Ora si salvino 133 anni di storia del giornalismo, tutelando innanzitutto i lavoratori.
“La procura di Bari ha chiesto il fallimento della Edisud, società editrice della Gazzetta del Mezzogiorno. Ha chiesto il fallimento della Edisud, non della Gazzetta. Il giornale è vivo ed è fatto da persone (giornalisti, poligrafici, amministrativi e agenti pubblicitari) che hanno continuato e continueranno a nuotare nel mare in tempesta e a garantire l’uscita del giornale nell’esercizio provvisorio, confidando nell’avvicinanento di un nuovo editore che investa in un brand che ha 133 anni di storia e che ha attraversato la storia. Lo faremo sfidando sciacalli e speculatori, perché la Gazzetta siamo noi e sono soprattutto i lettori e quanti hanno a cuore la democrazia, il confronto e la pluralità dell’informazione. L’appello, naturalmente, è sempre rivolto all’imprenditoria, alla politica e alla magistratura affinché facciano la loro parte. Non sarà facile, ma la Gazzetta vuole continuare a essere la voce dei nostri territori. Siamo qui. Ce la metteremo tutta. Noi non molliamo. #iostoconlagazzetta” (Giacomo Rizzo dal suo profilo Facebook)
Questo post tratto dal profilo del collega della Gazzetta del Mezzogiorno di Taranto, Giacomo Rizzo, chiarisce in modo sintetico ma esaustivo lo stato dell’arte della vicenda Gazzetta del Mezzogiorno. L’eventuale fallimento dell’editore, al momento siamo nella valutazione da parte del giudice adito, paradossalmente potrebbe facilitare la soluzione , laddove come auspicabile, vi fossero imprenditori interessati all’acquisto della storica testata giornalistica.
Abbiamo sin dall’inizio espresso la nostra vicinanza ai colleghi di Taranto, e sostenuto la loro battaglia, pur con i limiti oggettivi in termini di efficacia della nostra azione di piccola testata locale, ma riteniamo che quando c’è in ballo la libertà di informazione, la pluralità, la difesa del lavoro, nonché la storia di un territorio, ogni voce può avere un peso. E noi continueremo a farla sentire.
F.R.