Stamattina il neo direttore generale ha parlato dei programmi della sanità tarantina e dei nuovi progetti. Presenti anche il nuovo direttore sanitario Aldo Minerba, il nuovo direttore amministrativo Vito Santoro e il commissario della costituenda azienda ospedaliera “San Cataldo”, Michele Pelillo
TARANTO – Un incontro cordiale e partecipato si è tenuto stamattina tra Gregorio Colacicco e la stampa. Il neodirettore generale della Asl Taranto ha voluto fare il punto sui programmi e i progetti della sanità ionica, il cui nuovo corso “tutto tarantino” (anche Santoro e Minerba, rispettivamente direttore amministrativo e direttore sanitario, sono tarantini) inizia proprio quando l’emergenza della pandemia pare volgere al termine.
“Nonostante ce l’abbiamo messa tutta, l’emergenza Covid ha certamente portato con sé dei ritardi nella presa in carico e nella cura delle altre malattie – ha affermato Colacicco – e proprio per questo ora è necessario riprendere, partendo dalle priorità, ovvero dalla cura dei pazienti oncologici e delle persone affette da malattie croniche”.
Il neo direttore generale ha brevemente ripercorso il lavoro svolto durante la pandemia ma il suo intervento è stato tutto orientato verso le sfide del futuro: il primo pilastro del nuovo corso sarà, quindi, il recupero delle prestazioni, grazie alla messa a punto di una programmazione che permetta di ripartire e rilanciare la cura dei pazienti più fragili. Altro importante pilastro su cui rilanciare la sanità tarantina è, per Colacicco, l’umanizzazione delle cure: attraverso l’ascolto dei cittadini, delle loro segnalazioni e delle loro istanze che non devono essere viste come critiche ma come occasioni di miglioramento dei servizi. E poi c’è la telemedicina, un progetto che permetterà, grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie, di portare le cure direttamente a casa dei pazienti, evitando quando possibile gli spostamenti.
Il terzo pilastro, invece, passa attraverso i fondi del PNRR per le infrastrutture “La Asl Taranto – continua Colacicco – ha già presentato i propri progetti per un valore di circa cento milioni di euro per la costituzione di case di comunità e ospedali di comunità per ogni distretto, con l’obiettivo di costituire una sanità territoriale, vicina ai cittadini” che però, a detta dello stesso d.g., per funzionare in maniera efficace avrà bisogno di essere riempita di servizi e, quindi, di personale adeguato “La carenza di medici – afferma ancora il d.g. della Asl – non è un problema solo tarantino ma è di tutto il sistema sanitario, nonostante gli sforzi dei medici in servizio, questa carenza a volte si ripercuote sulla qualità e la celerità delle cure”.
Colacicco non ha nascosto le criticità che talvolta si presentano al Pronto Soccorso del SS. Annunziata, gravato da una penuria di medici: “Proprio tra qualche giorno, all’inizio di marzo, è previsto lo svolgimento di un concorso per i medici da dedicare al Pronto Soccorso, ma accanto a questo è necessario anche una educazione e sensibilizzazione dei cittadini per evitare quelli che definiamo accessi impropri”, ovvero interventi che possono essere gestiti attraverso il medico di base o differiti a visite specialistiche. Per tutte queste ragioni, il futuro della sanità tarantina passa soprattutto attraverso la formazione e, quindi, la facoltà di medicina e il nuovo policlinico.
“Procede l’acquisizione della ex Banca d’Italia, sede dei corsi di laurea, ma soprattutto la collaborazione con l’università e grande importanza riveste il San Cataldo, che sarà il fiore all’occhiello della sanità tarantina”, ha chiosato Colacicco.
Presente anche Michele Pelillo, neo commissario per l’azienda ospedaliera San Cataldo, che ha ricordato come l’idea di costruire a Taranto un nuovo grande ospedale risale a circa dieci anni fa “Avremmo voluto realizzare questo ospedale prima ma vedere i lavori del cantiere che procedono è emozionante. A breve sarò in grado di tracciare una road map sui tempi per la consegna del fabbricato e sulle altre attività per renderlo pienamente operativo. Tra le altre cose, procederemo con l’inserimento dell’Università all’interno del SS. Annunziata, per iniziare a progettare una grande azienda ospedaliera di rilevanza universitaria”.
Francesca Perrone
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