In una meravigliosa giornata di ottobre, il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, viene a Taranto per l’inaugurazione dell’anno scolastico in corso. E’ accaduto ieri, 21 ottobre, nella meravigliosa cornice del castello aragonese di Taranto.
E allora, caro ministro, è stato un immenso piacere averla fra noi, ma sappia che non è approdato in una città qualunque.
Ieri al castello aragonese, fra una cosa e l’altra, è stato anche presentato il caso di Francesco (nome di fantasia). Si tratta del ragazzo che lo scorso 25 settembre è stato colpito da molteplici arresti cardiaci, mentre era a scuola, nell’ora di educazione motoria. Francesco è stato salvato dal suo professore, il quale con coraggio e determinazione ha iniziato le compressioni toraciche, facendo ripartire il suo cuore a più riprese, sino all’arrivo del 118.
I centodiciottisti (giunti comunque a tempo di record, dopo 8 minuti dalla chiamata in centrale operativa), hanno poi continuato a fare quello che era necessario fare (questo è certo). Hanno defibrillato, ripreso nuovamente Francesco, per poi ristabilizzarlo definitivamente. Ma se non ci fosse stato qualcuno a iniziare il massaggio cardiaco nell’immediato (e ridare vascolarizzazione al cervello), il 118 avrebbe “resuscitato” un “vegetale”.
Caro ministro, lei sa bene di cosa stiamo parlando ed ecco il motivo per il quale è fondamentale che tutti sappiano mettere due mani sul torace. Ma per realizzare tutto questo è necessario far partire quanto prima la legge che impone l’insegnamento delle manovre salvavita nelle scuole italiane.
Insomma, caro ministro, questo è il motivo per il quale Taranto non è una città qualunque. Proprio qui, nel 2005, è nata l’idea di questa legge. Una legge ad iniziativa popolare che porta la firma di 93mila italiani che credono in questo traguardo e che attendono.
Attendono, perché (è giusto ricordare), dopo la raccolta di quelle firme, nel luglio 2015 l’insegnamento delle manovre salvavita nella scuola è diventato legge (ddl “Buona Scuola”, articolo 1, comma 10). E, successivamente, dopo la pubblicazione dei decreti attuativi, nel 2018 a Taranto è anche partita la fase sperimentale del progetto, che ha coinvolto circa 5mila studenti. Fase sperimentale, al quale il Miur ha dato un giudizio “straordinariamente positivo”. Ma adesso siamo ancora in attesa degli atti ministeriali che sanciscano l’attivazione definitiva del percorso formativo.
Perché, caro ministro, solo così sarà possibile salvare almeno 20mila delle 60mila persone che ogni anno in Italia vengono colpite dall’arresto cardiaco improvviso.
Insomma, caro ministro, adesso tocca a lei…
Cosimo Lucaselli