Momenti di emozione sul lungomare di Pescara. Da “votatemi come Giorgia”, alla commozione per il ricordo di Berlinguer e Almirante, sino a Sergio Ramelli, Mario Lupo, Walter Rossi.
La campagna per le europee procede in un clima acceso. La destra ha puntato su due figure cardine: Vannacci per la Lega, Giorgia Meloni per Fratelli d’Italia. La sinistra ha lottato per il nome del simbolo PD da presentare alle elezioni, con Elly Schlein che avrebbe voluto metterlo. Aveva infatti annunciato la sua candidatura in tutte le circoscrizioni in caso di disaccordi all’interno del partito.
Ma la lotta interna ha lasciato il posto alla commozione, quando prima Giorgia Meloni ha chiesto di essere chiamata con il suo nome – proprio in virtù del fatto che a suo dire sarebbe del popolo, come tutti – e dopo La Russa e Bianca Berlinguer hanno ricordato il rispetto istituzionale che intercorreva tra suo padre e Almirante.
“Benvenuta nella tana del lupo” – ha detto La Russa alla Berlinguer, proprio ricordando i quarant’anni dalla morte del padre. “Onoriamo la figura del tuo papà, con onestà e rettitudine”. C’era infatti un bel clima di rispetto tra due figure politiche così distanti, eppure così rispettose delle idee opposte. Aria di Prima Repubblica, di vecchia scuola, di uomini di altri tempi. Aria che lascia il posto a esponenti più fragili – istituzionalmente, si intende – e ad una politica più frammentata e al tempo stesso più spoglia.
E nel clima che post 25 aprile ha introdotto polemiche di parte e sciacallaggio ideologico, il cerchio si è chiuso armoniosamente. Sono stati infatti ricordati con commozione alcuni dei più famosi episodi neri di stragi politiche, sia a destra, sia a sinistra: Mario Lupo, Walter Rossi, Sergio Ramelli, Valerio Verbano.