Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato una nota stampa a firma del gruppo politico “Carosino Adesso” (QUI) con la quale si esprimeva solidarietà al sindaco Di Cillo e condanna per una narrata aggressione allo stesso.
Riceviamo e pubblichiamo una replica del cittadino coinvolto nella vicenda:
“PRESUNTO AGGRESSORE” O OGGETTO DI MEDIATICA STRUMENTALIZZAZIONE: IL CONTROCANTO
Finalmente parte dei vigneti si possono irrigare, grazie alla tenacia e all’assidua insistenza da parte di concittadini e viticoltori, come il sig. Mastropietro che, grazie al suo impegno, ha permesso la risoluzione di alcuni inconvenienti verificatisi in questa torrida stagione estiva, a beneficio degli agricoltori che, come me e già prima di me, ne aspettavano la risoluzione con fervore.
Intanto il danno è fatto e, a pagarne le conseguenze sono gli agricoltori che, pur investendo nel comparto agricolo e nello specifico in viticoltura non hanno potuto irrigare i propri vigneti per l’indisponibilità di acqua, per inefficienze protrattesi da ben prima del 15.07.2023.
L’annata è stata particolarmente difficile, caratterizzata da continui e ripetuti attacchi di peronospora. Gli agricoltori pur di salvare il prodotto residuo sono stati costretti a ripetuti trattamenti fitosanitari dai costi elevati. Ad aggravare la situazione si sono aggiunte le elevate temperature e per finire la mancanza totale di erogazione di acqua. Gli agricoltori hanno chiesto di essere supportati e non sopportati.
Per quanto riguarda poi, la “molto presunta aggressione” al Sindaco di Carosino corre l’obbligo che io stesso faccia chiarezza sull’accaduto.
I fatti a cui si allude si sono svolti il giorno 31.07.2023, in occasione di un incontro per la programmazione della 57° Sagra del Vino, presso il Castello d’Ayala Valva, a cui ero stato invitato, insieme ad altri viticoltori, con una missiva a firma del Sindaco e del consigliere delegato all’agricoltura.
Sentire comune degli invitati era contribuire alla programmazione della Sagra del Vino, senza dimenticare le reali e concrete esigenze, in particolare la persistenza di problemi di irrigazione dei vigneti, purtroppo ancora non risolti nel giorno della riunione.
Il Sindaco è arrivato all’incontro alle ore 19.10, dopo essersi fatto attendere per oltre quaranta minuti, poiché l’inizio della riunione era programmato alle 18.30, nonostante i diversi solleciti posti ai suoi rappresentanti. Nessuna spiegazione e nessuna scusa per il ritardo accumulato ma, solo l’eco di una discussione con un altro contadino, durante l’ingresso del sindaco nella sala del Castello.
Non è mancato il mio dissenso verbale, ma non certo una “aggressione verbale o quasi fisica” come è stata ricostruita, ricamata e strumentalizzata, per quella che ho ritenuto essere una mancanza di rispetto e una violazione della dignità della mia persona e degli altri invitati: tutti cittadini e viticoltori che, ancora oggi, grazie al loro costante impegno, continuano a coltivare i propri vigneti, nonostante le innumerevoli difficoltà, dando lustro al comparto vitivinicolo del nostro territorio e permettendo di festeggiare la Sagra del Vino, non come una qualsivoglia festa di piazza ma, preservandone il suo valore e il suo significato più profondo per l’intera comunità cittadina.
Pertanto, la mia reazione non ha nulla a ricollegarsi con i presunti problemi personali, oggetto di speculazione in questi giorni, che con buona pace degli interessati e dei curiosi, si sono conclusi nelle opportune sedi legali, senza peraltro coinvolgermi direttamente.
Sicuramente la mia reazione inaspettata è stata oggetto di personale disturbo e ha indotto a chiedere di essere allontanato da un luogo pubblico e pubblica riunione. Atto che è stato compiuto in modi e maniere alquanto sgarbate e certamente inappropriate.
Lontana dalla mia morale ed etica, sono il pensiero e l’atto di usare violenza verbale e fisica, nel rispetto della mia storia personale, lavorativa e familiare.
Più verosimile che difronte alle problematiche poste in essere dai viticoltori, e in mancanza di adeguate giustificazioni e risposte, si è preferito trasformare l’incontro “in bagarre” per non affrontare i problemi reali.
A questo punto mi pongo una domanda: perché continuare a sostenere l’insostenibile facendo apparire il comune cittadino come l’aggressore, il viticoltore non nato contadino e non rappresentante di categoria e, non solo, come un semplice oggetto strumentalizzato per facili e veloci scoop mediatici?
Come mi hanno insegnato i miei predecessori, in ambito professionale, il motto della vita è essere prima onesti con se stessi e poi verso gli altri.
Roberto Chiloiro