Entrando nel reparto di Radioterapia dell’ospedale “San Giuseppe Moscati”, per noi non è stato affatto facile non emozionarsi. Un po’ perché conosciamo bene la storia di questo reparto e conosciamo tutte le vicissitudini e le difficoltà che sono state affrontate prima di poterlo inaugurare nel 2002. E’ un po’ perché conosciamo altrettanto bene i sacrifici di chi all’epoca ci ha creduto, di chi ha sostenuto la battaglia, affinché tutto questo prendesse forma.
E certamente nessuno dimenticherà mai quello che il presidente dell’associazione “Aiutiamo Ippocrate”, Francesco Ruggieri (oggi qui con noi in veste di direttore responsabile di “Oltreilfatto”), che insieme ai “suoi” ha marciato a piedi per 10 giorni (dal 25 aprile al 4 maggio 1999), arrivando a Roma a piedi per poter depositare le due Camere una petizione per l’apertura della Radioterapia a Taranto. In quel momento Francesco portava con sé un documento che rappresentava 14mila tarantini, firmatari della petizione, che credevano in questa causa e che avevano deciso di appoggiarlo.
Comunque oggi la Radioterapia a Taranto compie 18 anni. E’ stata una battaglia iniziata nel 1995 e durata per ben sei anni. Poi finalmente è arrivato 2002 e il reparto è diventato realtà. In quell’anno venne installato quindi il primo acceleratore lineare e successivamente, nel 2004, il secondo. Ma questa è storia.
Oggi invece la Radioterapia guarda al futuro con ottimismo (come del resto tutto quello che afferisce alla sanità tarantina), grazie all’attenzione del manager dell’Asl di Taranto, Stefano Rossi, il quale ha sempre mostrato particolare attenzione, permettendo di far crescere l’offerta sanitaria della provincia jonica, portandolo a livelli molto alti.
Tornando a noi invece, alle nostre sensazioni, siamo entrati nella Radioterapia per il contrario primario Giovanni Silvano, il quale, fra le altre cose, ci ha anche raccontato cosa c’è nel futuro del reparto…
Quando entriamo nel reparto ci colpisce immediatamente una targa appesa su un muro in sala d’attesa. E’ proprio quella di “Aiutiamo Ippocrate”. Quindi, prima di iniziare la nostra chiacchierata con il primario radioterapista Giovanni Silvano, nasce spontaneo da parte nostra invitarlo a ricordare il ruolo che ha avuto l’associazione nell’istituzione del reparto di Radioterapia Oncologica a Taranto…
“Sicuramente l’attività di “Aiutiamo Ippocrate” è stata fondamentale per due motivi. Il primo, quello più importante, è stato l’aiuto che ha dato alle persone che avevano necessità di recarsi presso la Radioterapia, e anche presso l’Oncologia, per sottoporsi ai trattamenti. Trattamenti che, altrimenti, i pazienti sarebbero stati costretti a fare ricorrendo all’aiuto di parenti o a taxi e così via. Sicuramente, quindi, questo ha comportato, in quel periodo, un grossissimo aiuto per i pazienti. Purtroppo è un’esperienza che poi è finita ed è stata ripresa soltanto recentemente. Fuori c’è un cartello di un’associazione che fa esattamente la stessa cosa, infatti la necessità che questa cosa ci fosse mi pare evidente e non a caso molti pazienti ci chiedono ancora di come si può fare per riuscire a risolvere questo problema. L’altro aspetto, altrettanto importante, ma più ‘politico’ è stato quello di aver messo al centro delle delle problematiche di Taranto, il problema oncologico. Non solo per ciò che riguardava l’incidenza delle neoplasie, ma anche per quello che riguardava la possibilità e l’offerta della cura. Ovvero la battaglia di ‘Aiutiamo Ippocrate’ per l’attivazione della Radioterapia. Il supporto che ci ha sempre dato nell’ottimizzazione, nel miglioramento dei trattamenti radioterapici è stato importante. Era una voce che si levava sempre quando c’era la necessità “.
Parliamo delle apparecchiature. Il reparto oggi dispone di due acceleratori, il primo risale al 2002, appena nata la Radioterapia e il secondo al 2004…
“Sì, che hanno poi subito un’attività di restyling e di ammodernamento nel 2012, in modo da permetterci di fare anche tecniche più evolute”.
E queste macchine attualmente sono sufficienti per il fabbisogno dell’utenza jonica?
“Queste non sono sufficienti al fabbisogno del utenza jonica, come è stato già ripetutamente detto. Il minimo di macchine necessarie a Taranto è tre con un numero ottimale di quattro, perché il rapporto è una macchina ogni 150/160mila abitanti. A questo proposito, bisogna dire però che, utilizzando i fondi specifici per Taranto, si sta procedendo all’acquisizione di una terza macchina, che è una tomoterapia. Quindi una macchina particolarmente evoluta dal punto di vista delle tecniche radioterapiche, che dovrebbe essere funzionante a breve. Poi si provvederà (è già stata bandita la gara), alla sostituzione dei due acceleratori con una con due macchine nuove, di alta gamma, con lettino robotizzato, capaci di fare trattamenti stereotassici anche di alta precisione. E per queste si prevede l’entrata in funzione intorno a metà 2020. Inoltre, una quarta macchina, ovvero un acceleratore per intraoperatoria, da utilizzare prevalentemente per il cancro della mammella. Macchina di cui è già stata fatta la gara e adesso siamo in attesa del via libera all’acquisizione. Quindi, Taranto avrà quattro macchine, che saranno sufficienti per soddisfare l’utenza della provincia di Taranto da un punto di vista non sono quantitativo, ma anche qualitativo, eccetto per quei pochissimi trattamenti che necessitano terapie con particelle o altre cose (comunque costituiscono il 5% dei trattamenti). Per cui riusciremo a essere autosufficienti per la tecnologia nel 95% dei casi”.
Quindi, i due vecchi acceleratori scompariranno e avremo quattro macchine nuove disposizione, che sono tutte deliberate.
“Sì. In più verranno anche rinnovati gli apparecchi di simulazione e verrà presa una TAC simulatore nuova (anche questo nel 2020). Gli acceleratori saranno dotati di lettini a sei gradi di libertà, per i trattamenti robotizzati e saranno dotati di sistemi di riposizionamento di precisione, in modo tale da velocizzare il trattamento e renderlo più sicuro, in modo che sia garantito il centraggio del paziente al punto di ingresso del fascio. Gli sviluppi previsti sono questi e significa tanto, perché quando noi avremo queste attrezzature, al sud saremo il secondo centro dopo Napoli come tecnologie, quindi da questo punto di vista le aspettative ci sono”.
Mediamente, quanti casi all’anno sono osservati dai radioterapisti a Taranto e quanti poi sono effettivamente meritevoli di trattamento radioterapico?
“Noi vediamo circa 1200 nuovi casi all’anno rispetto ai 1500 che dovremmo vedere in base ai dati epidemiologici, per cui ci sono almeno 300/400 casi che ancora non afferiscono alla Radioterapia e di questi ne trattiamo come nuovi casi 800/900, più circa 100 casi di ritrattamento”.
Cosimo Lucaselli