Il ruolo dei pentiti, il maxi processo Ellesponto, l’intervista a Gianfranco Modeo, le relazioni con la grande industria
Su iniziativa del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Renato Perrini si è svolto ieri, 2 febbraio 2024, un incontro pubblico, presso la masseria “La Francesca” , per presentare la seconda edizione del libro “Taranto tra pistole e ciminiere, ieri e oggi” , scritto a 2 mani dal magistrato Nicolangelo Ghizzardi, e dal giornalista Arturo Guastella.
Sono intervenuti, il Consigliere Regionale Renato Perrini, presidente della commissione regionale di studio d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia e vice presidente della Commissione Sanità in Puglia; la senatrice Maria Nocco, membro della Commissione parlamentare d’ inchiesta sullo sfruttamento del lavoro in Italia, il senatore Roberto Menia, membro della Commissione affari esteri e difesa.
Presenti anche diversi rappresentanti dei circoli territoriali di Fratelli d’Italia, tra cui l’intero direttivo del circolo “Impavidi” guidato dall’avv. Matilde Percolla, amministratori locali, il coordinatore cittadino di FdI avv. Gianluca Mongelli.
La seconda edizione del libro è arricchita da un’intervista a Gianfranco Modeo. La famiglia Modeo è al centro della storia di un periodo molto complesso della storia tarantina, caratterizzato della faida tra Antonio Modeo, detto ‘il Messicano’, ed i suoi fratelli Gianfranco, Riccardo e Claudio. Ben 163 morti ammazzati in soli 3 anni.
Nicolangelo Ghizzardi è stato tra i protagonisti di un pool di magistrati che indagò, all’epoca con sistemi tradizionali, non ancora informatizzati ( non c’erano i trojan per intenderci); non c’era neppure un’adeguata preparazione rispetto ad un fenomeno nuovo. Cionondimeno, anche grazie all’avvento del pentitismo, ma soprattutto, come ha ricordato il magistrato, con un grande lavoro di squadra coordinato dall’allora procuratore capo Giovanni Massagli, si sono ottenuti grandi risultati, sfociati nella celebrazione del maxi processo Ellesponto.
Sullo sfondo la grande acciaieria e gli interessi della malavita. In quegli anni, tra i tanti omicidi, quello del capo turno della vigilanza Italsider Giovanbattista Tedesco, ex carabiniere, che si era opposto agli interessi della malavita organizzata.
Un’ epoca fortunatamente ormai lontana ma di cui va servato il ricordo per onorare le morti innocenti, riconoscere il valore di chi ha affrontato su vari piani quell’emergenza, e per mantenere sempre alta la guardia.
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