Ecco ciò che emerge dalle parole del sottosegretario di Stato al Ministero della Salute Marcello Gemmato
Pandemia, un mostro che vorremmo finisse nel dimenticatoio. Capace di annientare un paese, agitare le acque, rompere il rapporto cittadini-istituzioni, rievocare i periodi storici più neri, intasare le terapie intensive. Mostro che potrebbe essere solo il lontano ricordo di un passato sfuocato, eppure così vicino. Trascina con sé scheletri nell’armadio e interrogativi già oggetto di numerose inchieste (Report tra le più famose). Non eravamo pronti, eppure lo scossone sembra non averci insegnato nulla. La differenza tra ieri e oggi è evidente. Infatti nell’antichità, dove la peste di Atene mostrava scenari catastrofici e un capovolgimento della realtà, le leggi hanno smesso di funzionare (quella che oggi è la legge marziale). Ma il Covid 19 di leggi ne ha arrecate fin troppe, e spesso sbagliate.
Studi scientifici a parte, con un ampio ventaglio di ricerche sulle più famose riviste scientifiche, non dobbiamo dimenticare che le decisioni finali le hanno assunte i politici. Spesso sotto attenta analisi di comitati scientifici. Anch’essi disorientati, a tal punto che – come riportato da Ranucci nell’inchiesta sulla pandemia – a fronte di numerose richieste sui dati per ricoveri da polmonite nell’anno 2019 e 2020, non è pervenuto nulla. Non era una svista, ma una mancanza vera e propria di dati importantissimi, che avrebbero immediatamente fatto scattare il piano pandemico.
Il nostro piano pandemico risaliva al 2006. Nonostante una decisione del Parlamento europeo avesse imposto agli stati di aggiornare i loro piani, nessun politico italiano dal 2006 al 2020 aveva mai avuto la premura di preoccuparsi di un’imminente pandemia. Due figure oggi si occupano di salute: Schillaci e Gemmato. Il primo figura in campo medico, già Ministro della Salute dal 2022 nel governo Meloni. Il secondo, Sottosegretario sotto lo stesso Ministero, affianca il lavoro di Schillaci.
Entrambi in un governo di centro destra, erano all’opposizione quando si opposero fermamente all’operato dell’ex Ministro Speranza (Ministro della Salute nei governi Conte e Draghi). L’Italia ha di recente votato no al green pass europeo. Ci chiediamo però che misure siano state messe in campo dalla fine della pandemia, e sopratutto se oggi il nostro paese sia pronto all’ipotesi in cui dovesse arrivarne un’altra. Disponiamo di adeguati e sufficienti posti letto, infermieri, dottori, respiratori, tamponi? Le parole di chi è responsabile nel campo della salute sembrano però aver evidenziato una falla nel sistema, quasi ad indicare che potremmo essere impreparati. Il sottosegretario Gemmato rivela delle statistiche: si presenta una pandemia ogni cento anni. Ma la domanda è: siamo adesso più preparati?
Adesso l’Italia ha votato no al green pass europeo. Lei, insieme al Ministro Schillaci si era schierato contro il green pass e le politiche Covid adottate dai precedenti governi. Come commenta questa decisione?
“Più che schierarsi contro, è un continuare a dire e fare ciò che avevamo detto e fatto quando eravamo all’opposizione. Quando eravamo all’opposizione, Giorgia Meloni, all’epoca solo leader di Fratelli D’Italia, e il sottoscritto, ritenevamo che il green pass non fosse uno strumento di sicurezza sanitaria, perché non consentiva di essere immuni dal virus. Ed erroneamente si limitava la libertà individuale dei cittadini in funzione di una tessera. Siamo stati contrari e lo siamo tutt’ora, e lo esprimiamo nelle sedi opportune.”
Quindi è un lavoro di sincronia quello che ora sta compiendo con il Ministro Schillaci?
“Si, il ministro è un grande medico, un professore universitario, preside di facoltà, ed evidentemente capisce di sanità e salute.”
Siamo adesso adeguatamente preparati ad un’eventuale prossima pandemia e abbiamo imparato la lezione?
“Ma spero che non ci sia più una pandemia, anche perché la statistica ne mostra una ogni cento anni. Speriamo di poter assistere nella misura in cui diventiamo ultracentenari, ma così non sarà.”
Nulla di fatto sulla cooperazione tra il ministro Schillaci e il sottosegretario. Nemmeno – ancor più importante – sui piani pandemici. Ci saremmo aspettati qualche dettaglio in più ed una rassicurazione ai cittadini, che dopo un’immane tragedia attendono ancora chiarezza dalle istituzioni su cosa si possa evitare e su come congiuntamente gli stati possano rispondere ad una calamità di questo tipo. Se il sottosegretario spera che non accada prima di cent’anni, noi speriamo che non occorra una nuova Wuhan per ricordarci la lezione che male abbiamo appreso in classe.
“