Il nuovo libro di Marcello De Stefano che ripercorre la storia del meridione, tra dieta mediterranea e città come Matera, Taranto e Lampedusa.
Presso la Parrocchia del Santissimo Crocifisso, si è tenuta mercoledì 6 marzo la presentazione di un nuovo libro del giornalista e avvocato Marcello De Stefano: La bellezza di essere meridionali. Alla presenza degli ospiti, la narrazione del dott. De Stefano e del prof. Stefano Vinci, docente presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Bari.
Il meridione è qui scomposto dai complessi di inferiorità che lo hanno dipinto, illuminando la storia, cultura e bellezza che lo contraddistingue. La presentazione ha non solo ripercorso un viaggio tra le più belle e importanti città del mezzogiorno – toccando temi come la dieta mediterranea e la cultura araba che ha dominato la Sicilia – ma anche sottolineato l’importanza di investire nel territorio tramite una serie di risorse, cominciando proprio dai giovani.
“La bellezza di essere meridionali” è un viaggio che percorre, tra le tappe, Taranto, Brindisi, Matera, Salerno, Pioppi, Melfi e Lampedusa. L’ispirazione del libro è nata quando Marcello de Stefano ha notato un filo comune denominatore tra le regioni del meridione, rinvenendo in ognuna di esse tracce storiche di un passato che ha lasciato tangibili testimonianze. Parte della cultura siciliana rispecchia non solo la Magna Grecia, onnipresente in tutto il sud dalla Puglia alla Sicilia, ma anche un’influenza araba, a partire da luoghi di rilievo come il duomo di Monreale.
Nel ripercorrere le tappe il prof. Stefano Vinci ha sottolineato l’importanza di Matera, che ha assunto la veste di capitale della cultura nel 2019. “La bellezza di essere meridionali non toglie nulla a chi meridionale non è” – ha affermato De Stefano. E toccando anche il fenomeno dell’emigrazione di massa che la generazione del 2000 (e non solo) porta avanti ormai come prassi, ha ricordato che “è come se oggi si fosse svuotata una città da 200.000 abitanti della Puglia e si fosse costituita al nord, con una perdita stimata di circa 30 miliardi per il sud”. (come riportato dal Sole 24 Ore).
Il problema non nasce nel momento in cui l’emigrazione dovesse scaturire da una libera scelta e per un determinato lavoro specifico. Nasce quando diviene un’imposizione culturale, prassi definita senza altra motivazione specifica se non la fuga. E ancora, a valorizzare un meridione che troppo spesso vanta complessi di inferiorità cuciti dalla società ci pensa la dieta mediterranea. I dati hanno mostrato i benefici di un’alimentazione basata sul pesce azzurro, frutta, verdura, cereali, legumi. Occorre semplicemente guardare l’altra faccia del globo, gli Stati Uniti, per constatare che il tasso di obesità è più alto, con ripercussioni negative sulla qualità di vita e la salute.
Intervenendo nel dibattito abbiamo lanciato un appello ai genitori e per la nuova generazione:” non invitate i vostri figli a scappare, non imponete questa come unica e valida alternativa, non seminate paura. Nonostante ci siano – come sappiamo – carenze nel meridione sul piano infrastrutturale e sul livello di occupazione.”
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