Lettera aperta di alcuni insegnanti della scuola “Sciascia” di Talsano al ministro della Pubblica Istruzione Azzolina a seguito dalla nuova ordinanza firmata da Michele Emiliano
Le vacanze natalizie sono finite e da domani si dovrebbe ritornare alla normalità scolastica. Ma in Puglia questo rientro è circondato da alcune sfumature (che prescindono dai dettami del governo Conte), che hanno provocato alcuni malcontenti fra il personale scolastico. Almeno una parte.
Tutto iniziò lo scorso 26 ottobre, quando il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, firmò un’ordinanza con la quale indicava chiaramente che “Nessuno potrà essere obbligato ad andare a scuola in presenza e le eventuali assenze saranno giustificate. Tutti avranno diritto a richiedere la didattica a distanza per tutelare la propria salute”. Decisione questa non proprio in linea con gli indirizzi del ministero della Pubblica Istruzione. Dura infatti fu la risposta del ministro Lucia Azzolina, la quale sottolineò che “Pensare di risolvere il problema chiudendo le scuole è una mera illusione. Perché i ragazzi escono, anzi usciranno di più e rischieranno di contagiarsi. A scuola invece, non solo ci sono misure di sicurezza, ma anche protocolli che permettono controllo e tracciamento”.
Ma, per amor di cronaca, è anche giusto ricordare che in quel frangente l’emergenza Covid 19 iniziava a evidenziare una curva che andava prepotentemente in salita sul territorio pugliese, tanto da indurre i vertici della Regione a non arretrare sulla decisione presa. Anzi, forte, all’epoca dei fatti, la replica dell’assessore alla Sanità, Pierluigi Lopalco, sin dall’inizio a capo della gestione epidemiologica della pandemia in Puglia, secondo il quale “Il numero di casi riportati nelle scuole, apparentemente, rispecchia la fotografia della distribuzione del virus nella popolazione esterna. In realtà, da quando è partita la attività didattica ad oggi sono stati segnalati 1121 casi di positività fra la popolazione di età 6-18 anni, corrispondenti all’11% dei casi totali. Questa percentuale era del 6% nella settimana dal 17 al 22 settembre e dell’8% nella prima settimana di apertura della scuola. L’aumento della proporzione di casi in quella fascia di età è dunque sicuramente contemporaneo alla riapertura della scuola nella nostra Regione”.
Ad ogni buon conto, la nuova ordinanza regionale emanata ieri, pare abbia provocato nuovi malcontenti tra una buona parte del personale scolastico, il quale giudica il documento, ondivago. E oggi in redazione riceviamo (e pubblichiamo qui di seguito) una lettera aperta al ministro Azzolina. Una lettera firmata da alcuni insegnanti di una scuola di Taranto (della borgata di Talsano per l’esattezza), la “Leonardo Sciascia”, i quali chiedono a gran voce un intervento da parte dello stesso ministero per dirimere la questione.
“Egr. ministro Lucia Azzolina,
siamo un gruppo di docenti dell’istituto Leonardo Sciascia di Taranto e Le scriviamo per sottoporre alla Sua cortese attenzione un problema che da mesi, a nostro giudizio, logora la scuola tutta, ma in particolare la primaria e secondaria di primo grado della Puglia. Il nostro governatore Michele Emiliano, come noto, ha legittimato la DDI nel nostro ordine di scuola, scelta unica nel suo genere tra le 20 regioni italiane, ma che abbiamo, nonostante tutto, portato avanti con grande sforzo e immenso senso del dovere. Tale scelta ha generato scompiglio e disorientamento all’interno di tutta la comunità scolastica che, sino a oggi, è sempre stata unita e collaborativa nel perseguire un unico obiettivo: il benessere, la crescita e l’educazione dei nostri ragazzi. Da qualche mese, con profondo dolore, assistiamo inermi alla disgregazione dei membri di questa stessa comunità, ora in contrasto gli uni con gli altri. Ne segue una amara considerazione: la DDI è stata un completo fallimento!
Le ragioni di tale fallimento sono sotto gli occhi di tutti e non certo imputabili all’incapacità dei docenti di metterla in atto, ma alle oggettive difficoltà di connessione – le scuole secondarie di primo grado si erano preparate per ben altro non investendo in qualcosa che NON ERA PREVISTO – e alla ancor più evidente impossibilità di gestire nello stesso momento due modalità didattiche enormemente distanti per concezione e metodo.
Tutto ciò ha generato un profondo senso di frustrazione in ognuno di noi e ci ha indotti oggi, dopo l’ennesima ordinanza-scempio emanata ieri, 5 gennaio, a dire BASTA e chiedere il Suo intervento.
BASTA: vogliamo una scuola di diritto. Il diritto allo studio non è forse un principio cardine della NOSTRA Costituzione? Oggi questo diritto viene vilipeso e calpestato: addirittura ora chi vorrà venire a scuola “dovrà chiedere il permesso di farlo”… che paradosso!
BASTA: vogliamo una scuola equa. Il diritto di uguaglianza non è forse anch’esso alla base della NOSTRA Costituzione? I ragazzi a casa, e specifichiamo che nel nostro istituto sono pochi per fortuna, non hanno forse il diritto di essere raggiunti e seguiti dai loro insegnanti come tutti gli altri??? Li abbiamo persi questi ragazzi, caro ministro, e questa è una sconfitta terribile oltre che un’ onta per chi tanto crede nella scuola!
BASTA: vogliamo una scuola sicura. Tanti fondi investiti per una capillare messa in sicurezza, come Lei aveva previsto per il nostro ordine, e un’organizzazione quotidiana degna di una caserma e ora ci sentiamo dire, tra le righe, che è meglio stare a casa. Allora viene spontaneo chiedersi: se la situazione sanitaria è così grave, a casa forse non dovremmo starci tutti? O i figli dei lavoratori, i bambini minori di 6 anni (bambini della scuola dell’infanzia), possono correre il rischio di contagiarsi perché figli di un Dio minore??? E se così non è perché allora non rientrare tutti in presenza???
BASTA: i genitori, come anche noi siamo, non DEVONO essere messi nella condizione di scegliere, questo genera solo caos e disorientamento e rende la scuola un CIRCO in cui basta pagare il biglietto per assistere alla spettacolo e alzarti e andartene se tale spettacolo non lo hai gradito! C’è chi dall’alto questa decisione ha il DOVERE di prenderla, non di delegarla… troppo comodo!
BASTA: con le ordinanze emanate nei giorni prefestivi, festivi o alle 8 del mattino del giorno lavorativo! La scuola ha i suoi tempi e le sue necessità organizzative! I dirigenti scolastici e i suoi collaboratori sono costretti in tempi da record ad approntare circolari, modelli, e orari che cambiano ormai a cadenza settimanale!
BASTA: alla completa assenza della SCUOLA DELL’INFANZIA nel dibattito apertura/chiusura. Non è scuola dell’obbligo ma è un servizio essenziale per l’infanzia. Questo ordine scolastico è forse immune al rischio di contagio!? Chiediamo solo COERENZA.
BASTA: vorremmo poter svolgere il nostro splendido lavoro con serenità e motivazione, vorremmo poter raggiungere tutti i nostri ragazzi nonostante le oggettive difficoltà. Ora non abbiamo nulla di ciò e non siamo neanche in pace con noi stessi, cosa che più di ogni altra ci addolora. Non vogliamo più vivere la nostra
professione come un “mero lavoro”, perché la nostra è una missione…ma bisogna crederci per portarla avanti e ora come ora ci sentiamo davvero come Virgilio nel limbo: “sospesi”.
CHIEDIAMO A LEI, CHE NE HA FACOLTÀ, DI PORRE FINE AL NOSTRO SUPPLIZIO VALUTANDO CON ATTENZIONE QUESTA NOSTRA RICHIESTA: INTERVENGA CONTRO IL PERPETRARSI DI TALE SITUAZIONE E L’ATTUARSI DI UNA PEGGIORATIVA, CONSENTENDOCI DI ATTENERCI SEMPLICEMENTE A QUANTO DISPOSTO A LIVELLO NAZIONALE”.
Gli insegnanti che hanno sottoscritto la lettera
Mariangela Lenti, Valeria Isabella Giuliani, Nicoletta Lincesso, Roberta Taveri, Angelamaria Nitti, Maria Angela Guarino, Beatrice Catozzella, Gabriella Strusi, Angela D’Addario, Anna Scarnera, Radeconde Bitonto, Annamaria Minervini, Solidea Marinelli, Massimo Morleo, Francesco Marchionna, Maria Pia Di Ponzio, Letizia Bottalico, Aurora Zingarelli, Anna Lacaita, Cosima Palumbo, Elena Mignogna, Paola Dentico, Guerino Di Giannantonio, Amelia Quarto, Gaetana Russo, Michela Nitto, Annarosa Careri, Laura Epifani, Eugenia Trapuzzano, Cosima De Pace, Rita Benvenuta Battaglino, Anna Grazia Pierri, Marta Infesta, Angela Roberti, Anna Magri, Patrizia Cairo Colella, Daniela Lanza, Maria Egidia Cuscito, Ninni Luciana, Delibero Apollonia, Anna Patrizia Longobardo, Antonia Prete, Concetta De Giorgio, Antonella Loberto, Viviana De Comite, Italia Latorre, Filotea Scudella, Simona D’Aragona, Anna Maria Demichele, Marcella Dinoi, Rosalba, Pulpo, Giovanna Taurino, Giangregorio Daniela, Tiziana Brisci e Filomena Mosca