Per porre fine al Covid-19, e le future minacce pandemiche, approvata la “Dichiarazione di Roma”
Nei giorni scorsi si è tenuto presso Villa Pamphilj a Roma, il Global Health Summit (Vertice Mondiale sulla Salute), istituito dalla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen e dal premier italiano Mario Draghi in qualità di presidente del G20.

Il Summit ha rappresentato un’opportunità per condividere le esperienze maturate nel corso della pandemia, che continua ad essere una crisi sanitaria e socioeconomica globale senza precedenti, con effetti diretti e indiretti sproporzionati sui più vulnerabili, su donne, ragazze e bambini, nonché sui lavoratori in prima linea e sugli anziani.
I 26 scienziati, provenienti da tutto il mondo, ritengono che “sia necessario un accesso globale equo alle forniture mediche e agli strumenti necessari ad affrontare il Covid-19 e le altre minacce alla salute, ricerca e innovazione, coinvolgimento dei gruppi di ricerca nei paesi a medio e a basso reddito, sorveglianza integrata delle malattie e condivisione dei dati, ascolto delle indicazioni scientifiche, rafforzamento del personale e dei sistemi sanitari, capacità produttive regionali, fiducia pubblica, governance ben coordinata e salute sostenibile”.
Global Health Summit ha dato l’opportunità agli esperti, di redigere ed approvare la “Dichiarazione di Roma”, un vero e proprio decalogo sulla base delle evidenze disponibili con le azioni necessarie non solo a mettere fine alla pandemia, ma anche ad assicurare una migliore preparazione in vista delle future minacce pandemiche.
Il rapporto ha cercato di delineare anche il futuro dell’epidemia attuale, che non sarà finita fino a quando tutti i paesi non saranno in grado di tenere la malattia sotto controllo, afferma l’ISS (Istituto Superiore di Sanità) in una sua nota.
“La nostra massima priorità, continua la nota, è la vaccinazione su larga scala, globale, sicura, efficace ed equa in combinazione con altre misure di salute pubblica appropriate,insieme a un ritorno a una forte, crescita sostenibile, equilibrata e inclusiva.”
Secondo Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, “per ridurre il rischio di future pandemie dobbiamo anche affrontare il legame tra crisi sanitarie, povertà, disuguaglianze strutturali e degrado ambientale, la frequenza e la natura delle prossime pandemie, continua Brusaferro, dipendono fortemente dalla nostra capacità di adottare stili di vita sostenibili, dall’implementazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e dall’approccio ‘One Health’.
Fabio Ligonzo
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