Riceviamo e pubblichiamo
L’ultimo attacco alla Regione Puglia della maggioranza che sostiene il Sindaco Melucci è goffo, poco istituzionale e pieno di inesattezze. Anziché investire tempo ed energie nella soluzione dei tanti problemi che affliggono la città, a Palazzo di Città si preferisce continuare a giocare alla guerriglia con il livello istituzionale superiore, col quale bisognerebbe collaborare nell’interesse della comunità.
Circa i Giochi del Mediterraneo, ci tocca ricordare che la Corte Costituzionale, solo poche settimane fa, ha restituito dignità al ruolo di cui la Regione Puglia è stata privata dall’accordo Fitto-Melucci. La Suprema Corte ha specificato che sono necessari gli atti d’intesa con la Regione stessa per poter procedere con i decreti interministeriali di stanziamento delle provviste finanziarie.
Oggi, dopo 19 mesi nulla è cambiato. Manca ancora la vidimazione della Corte dei Conti e l’erogazione del contributo che non è ancora in cassa e i progetti sono gli stessi di un anno e mezzo fa. Su alcuni (stadio Iacovone, PalaRicciardi e palestra di Paolo VI, ad esempio) è stato fatto addirittura un passo indietro.
Non si parla di tutto ciò che sta intorno a un evento di tale portata e lo rende possibile: logistica, ospitalità, viabilità, cerimoniale, sicurezza. Sindaco e maggioranza dovrebbero occuparsi di questi aspetti più che giocare alla guerra contro la Regione.Ci tocca ricordare anche che volevamo chiudere l’esperienza amministrativa non solo per il disastroso modo di gestire la governance sui Giochi del Mediterraneo, ma soprattutto perché Rinaldo Melucci ha tradito il patto elettorale che ha vinto le elezioni nel 2022, ha sovvertito la volontà popolare dei tarantini e ha cambiato radicalmente approccio sul programma.
Avevamo ragione, basta osservare ciò che è accaduto dopo.Negli ultimi mesi Taranto è stata il palcoscenico di un film dell’orrore politico, in cui i protagonisti sono personaggi che cambiano idea nel giro di una notte, pur di garantirsi uno strapuntino di potere e il mantenimento delle indennità. La loro parola non vale nulla. Sono quelli che, dietro il paravento del “lo faccio con sofferenza per la città”, hanno l’unico obiettivo di garantire loro stessi, a costo di minare ogni credibilità della politica e delle Istituzioni.La sofferenza non è certo la loro, che accettano con leggerezza assessorati e modificano le regole del gioco istituzionale per le loro aspirazioni personali.
La sofferenza è della città, che avrebbe bisogno di una classe dirigente seria, appassionata e competente. Noi continueremo a impegnarci per il bene di Taranto e per darle amministratori di livello adeguato.
Pd, Con, Europa Verde, Una Strada diversa , Socialismo XXI