Poche certezze su tempi e risorse; discorsi già sentiti più volte. Se ci sarà sviluppo economico ci saranno i voli (come direbbe il compianto Catalano).
“Sette milioni di fondi regionali per ampliamenti e restyling dell’aeroporto di Grottaglie. L’investimento è stato presentato a Taranto con il governatore Michele Emiliano, l’assessore regionale allo Sviluppo economico Mino Borraccino, vice presidente e direttore tecnico di Aeroporti di Puglia, Antonio Maria Vasile e Donato D’Auria, i sindaci di Monteiasi, Carosino e Statte, assente il sindaco di Grottaglie, Ciro D’Alò, in polemica sulla sede della presentazione[….]. (fonte newletter ANSA.it)
Questa la sintesi della conferenza stampa tenutasi a Taranto questa mattina 3 agosto 2019. Un momento storico per l’ assessore Mino Borraccino, nessuna progettualità invece per l’on. Alessandra Ermellino (M5S); scetticismo, che condividiamo in pieno delle associazioni che da tempo si battono per apertura dell’aeroporto Arlotta ai voli di linea (durante i lavori sono intervenuti tra gli altri Alfredo Luigi Conti e Cinzia Amorosino). Non abbiamo contezza dei progetti, né siamo esperti di aerostazioni. A pelle, visitata più volte l’attuale struttura, l’idea che ci facciamo è che forse 7 milioni non basteranno certo a trasformare l’Arlotta in un “vero” aeroporto per voli di linea. Ma non è questo il problema. Mettiamo da parte il contesto temporale, 9 mesi circa dalle elezioni regionali. Ci sforziamo di credere che sia davvero arrivato il momento buono per l’aeroporto di Taranto-Grottaglie (Il sindaco di Grottaglie, pare assente per via della scelta della sede della c.s., prenda atto che si tratta di un aeroporto provinciale con un bacino potenziale pluriregionale). Prendiamo spunto da alcune osservazioni dell’on.le Ermellino che, con nota stampa, esprime perplessità per la assenza di una puntuale progettualità. “bisogna prendere in considerazione i numeri dell’utenza per comprendere analiticamente se converrebbe in termini di fruizione aprire ai voli civili[…].
Questo è un refrain che ascoltiamo ormai da anni da parte di chi di fatto si oppone allo sviluppo di un attività di linea. La domanda, forse banale, è: è nato prima l’uovo o la gallina? E già, perché, forse, se le compagnie aeree, facciamo qualche esempio: Ryanair, Irlanda, (RYR) …Easyjet, Regno Unito, (EZY) …Volotea, Spagna, (VOE) … fossero incentivate, come avviene per Bari e Brindisi (a suon di contributi pubblici), magari l’utenza potrebbe cominciare a vedersi. Ma l’utenza può crescere, e questa è la strada più indicata, attraverso lo sviluppo economico del territorio (che è ciò che ha segnalato il governatore Emiliano lasciando intendere che lo sviluppo dell’ Arlotta di fatto è sub judice: se ci sarà sviluppo ci saranno voli), e accordi con le vicine regioni Basilicata e Calabria. L’idea è quella di servire un bacino interregionale senza intaccare quello dei due aeroporti adriatici (due aeroporti a distanza di circa 80 km entrambi sull’ Adriatico!). “L’obiettivo comune dovrebbe essere, quindi, quello di attrarre investimenti, non relegando Grottaglie negli stretti ambiti della battaglia al campanile”. Anche la storia del “campanile” l’abbiamo sentita tante volte. Che vuol dire? Si potrebbe dire esattamente il contrario.
Perché rivendicare delle sacrosante esigenze, in un territorio a cui hanno sottratto i treni, la Banca d’ Italia, la Sovraintendenza, ridimensionato il Comando M.M., lasciando in piedi una industria decotta, pericolosa per ambiente e salute, che peraltro ha ridotto l’occupazione, oltre ad una raffineria che in silenzio aumenterà il traffico di idrocarburi e con esso i rischi, deve considerarsi campanilismo? Quindi cominciamo a mettere da parte i ritornelli e chiariamoci le idee: qual è realmente l’idea di futuro per Taranto? Quali concretamente le infrastrutture che si andranno a completare? Soprattutto:in quali tempi? Non vorremmo che qualche lavoro avesse inizio a gennaio e fosse interrotto a giugno 2020!
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