Scattano le lancette e Toti è arrestato a 30 giorni esatti dalle europee, nonostante l’ordinanza risalisse almeno a dicembre
GENOVA – Un epicentro indefinito, poiché da Bari a Torino, a Genova, le scosse giudiziarie continuano a manifestarsi. Un lieve lasso di tempo per respirare dall’arresto di Pisicchio in Puglia (con conseguente ipotesi di fuga di notizie e la presentazione di una mozione di sfiducia a Michele Emiliano) e adesso scattano i domiciliari a Toti, governatore della Regione Liguria.
L’accusa? “L’allarmante abitualità – riporta il giudice – e sistematicità di un tale meccanismo perfettamente collaudato” che sarebbe iniziato nel 2020 in occasione delle elezioni regionali dove Toti, con “sorprendente disinvoltura” avrebbe rastrellato fondi (oltre 74 mila euro) per il suo Comitato con “richieste di denaro agli imprenditori” gli Spinelli e Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga, cui è stata applicata una misura interdittiva, “promettendo comportamenti o provvedimenti a lui favorevoli”.
Senza cadere in tecnicismi giudiziari né commentare l’aspetto processuale della vicenda – come frettolosamente ha invece fatto Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio – c’è da sottolineare ancora una volta il tempismo con il quale l’apparato giudiziario colpisce gli esponenti politici. Nonostante infatti l’ordinanza fosse almeno di dicembre, l’arresto è scattato adesso. Evidenziando – come pronunciato anche sui giornali – un meccanismo di giustizia fuori da ogni logica.
Le intercettazioni hanno messo in luce frasi allusive, con le quali il governatore Toti avrebbe indirettamente chiesto favori come “quando mi fai vedere la barca… quando ti posso venire a trovare” – appoggiando anche gli interessi di Esselunga.
Non mancano i commenti a caldo delle forze politiche, a partire da un’Elly Schelin garantista, ma con le manette degli altri. Vorrebbe infatti le dimissioni, nonostante la presunzione di innocenza. E allora si apre una lista di “io sono garantista, ma qui…”, con una sfilata di moda manettara tipica delle europee. Elementare, naturalmente. Se piovono manette a un mese dalle europee, è terreno di sciacallaggio politico. Se ancora Bari ha permesso più di due mesi di respiro, adesso Toti taglia i tempi, poiché – commenta la segretaria Dem – “Sono una garantista ma quando le accuse sono così gravi c’è l’opportunità politica di fare un passo indietro, per rispetto delle istituzioni e sarebbe doveroso dimettersi”.
Replica l’arringa difensiva di Nordio, Lollobrigida, Crosetto e Foti. “Auspichiamo che il presidente Toti possa dimostrare la sua estraneità ai fatti, ma ovviamente possiamo solo guardare a quello che accade e cercare di comprendere le ragioni che hanno portato a questa situazione” – dice Lollobrigida. La Lega ligure ha offerto sostegno a Toti. “Desideriamo esprimere la nostra più ferma solidarietà al presidente Giovanni Toti in questo momento difficile – dice Rixi (segretario Lega in Liguria) – e siamo convinti che sarà in grado di dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati. Nel frattempo, gli inviamo tutto il nostro sostegno”.
Beppe Sala non ha commentato la vicenda, dichiarando la sua ferma vicinanza personale a Toti, mentre Lupi afferma “siamo garantisti, quindi ognuno scelga se dimettersi”. La partita si giocherà adesso sulle dimissioni. Tra gli scenari, quello delle elezioni anticipate, mentre potrebbero non mancare colpi di scena.