Abbate ci ripensa e non firma; ma non è una sorpresa per molti. Neppure Machiavelli sarebbe arrivato a tanto.
Intanto c’è un commissario ma è quello dell’ ex Ilva.
Come nelle migliori favole (di favola alla fine parliamo!) in ultimo vissero tutti felici e contenti: i 16 firmatari riunitisi presso lo studio del notaio Monti, che hanno dimostrato coerenza e il coraggio di rinunciare a legittimi interessi personali, e che continuano a sedere a palazzo di città; ancora più contenti ovviamente coloro che oggi governano la città con una maggioranza di fatto nuova e diversa da quella uscita dalle urne nel 2022.
Tutto merito(?) di Luigi Abbate che ci ripensa e non firma. Abbate uno dei due promotori della mozione di sfiducia contro il sindaco Melucci. Spiega il suo dietrofront con una lunga nota stampa. In sintesi si dice indisponibile ad essere strumento di Emiliano che avrebbe guidato i 17 firmatari o quantomeno quelli della sua parte politica.
Uomo libero, così si definisce, si assume il merito, e la responsabilità, di “far saltare il banco”. Però, dice anche, che la sfiducia al sindaco andrebbe consumata nel consiglio comunale. Dal punto di vista delle conseguenze evidentemente non ci sarebbe nessuna differenza. Abbate ha ribadito il suo pensiero in una diretta Facebook.
Quindi Abbate responsabile unico di quanto accaduto questo pomeriggio in via De Cesare? Davvero si è trattato di una sorpresa? L’impressione che abbiamo ricevuto, essendo presenti sul posto, è che per molti l’esito fosse quantomeno previsto.
Machiavellico? Fantapolitica? A pensar male si fa peccato ma a volte, forse anche spesso, ci si azzecca come diceva qualcuno che di politica, quella con la P maiuscola se ne intendeva.
Intanto mentre la città, e noi tutti giornalisti, eravamo distratti da queste vicende locali, a Roma si decideva l’amministrazione straordinaria per l’ ex Ilva. Insomma una giornata complessa per i tarantini. Ma altre ne verranno purtroppo.