Ilva da chiudere se se e se ma, e Taranto ai Tarantini
Sfidando il freddo, Luigi Abbate, noto giornalista tarantino, conosciuto soprattutto per i suoi tanti servizi sull’Ilva, candidato sindaco con una lista dall’emblematico nome di “Taranto senza Ilva” ha presentato il suo programma in piazza della Vittoria: “non mi rinchiudo come gli altri candidati sindaco nelle sale degli alberghi ma affronto la piazza”. Un comizio potremmo dire di altri tempi, molto passionale. Introdotto da Ninni Vanni , Abbate ha parlato del suo programma che si sintetizza nella riconversione economica attraverso il recupero delle tante risorse naturali, da quelle del mare, fino alla storia e alla cultura.
Ma solo con la chiusura dell’ILVA, azienda che oggi macina, secondo Abbate, 50 milioni di debito mensile, con i quali si potrebbero finanziare 30 anni di demolizione dello stabilimento e bonifiche.
Un’azienda, sempre secondo il candidato sindaco, che al momento non offre altro che malattie, morte (sul palco i genitori di un operaio morto nello stabilimento), e povertà, richiamando le migliaia di maestranze attualmente in cassa integrazione a 700/800 euro mensili.
Ma non risparmia severi giudizi a carico degli altri candidati sindaco. Ne ha per tutti. Soprattutto per Melucci ritenuto un industrialista convinto che mai avrebbe chiuso l’Ilva e che non avrebbe compiuto tutti gli atti necessari per salvaguardare la salute dei tarantini. Melucci nelle mani di Emiliano secondo Abbate “appena insediato Emiliano gli ha assegnato le guardie del corpo inserendo due sue uomini in giunta. E’ ora che Taranto torni ai Tarantini!”.

A Melucci viene contestato anche il fatto di essersi intestato lavori che in realtà non sono mai stati realmente effettuati come ad esempio il recupero della Villa Peripato o del piazzale Bestat.
A Musillo rimprovera di aver governato con Melucci e di essere passato dalla sinistra alla destra. Anche per il candidato sindaco Battista segnala alcuni cambi di casacca. Allo stesso rimprovera di non aver inserito nel suo programma la chiusura dell’Ilva. Non ritiene infine la candidatura dell’ex senatore Filograna ricevibile: “Taranto non può essere la terra dei forestieri, Taranto ai Tarantini”.
Un attacco diretto, con nomi e cognomi, anche a due note testate giornalistiche ree, per Abbate, di dedicare tanto spazio a Melucci e Musillo e pochissimo agli altri candidati sindaco.