo?
Jung prima di tuffarsi in questo modello di ricerca era reduce da una serie di studi in ambito giudiziario – psichiatrico, tra cui “Un caso di Stupore Isterico in un Prigioniero in Detenzione” (1903) e “Opinione Medica su un caso di Insanità Simulata” (1904), dove è manifesta la difficoltà di discriminazione tra la simulazione ed un vero stato isterico, piantando anche i semi che sarebbero poi germogliati in seguito nell’articolo scritto con Riklin nel 1904 “Le Associazioni nei soggetti Normali”, che è tutt’oggi considerato lo scritto radice della sperimentazione con i test associativi. Seguirono poi numerosi scritti che in qualche modo rendicontavano e ponevano in chiara evidenza l’aspetto funzionale dei test associativi, tra questi è impossibile non citare “Analisi delle associazioni di un epilettico” (1905), “I tempi di reazione nell’esperimento associativo” (1905) che individua il tempo di reazione come indice di una possibile carica emozionale. Degni di nota sono gli scritti che mettono in relazione i test associativi con la rilevazione delle menzogne o “lie detection” come viene oggi comunemente denominata tale tematica all’interno della moderna criminologia; negli scritti “Ricerche psicofisiche col galvanometro e il pneumografo in individui normali e malati di mente” (1907) e in “Altre ricerche sul fenomeno galvanico e la respirazione in individui normali e malati di mente” (1907) si pongono in effetti le basi per la metodologia che negli anni sessanta prenderà il nome di GSR (Galvanic Skin Reaction), attualmente usata come fondamenta per la “macchina della verità” (utilizzata nell’ordinamento Giuridico Penale Statunitense) o come
psico galvanometro per l’individuazione di emozioni trattenute nell’ambito della risoluzione del Post Traumatic Stress Disorder
GSR e Psico Galvanometro
Jung fu molto affascinato dall’uso delle metodologie GSR; proprio nell’articolo ” Studi di associazione diagnostica” descrisse l’uso di un misuratore di resistenza della pelle su di un soggettosperimentale. Jung provvedeva a leggere una lista preparata di parole, verificando per ogni parola il movimento di un ago che fluttuava in base alla quantità di corrente che attraversava il corpo del soggetto,
tale quantità seppur minima, veniva immaginata come ostacolata da una pregressa carica emozionale, probabilmente accumulata anche secondariamente ad un evento traumatico. Jung suppose essenzialmente che le parole lette con gli elettrodi applicati, restituissero reazioni più o meno ampie del misuratore a seconda della quantità di emozione o conflitto mentale correlato con la parola letta. Le parole che mostravano le reazioni maggiori erano intese come indicatori di aree da esplorare in profondità durante la terapia. In questo modo Jung supponeva di poter dirigere le azioni terapeutiche in modo più mirato e fruttuoso; i numerosi risultati di questa metodologia si trovano nei vari scritti di Jung sopra elencati, così come nel “Journal of Abnormal Psychology” (1907). In realtà questa metodologia non fu una vera e propria scoperta di Jung, così
come si evince da varia bibliografia a riguardo, geniale fu invece l’utilizzo che ne fece. Storicamente Jung si rifece agli studi di Tarchinoff che nel 1888 poté osservare il fenomeno GSR, per cui facendo percorrere il corpo di un essere umano da una piccolissima energia elettrica di tipo continuo compresa tra i valori di 0,5 e 3 Volts, si poteva misurare una resistenza al passaggio di questa corrente in base all’umore e allo stato emozionale; variando lo stato emozionale in base a stimoli esterni presentati, variava il valore di resistenza misurato in ohm. Proprio questa variazione di resistenza fu denominata galvanic skin response. Verso la fine del 1890 fu il turno di Wilhelm Wundt che usò apparecchiature simili, innaugurando una linea di ricerca denominata psicofisica. Ma solo Jung ne colse le potenzialità, introducendo le tecniche associative mirate alla terapia. Jung
abbandonò in seguito l’uso di questi strumenti; l’eredità fù però colta da Mary Collind e James Dreaver che nel 1926 pubblicarono il testo “Experimental Psychology” presso l’Università di Edinburgo (pubblicato negli USA nel 1938) dove si approfondiva la psicofisica di Wundt avvalendosi anche delle scoperte di Jung. In seguito Wiliam Reich nel 1935 presso lo Psychological Institute, dell’Università di Oslo condusse ulteriori esperimenti comprovando l’esistenza di una carica bioelettrica da poter utilizzare in sede terapeutica.
continua …..
Dott. Egidio Francesco Cipriano
Psicologo Informatico
Bibliografia
- JUNG C.G., “I tempi di reazione nell’esperimento associativo”, in Opere, Bollati
Boringhieri, Torino 1987 - JUNG C.G., Simulazione di malattia mentale, Boringhieri ed., 1978.
- FREUD S., Neuropsicosi della difesa, in Progetto di una psicologia e altri scritti 1892-1899,
Torino, Bollati Boringhieri, 2002 - FREUD S., Interpretazione dei Sogni Edizione Integrale, Bollati Boringhieri, 2011
- P. JANET, L’automatisme psychologique (1889). L’Harmattan, Parigi, 2005.
-DOMHOFF , G. W. (2000), Similarities and Differences Between Freud and Jung