Parla Mauro Alessano, il professore che ha salvato la vita a uno studente
Chiacchierando con Mauro Alessano, il professore di scienze motorie dell’istituto “Pacinotti” di Taranto che ha salvato la vita a Francesco (nome di fantasia), abbiamo incontrato una persona semplice e disponibile, anzi diciamo pure molto simpatica. E’ subito sintonia. Qualcuno avrà pensato che ha fatto solo il suo dovere, ma a noi piace considerarlo un piccolo, grande eroe per quello che ha fatto. Almeno è innegabile che ha avuto sangue freddo e non si è perso d’animo. Ma in realtà lui è modesto ed è ancora incredulo per quello che è accaduto.
E’ il 26 settembre ed è una giornata splendida e i raggi del sole irrompono con prepotenza come se fosse piena estate, ma al “Pacinotti”… “Stavamo facendo lezione. Finita la parte teorica, eravamo passati alla parte pratica. Francesco era stato mio alunno lo scorso anno, mentre quest’anno è alunno di un altro collega. Però eravamo in contemporanea in palestra. Il mio collega inizia a far fare una corsetta ai suoi ragazzi, mentre io avvio i miei per farli giocare a tennis tavolo. Una pallina si è rotta ed io mi sono allontanato pochi istanti per andare nel magazzino a prenderne un’altra. E mentre tornavo sono stato chiamato da alcuni ragazzi che urlavano… ‘professore, corra, c’è un ragazzo che non sta bene’. Quindi, sono tornato in palestra. Ma quando ha visto Francesco ragazzo per terra… Il collega era già lì. Abbiamo provato a chiamarlo, ma lui non era cosciente, non rispondeva. Ho sentito il suo petto e il suo polso, ma non c’era ventilazione. E in quel momento abbiamo capito che la situazione era abbastanza seria.
Ho fatto immediatamente chiamare il 118 e fatto prendere il defibrillatore in dotazione alla scuola e ho iniziato il massaggio cardiaco. Dopo pochi istanti Francesco ha ricominciato a respirare. Ho aspettato qualche istante, ma il suo cuore si è fermato nuovamente”.
Ma il professore non si è arreso, anzi… “così ho ripreso a massaggiare e lui si è ripreso ulteriormente, ha mosso le mani e ha aperto un po’ gli occhi. Stava tornando fra di noi, ma dopo qualche istante e n’è andato di nuovo. E mentre stato per iniziare a defibrillare è arrivata l’autoambulanza del 118 e hanno continuato loro, defibrillandolo per due volte prima che il suo cuore ripartisse”.
Ma non è finita qui, perché “in ambulanza il suo cuore si è fermato ancora. E’ stato defibrillato di nuovo e una volta ripreso è stato portato alla clinica ‘Villa Verde’ ed è stato stabilizzato”.
Un intervento fondamentale, quello del professore sino all’arrivo dei centodiciottisti, non solo per la ripresa del paziente, ma anche per la tempestività. Perché è importante intervenire entro i primi 3 minuti dall’insorgere dell’arresto cardiaco, ovvero prima che il paziente possa riportare esiti neurologi invalidanti. Quindi Alessano non ha solo salvato la vita a Francesco, ma ha dato a lui la possibilità di continuare a vivere una vita normale. Il professore è sempre stato molto sensibile all’insegnamento delle manovre salvavita e da circa cinque anni, insieme al 118, organizza corsi di primo soccorso nella sua scuola. Ma questa è la prima volta che si trova a dover fronteggiare una vera urgenza. Ma lui è ancora troppo emozionato e incredulo… “forse non mi sono ancora reso conto di quello che è accaduto. L’unica cosa che ho pensato quando ho iniziato a massaggiare è che non lo avremmo perso. E’ una di quelle sensazioni inspiegabili, ma è quello che sentivo”.
In realtà, lui si rifiuta di essere considerato un eroe… “ho fatto solo quello che avrebbe fatto chiunque che avesse avuto un minimo di competenze in una situazione di quel tipo. E nient’altro”.
Ma il professore crede in quello che fa e lancia la sua provocazione… “io ho avuto la possibilità di intervenire perché a scuola sto facendo dei corsi insieme al dott. Balzanelli e il nostro istituto, grazie anche all’interessamento del preside, organizza queste cose da 5 anni. Ma il problema è che lo devono fare tutti.
E siccome noi esseri umani, a volte, siamo un po’ egoisti, vediamola in un altro modo… e se accadesse a me? Chi vorrei avere accanto? Una persona che sa come intervenire oppure no? Sicuramente qualcuno che lo sappia fare. E allora impariamolo tutti…”.
Cosimo Lucaselli