Note stampa da più soggetti; dopo il sindaco intervengono forze politiche e sindacati
Il cordoglio del nuovo Arcivescovo Mons. Ciro Miniero
Come una specie di copione che di volta in volta si ripete con una liturgia consumata, in cui cambia solo l’attore protagonista. ovvero la vittima di turno, giungono messaggi di cordoglio per la morte del giovane trentunenne, schiacciato da un’ ecoballa al porto di Taranto.
Insieme al cordoglio, lo sciopero, e le riflessioni del momento. C’è un problema lavoro nella sua complessità e generalità da affrontare: quella del lavoro precario, sottopagato, troppo spesso sotto forma di ricatto (prendere o lasciare). Una questione che non si risolve solo con il salario minimo. Occorre far sì che il lavoro onesto, giustamente retribuito, soprattutto sicuro, dignitoso, sia più conveniente del lavoro nero, precario, sottopagato. Quindi occorre avere una visione più ampia, che guardi al sistema produttivo nel suo insieme. Aumentare le pene, aggiungere leggi su leggi, non porta a nulla anche perché i controlli sono minimi e non è ipotizzabile che aumentino.
Il cordoglio dell’ Arcivescovo
«Desidero far giungere la mia vicinanza ai famigliari di Antonio Bellanova, giovane vittima del lavoro nell’area portuale di Taranto. Sono i primi giorni del mio ministero episcopale tarantino e una delle più dolorose questioni legate a questo territorio, ma purtroppo non solo, si presenta con tutta la sua drammatica realtà. Mi stringo alla famiglia Bellanova con affetto e assicuro la mia preghiera invitando la comunità diocesana a fare altrettanto perché mentre invochiamo la consolazione del Risorto possiamo adoperarci perché sia assicurato a tutti un lavoro che garantisca la dignità della persona umana e la sua sicurezza».
+ Ciro Miniero Arcivescovo Metropolita di Taranto
Per CGIL e CISL Taranto: “Come faceva quel lavoratore ad essere lì? “Opacità” sull’assetto normativo e contrattuale dell’operaio in somministrazione”
“Abbiamo atteso qualche ora dopo l’ennesima morte al porto di Taranto, perché ci sembrano da tempo vuote e insufficienti le frasi di cordoglio di fronte a fatti come questi e perché l’incidente mortale in cui ha perso la vita ieri il 31enne Antonio Bellanova grida giustizia anche alla luce di “opacità” circa l’assetto normativo e contrattuale in cui era inquadrato l’operaio e che ci riserviamo di appurare ulteriormente nelle prossime ore”.
I segretari confederali di CGIL e CISL Taranto, Giovanni D’Arcangelo e Gianfranco Solazzo, in una nota intervengono sul fatto di cronaca di ieri e sostengono con forza lo sciopero indetto dalle categorie di riferimento dei lavoratori portuali.
Ma al di là dello sciopero per i confederali, la vicenda merita un approfondimento ulteriore e l’individuazione netta delle responsabilità.
“Balza agli occhi in maniera tragicamente evidente, qualcosa sfuggita al racconto di cronaca di queste ore – dicono – quel giovane uomo, finito schiacciato da una ecoballa all’interno della stiva di una nave, solo qualche giorno prima era a fare il pulitore nell’area LAF o nella zona Parchi Minerali della grande acciaieria tarantina. Come sia possibile che un lavoratore sia in grado di fare due lavori così differenti, che prevedono prerequisiti di sicurezza e di esperienza così diversi e come può uscire dall’acciaieria per entrare al porto e condurre manovre così delicate con tale facilità?”.
Così CGIL e CISL accendono i fari sul contratto di somministrazione, sulla formazione, su chi avrebbe dovuto controllare, e chiedono con forza di non parlare più di incidente.
“A che titolo quel lavoratore era in quella stiva? Era preparato a quel tipo di lavoro o era il classico tappabuchi come nelle prerogative tipiche di chi lavora per le agenzie di somministrazione? – si chiedono – Sono tutti dubbi che da ieri affollano i nostri pensieri e che se dovessero rivelarsi fondati non ci farebbero più parlare di “incidente””
CGIL e CISL Taranto, in queste ore e attraverso le loro categorie stanno acquisendo ancora ulteriori informazioni, ma nei prossimi giorni presenteranno regolare richiesta di approfondimento più dettagliata all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio – Porto di Taranto.
UIL PUGLIA, Ronzoni: “Ancora una vita spezzata … Continuiamo a chiedere più sicurezza”
“Ancora una vita spezzata in questa torrida estate pugliese. Il dolore e le lacrime per la morte di Antonio Bellanova, operaio in somministrazione di 31 anni nel porto di Taranto si accompagnano alla rabbia per l’ennesima tragedia che poteva essere evitata. Se il rispetto dei contratti nazionali e della normativa sulla sicurezza fossero una priorità per tutti queste tragedie non accadrebbero e non saremmo qui a piangere l’ennesimo lavoratore morto mentre svolgeva il suo lavoro” dichiara Emanuele Ronzoni, segretario organizzativo Uil e commissario straordinario della Uil Puglia.
“Continuiamo a chiedere più sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori, ma il silenzio con il quale vengono accolte le nostre richieste è assordante, mentre la strage continua. Il Governo nazionale e quello regionale non possono continuare a far finta che queste morti siano un triste dazio da pagare. Zero morti sul lavoro è l’obiettivo al quale tutti, insieme, dobbiamo tendere”.
UIL TARANTO, Pallini: “Una terribile notizia, dolore e rabbia … continueremo a lottare senza sosta per l’affermazione di una sicurezza che sia prima cultura che norma”
“Un’altra giovane vita spezzata e il vuoto incolmabile per tutta una comunità che continua a contare vittime incolpevoli, come Antonio Bellanova, intento a lavorare con contratto di somministrazione all’interno del porto di Taranto. Commenti, parole e affermazioni di fronte a questi drammi che sono diventati oramai una vera e propria emergenza, ma che purtroppo non viene trattata come tale, tendono ad assumere sempre contorni più marcati di una irragionevole impotenza, perfino rassegnazione da parte di chi ha le leve decisionali nel Paese, e non solo, che può fare e non fa” afferma Pietro Pallini, coordinatore della UIL di Taranto.
“Non ci si può rassegnare di fronte a vite che si interrompono in questo modo, proprio mentre si svolgono le proprie mansioni di lavoro; mentre si assolve a un dovere, com’è accaduto ad Antonio. Una terribile notizia, dolore e rabbia, proprio mentre si è da poco concluso l’incontro con il Ministero del lavoro sul tema dell’emergenza caldo dietro la nostra forte sollecitazione.
Non dobbiamo mai smettere di dar voce a proposte e azioni che mirano a migliorare le condizioni sui luoghi di lavoro, affinché non si comprometta la sicurezza di chi opera, di chi si smazza per un salario, il più delle volte per la sopravvivenza. Vivere non è sopravvivere e sopravvivere non è morire. Di questo stiamo parlando. È giunto il momento di un impegno forte, di uno shock al sistema da parte della politica, attraverso il varo di misure straordinarie per fronteggiare quella che oramai è diventata una battaglia per la vita. Cos’altro è se a distanza di pochi giorni tutti piangiamo la seconda vittima sul lavoro qui a Taranto?
In attesa che gli inquirenti facciano piena lice sull’accaduto e accertino eventuali responsabilità, le nostre proposte sono e restano estremamente chiare e non danno luogo a fraintendimenti: incremento dei controlli, maggiori assunzioni di ispettori sul lavoro e maggiori sopralluoghi ispettivi, divieto di accesso a fondi pubblici (a cominciare da quelli del PNRR) per le aziende che non rispettano gli standard di sicurezza e non applicano i contratti nazionali di lavoro sottoscritti dai sindacati maggiormente rappresentativi; maggiori investimenti in formazione e prevenzione, leggi più severe e inasprimento della pena per chi fa della sicurezza un costo anteponendo così il profitto alla vita umana.
Tutte proposte che finora sono rimaste inascoltate dal mondo politico e istituzionale di fronte a un dramma che oramai ha assunto i tratti di un conflitto, quello per la civiltà. Alla famiglia di Antonio, le condoglianze e la vicinanza più sentita da parte della UIL Taranto, che continuerà senza sosta a lottare per l’affermazione di una sicurezza che sia prima cultura che norma, con l’invito a tutte le istituzioni del territorio coinvolte sul tema della sicurezza del lavoro a mettere in campo ogni forma di collaborazione e iniziativa tesa alla sensibilizzazione pubblica ed al rispetto delle regole e normative vigenti.
Nota del PSI Taranto
Un altra vita umana di un giovane di solo 31 anni Antonio Bellanova , viene ammazzato da una ecoballa ( di rifiuti) , non è possibile che si possa perdere la vita nel 2023 , perché si lavora senza controlli di sicurezza e chi ha l’ autorità di ispezionare il modo e condizioni di come vengono impartite le pratiche operative di lavoro non sappiamo se si applicano, le seguenti pratiche devono essere messi a disposizione delle autorità competenti, mi auguro che si faccia un indagine approfondita con scienza e coscienza .Il partito socialista italiano jonico , è vicino alla famiglia e si addolora per l ‘ accaduto, condoglianze sentite alla sua famiglia , un R.I.P. Antonio.
Salvatore Mattia Segretario Provinciale Partito Socialista Italiano jonico