Il vaccino antinfluenzale, oltre a prevenire l’influenza e le sue complicanze, permette una diagnosi differenziale in caso di Covid-19.
Si rinnova il consueto appuntamento annuale: la direzione strategica della Asl Taranto dà il buon esempio, vaccinandosi a salvaguardia della salute di tutti. Presenti anche Cosimo Nume, presidente dell’Ordine dei Medici della provincia di Taranto, e Mario Balzanelli direttore della Centrale Operativa – Servizio di Emergenza Territoriale 118.
Ha preso il via già da qualche giorno nel territorio ionico la campagna di vaccinazione antinfluenzale 2020-2021. La direzione strategica della Asl Taranto al completo dà l’esempio e si vaccina contro l’influenza: il direttore generale Stefano Rossi, il direttore sanitario Vito Gregorio Colacicco e il direttore amministrativo Andrea Chiari si sono mostrati disponibili per dare un segnale a tutti per superare qualsiasi remora e vaccinarsi per la salvaguardia della salute personale e dell’intera comunità.
Insieme a loro, il direttore della Centrale Operativa – Servizio di Emergenza Territoriale 118 della provincia di Taranto, Mario Balzanelli, e il presidente dell’Ordine dei Medici, Cosimo Nume. Michele Conversano, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Taranto, ha somministrato le dosi a ognuno di loro.
“Mai come quest’anno, vaccinarsi è fortemente raccomandato – ha affermato Stefano Rossi, direttore generale della Asl Taranto – C’è infatti una sovrapposizione di sintomi che rendono il Covid, già di per sé una malattia subdola, in grado di confondersi con una normale influenza. Vaccinarsi per l’influenza, quindi, significa eliminare un dubbio dal punto di vista della diagnosi e agevolare il lavoro dei medici. Lo facciamo per noi, per i nostri cari, per le persone più fragili.”
La vaccinazione antinfluenzale è il mezzo più efficace e sicuro per prevenire sia l’influenza che le sue complicanze. In questo periodo di pandemia rappresenta anche uno strumento importante per facilitare la diagnosi differenziale dei casi sospetti di Covid-19, considerato che i sintomi più comuni alle due patologie (tosse, raffreddore, febbre, mal di gola) sono sovrapponibili. La vaccinazione, inoltre, può facilitare una riduzione degli accessi al pronto soccorso e ai reparti ospedalieri.
Il direttore sanitario Vito Gregorio Colacicco, invece, ha voluto puntare l’attenzione anche sulla necessità che gli operatori sanitari siano vaccinati “Più persone si vaccinano, più facilmente potremo circoscrivere l’epidemiologia del Covid, ma anche proteggere le persone più deboli”.
Il vaccino antinfluenzale è rivolto gratuitamente alle donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano in gravidanza e nel periodo post partum, i soggetti dai 6 mesi ai 64 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza, in particolare soggetti affetti da patologie croniche polmonari, cardiocircolatorie, diabete e obesità, immunodepressioni congenite o acquisite, malattie croniche neuromuscolari e soggetti che devono essere sottoposti ad importanti interventi chirurgici, i ricoverati presso strutture per lungodegenti, familiari di soggetti fragili, personale sanitario, addetti ai pubblici servizi (ad esempio: Vigili del fuoco, Forze dell’Ordine) e i soggetti con età superiore ai 65 anni.
Per quest’anno la Circolare Ministeriale del 4 giugno 2020 prevede anche la gratuità dai 60 ai 64 anni. La vaccinazione antinfluenzale è comunque raccomandata in età pediatrica dai 6 mesi ai 6 anni per la frequente incidenza, in questa fascia di età, di infezioni delle vie respiratorie; viene somministrata dai medici di medicina generale e pediatri presso i loro ambulatori e in orari definiti. Chi volesse vaccinarsi su base volontaria deve chiedere informazioni al proprio medico di base o pediatra.
Francesca Perrone
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