Intervista al candidato tarantino, nuove idee per il futuro pensionistico e assistenziale dei professionisti
Si rinnoverà il 17 settembre 2020 l’Assemblea dei Delegati della Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Dottori Commercialisti che rappresenta l’assise principale di rappresentanza di tutti i Dottori Commercialisti presso l’Istituto di Previdenza e Assistenza di Categoria. Anche Taranto è chiamata ad eleggere un suo rappresentante in questa tornata elettorale e oggi incontriamo in redazione il dott. Francesco Andrea Falcone, candidato alla carica di Delegato.
Dottore, cosa è la Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Dottori Commercialisti e perché svolge una funzione fondamentale per i professionisti del settore?
La Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Dottori Commercialisti è l’Istituto a carattere privatistico che si occupa di fornire assistenza e Previdenza ai Dottori Commercialisti italiani, un parallelo dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale per i dipendenti delle imprese italiane. Vi si iscrivono obbligatoriamente tutti i Dottori Commercialisti italiani e costituisce lo strumento di gestione del sistema pensionistico di noi professionisti.
I professionisti italiani infatti non costruiscono il loro futuro previdenziale attraverso l’INPS ma lo fanno presso Casse private già dal 1994.
Cosa è l’Assemblea dei Delegati?
L’Assemblea dei Delegati è un organo che compone la struttura della Cassa al quale accedono colleghi provenienti da tutti gli Ordini territoriali d’Italia e rappresenta l’assise di consultazione massima per decidere del futuro pensionistico e assistenziale degli iscritti.
Anche l’Ordine di Taranto ha un suo rappresentante in questa assise e verrà eletto per il quadriennio 2020 – 2024 il 17 settembre 2020 presso la sede dell’Ordine.
Quale è il suo programma elettorale e perché riveste particolare importanza la partecipazione degli iscritti a questo evento?
Con il gruppo di lavoro che sostiene la mia candidatura, composto da colleghe e colleghi di grande esperienza nelle attività della politica della professione, abbiamo deciso di focalizzare il nostro interesse intorno ad alcuni punti essenziali per rappresentare la necessità di difendere l’autonomia e l’indipendenza di questo Istituto dal rischio che possa essere compromesso nel futuro da interessi non confacenti alla tutela previdenziale dei Dottori Commercialisti.
Segnaliamo in particolare:
- La necessità di lavorare in via istituzionale per agevolare l’iscrizione di nuovi colleghi e pensare ai giovani cercando di tutelare le loro aspettative ed una ipotesi di pensione che rispetti la dignità dei trattamenti così come previsto dall’articolo 38 della nostra Costituzione.
- L’importanza di migliorare la conversione tra trattamento pensionistico che riceveremo e ultimi redditi percepiti, che oggi è scesa drammaticamente intorno ad una percentuale pari al 30% dall’80% garantito in passato, quando vigeva il metodo di calcolo retributivo.
- L’importanza di opporre in ogni modo azioni volte a fondere la nostra Cassa di Previdenza, che è lungamente quella meglio gestita rispetto a tutto il panorama delle professioni italiane, con altre casse previdenziali che versano in condizioni non buone e questo tanto per il rispetto dovuto ai sacrifici e al risparmio dei Dottori Commercialisti italiani quanto alla necessità di non vedere ulteriormente ridotto quell’indice di conversione di cui le ho detto in precedenza.
- Infine portare a compimento istituzionale il lavoro pioneristico condotto in sede giudiziale da alcuni colleghi volto a ottenere che l’INPS versasse alla nostra Cassa di Previdenza i contributi dei colleghi che in passato erano iscritti alla Gestione Separata. La Gestione Separata è una delle casse previdenziali di INPS che contiene i contributi principalmente di lavoratori autonomi e collaboratori coordinati, continuativi o a progetto, e che l’INPS ha sempre trattenuto per sé vietandone la ricongiunzione presso le casse private perché nella legge fondativa della Gestione Separata non era prevista alcuna forma di ricongiunzione. Da qualche mese ormai la Corte di Cassazione si è espressa in favore dei cittadini e professionisti affinchè questa ricongiunzione fosse ritenuta possibile.
Un impegno importante quindi in rappresentanza di una categoria che conta circa 150 mila iscritti in tutta Italia.
Un impegno importante certamente che richiede voglia di partecipazione e interesse a contribuire con idee e proposte in modo attivo in un consesso, quello romano, certamente complesso.
La sua esperienza divulgativa ed editoriale è particolarmente nota e apprezzata, quanto può contribuire il suo impegno di approfondimento rispetto alle necessarie competenze che ci vorranno una volta convocata l’Assemblea dei Delegati?
Da alcuni anni sono invitato da parte della stampa specializzata, ad approfondire temi di carattere professionale. Una passione maturata con la duplice finalità di studiare le questioni che periodicamente interessano il nostro mondo per mantenersi aggiornati e contribuire alla loro divulgazione gratuita, per quanto possibile. Anche grazie ad una serie di relazioni istituzionali createsi tra l’Associazione Italiana Dottori Commercialisti, a cui aderisco, e alcuni editori nazionali, questo impegno si è via via consolidato. Indubbiamente è un modo per partecipare attivamente allo studio di questioni che sono costantemente in evoluzione, come le norme fiscali e contributive del Paese. Immagino che possa essere utile a tutte le colleghe e i colleghi che questa esperienza di divulgazione che è anche indice della presenza a Taranto di professionisti di alto valore con i quali collaboriamo in redazione, possa essere rappresentata nell’Assemblea dei Delegati, quantomeno come identificazione di un approccio alle questioni quanto più possibile scientifico.
Per divagare su temi di altra natura, il 7 settembre 2020 si presenta presso la sede del CIOFS/FP Puglia il suo ultimo libro illustrato dal disegnatore Nicola Sammarco, di cosa tratta?
Ho conosciuto Nicola in quello che è oggi un laboratorio giovanile in forte fermento presso la Basilica Cattedrale di Taranto. Lui era già noto per le collaborazioni artistiche svolte in tutto il mondo come disegnatore di concept per cartoni animati Disney e altri produttori internazionali.
Durante la mia attività professionale e grazie all’approfondimento delle opere del terapeuta americano Claudio Naranjo, ho sviluppato l’idea che si potesse coniugare un tipo di educazione all’impresa che non passasse per argomenti tecnici e fiscali ma si confrontasse con i bisogni comportamentali dell’individuo, in particolare dei ragazzi.
Nel senso che l’attitudine a fare impresa non può derivare da una formazione scolastica e nemmeno da una di tipo empirico, cioè fatta per tentativi.
In un mondo in cui la scientificità di questo approccio corre alla velocità del web ad esempio, è impensabile credere di poter aprire una attività commerciale di qualsiasi tipo solo per “provare a vedere come andrà”.
Intanto la concorrenza si è presa tutto il mercato.
E queste cose le comprendi se hai un giusto approccio sin da ragazzo a cosa ti serve per diventare imprenditore.
Curiosità, confronto, voglia di viaggiare, attitudine al ragionamento per mercati.
Abbiamo pensato allora di creare un libro di facile divulgazione, e a fumetti, per spiegare alle ragazze e ai ragazzi nelle scuole in particolare, che se migliori il rapporto con i comportamenti e il mondo dell’impresa sin da giovane, hai molte più possibilità di farcela.
Il libro sarà in tutte le librerie d’Italia a partire dal mese di ottobre 2020 e si intitola “Un’impresa da ragazzi”