riceviamo e pubblichiamo:
Perché, come si fa da anni in tanti altri paesi, in Italia non viene introdotto il voto elettronico consentendo così di votare da casa ai tanti fuori sede e a chi non vuole perdere ore in fila ai seggi? On line gestiamo i conti bancari e dialoghiamo con la Pubblica amministrazione con lo Spid, perché non si può votare?
Basta bizantinismi, il sistema elettorale si deve adeguare ai tempi, altro che bollino di sicurezza sulle schede elettorali come sulle banane!
Avviciniamo la gente al voto, non allontaniamola.
È stata la mia riflessione quando di domenica ho dovuto fare la fila per votare.
Diverse le mie riflessioni, come militante e amministratore Socialista, il lunedì…
Abbiamo perso, è vero e non c’è appello: abbiamo smarrito la strada maestra allontanandoci dai cittadini e loro ci hanno punito nell’urna.
Ora dobbiamo analizzare rapidamente il risultato, dobbiamo fare presto, per poi tornare subito ad agire, anzi a reagire da questa débâcle, perché questa è stata: una sconfitta vergognosa.
Indubbiamente in questa campagna elettorale, ma anche prima, abbiamo sbagliato quasi tutto, sui temi e sul metodo.
Abbiamo lasciato ad altri le nostre “storiche” battaglie sui diritti e sulle tutele dei lavoratori e dei più deboli.
Abbiamo parlato di “ascensore sociale”, lasciando la narrazione di uno strumento fondamentale per garantire le stesse opportunità come il reddito di cittadinanza al Movimento 5 Stelle che sì lo ha reso universale, ma di certo non lo ha inventato.
Non abbiamo avuto il coraggio di mettere in pratica le battaglie sui diritti che abbiamo sempre professato.
Quelli delle donne e dei giovani, ad esempio, tant’è che la prima donna Presidente del Consiglio, sarà espressione di un governo di destra: come spiegarlo alle tante compagne che da sempre militano a sinistra?
Ci siamo presentati divisi in una elezione gestita da una legge elettorale che premia la coalizione più forte, un imperdonabile errore dettato da sentimenti di rivalsa.
Diceva Pietro Nenni che la politica non si fa con i sentimenti, figuriamoci con i risentimenti, ed eccone la prova!
Noi socialisti abbiamo commesso l’imperdonabile errore di candidarci nelle liste del Partito Democratico, eliminando dalle schede il nostro storico simbolo e il riferimento al PSE che – ricordiamocelo sempre – è la nostra casa europea: un errore che oggi Noi Socialisti paghiamo a caro prezzo perdendo dopo decenni la rappresentanza in Parlamento.
È necessario tornare tra la gente e gli amministratori pubblici come me sanno quanto sia importante il contatto diretto con gli elettori.
Un contatto che si è progressivamente perso a causa di una legge elettorale che garantisce ai segretari di partito di nominare non i migliori rappresentanti dei cittadini, ma i più fidati.
E così capita di eleggere in un collegio “sicuro” un parlamentare che proviene dall’altra parte dello stivale ma a cui va garantito un posto al sole o, meglio, una poltrona in Parlamento.
Una legge elettorale maggioritaria in un sistema bicamerale è una sciocchezza, eppure anche Noi Socialisti l’abbiamo votata e abbiamo evidentemente sbagliato.
Se vogliamo riconquistare i tanti cittadini che si astengono dal voto, più della metà degli aventi diritto al voto, dobbiamo ridargli la possibilità di scegliere attraverso liste costruite su base provinciale, preferenze e soglia di sbarramento per aumentare il grado di governabilità.
Questa è la proposta che da tempo i socialisti sostengono.
È importante fare tesoro di questa sconfitta e ripartire riportando la barra sui nostri temi, lo faremo con tutte le difficoltà che può avere un partito senza rappresentanza in Parlamento, ma soprattutto imponendoci da subito una scelta per il futuro: la presenza del simbolo del Partito Socialista Italiano sulle schede elettorali!
Taranto, 5 ottobre 2022
Paolo Castronovi
Consigliere Comunale Segretario Cittadino PSI di Terra Jonica
Paolo Castronovi: la scheda elettorale non è una banana!
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