Tanti giovani tra i confratelli e tantissima gente nuovamente per strada
L’impegno del 118 nelle parole del suo Direttore dott. Balzanelli
La commozione e la soddisfazione del Priore dell’ Arciconfraternita del Carmine
Come se nulla fosse successo in questi due anni, i Riti della Settimana Santa tarantina sono tornati nel pieno della loro tradizionale presenza tra le vie della città dei due mari.
Una città nuovamente popolata, forse più di ogni altra volta. Tanti i giovani confratelli, tra cui il troccolante Giuseppe Caso, erede di una famiglia molto nota, sia per il ristorante in piazza Ramellini, sia per l’immancabile presenza nella processione del venerdì santo.
Processioni che sono durate più del consueto. Anche quella dei Misteri, come quella dell’ Addolorata si è conclusa con notevole ritardo. L’uscita della Madonna dalla Chiesa di San Domenico si è conclusa con il rientro poco prima delle 17:00, mentre il troccolante a battuto tre volte sul portone della chiesa del Carmine alle ore 09:48 anziché alle 7:30 consuete.
Grande prova di civiltà dei tantissimi che gremivano la piazza che hanno accolto l’invito di Mons. Marco Gerardo a non applaudire in un momento molto solenne da non spettacolarizzare.
Le parole del Priore dell’ Arciconfraternita del Carmine Antonello Papalia
Tanta emozione nelle priore Antonello Papalia che abbiamo intervistato:
D. Due anni senza processioni. Come sono stati vissuti dai confratelli del Carmine?
R. I due anni senza Riti sono stati per i Confratelli, naturalmente, due anni di estrema sofferenza ed attesa. Il 2020, ha sorpreso tutti, la Settimana Santa è caduta in pieno lockdown e sono state organizzate liturgie che hanno riempito il triduo Pasquale, “a porte chiuse” senza la presenza di alcuno. La trasmissione in streaming, però, ha permesso di scaldare i cuori di quanti amano le nostre Tradizioni in un momento per il nostro Paese davvero drammatico.
Nel 2021 invece, nonostante il momento anch’esso abbastanza serio, ci è stato possibile, nel rispetto dei regolamenti, organizzare in presenza, seppur all’interno della Chiesa alcuni momenti che hanno dato vita ad intima preghiera e raccoglimento per i Confratelli raccolti intorno al nucleo storico della Processione dei Misteri, vale a dire il Cristo Morto e l’Addolorata.
Naturale quindi comprendere che l’attesa per il ritorno dei riti è stata veramente vissuta con tanto pathos dai confratelli.
D. Era già capitato che i riti fossero sospesi?
R. I Riti della Settimana Santa si sono fermati in occasione delle due Guerre Mondiali, anni in cui fu vietato lo svolgimento delle Processioni per motivi abbastanza comprensibili.
D. E’ ormai una “tradizione” assistere alle polemiche su quanto i confratelli spendono per aggiudicarsi i simboli delle processioni. Come sono destinate le somme raccolte?
R. Il sacrificio compiuto dai confratelli, il loro raccogliere durante l’anno, o meglio durante gli anni, in questa occasione, il danaro da poter offrire per un’aggiudicazione, è il modo che permette loro di realizzare un sogno, una testimonianza di fede e di evangelizzazione che avvengono partecipando ai Riti della Settimana Santa. I Confratelli aggiudicatari perpetuano così le Tradizioni dei nostri padri dimostrando attaccamento alla Fede e alle radici della nostra città. Le Confraternite potranno così, attraverso il sacrificio silenzioso degli appartenenti ai Sodalizi, avere ossigeno per poter perseguire tutti gli obiettivi che sono propri di una Confraternita Religiosa vale a dire quelli della Carità verso chi è più bisognoso. Ogni euro risparmiato dai Confratelli e dalle loro famiglie, servirà, per esempio a portare avanti la mensa dei poveri gestita e organizzata dall’Arciconfraternita del Carmine che mette a disposizione di centinaia di fratelli bisognosi, risorse economiche, umane e materiali affinché vengano sfamate tante persone che non hanno neanche la possibilità di un pasto. Vengono soddisfatte le esigenze anche del singolo confratello bisognoso, di persone segnalate ed in stato di indigenza anche se non appartenenti al Sodalizio, vengono organizzate manifestazioni che, nei momenti in cui siamo tutti intenti a festeggiare, possano dare serenità a chi è ricoverato in strutture sanitarie e trascorre in solitudine i giorni di gioia.
Chi fa polemica sterile ogni anno all’indomani delle “gare” non conosce il vero spirito confraternale e quanto di buono viene realizzato con il grande sacrificio fatto dai “nostri” confratelli perché i confratelli sono di tutta la città e la città ne deve essere orgogliosa.
D. Come si svolgeranno i Riti quest’anno? Quali prescrizioni?
R. I Riti saranno svolti come da Tradizione, non vi sono particolari prescrizioni, se non quelle che da oramai due anni caratterizzano la nostra vita sociale. Oltre a quello la speranza è che ci sia da parte di tutti l‘indispensabile buon senso per far sì che tutto si svolga in serenità e totale sicurezza perché la città, la nostra bellissima città ha bisogno dopo due anni dei Riti.
L’impegno del 118. 14 casi hanno richiesto l’intervento dei sanitari.
Consigli e osservazioni del dott. Balzanelli. Pronti anche nell’ipotesi di situazioni impreviste
Come sempre impegnativo il lavoro del 118 che con mezzi e uomini, diretti dal Dott. Mario Balzanelli, assicura per tutta la durata dei Riti l’assistenza sanitaria. Una presenza importante e numericamente significativa che riguarda non solo i diretti protagonisti delle processioni ma l’ampia partecipazione di chi vi assiste.
“Si è trattato di una due giorni relativamente tranquilla, con pochi interventi; due soltanto nella giornata di giovedì (due confratelli dell’ Addolorata), 12 venerdì. Fondamentalmente correlati ad episodi di carattere minore, principi di svenimento, che chiamiamo presincopi, e anche qualche svenimento. Uno stato di agitazione per una ragazza ; fondamentalmente si è risolto tutto rapidamente. Quindi per fortuna nulla di particolarmente impegnativo dal punto di vista clinico.
E’ bene raccomandare sempre di prepararsi a questi eventi; l’errore che si commette spesso è quello di sottovalutare il pericolo della stanchezza stando molte ore in piedi. Spesso stando fermi si rischia di svenire. Occorre riposarsi ore prima, dormire se si pensa di restare svegli tutta la notte e mangiare e bere. Evitare il rischio della disidratazione, soprattutto per gli anziani, perché lo svenimento può far perdere conoscenza e causare cadute che possono causare anche traumi cranici con conseguenze anche gravi.
Noi come 118 siamo schierati a protezione della popolazione e garantiamo che tutta l’area sia circondata e che la nostra risposta sia calibrata per far fronte a eventi ordinari ma anche ad eventi non convenzionali che possano subentrare. Non escludiamo mai ad esempio l’ipotesi di un attentato, o il gesto di uno squilibrato. Per questo siamo opportunamente dimensionati con mezzi e uomini.”
Un po’ di storia dei Riti
La processione del Misteri risale al 1702 quando un nobile tarantino ( Diego Calò) faceva sfilare le prime due statue per una processione privata. Nel 1765 le due statue furono donate all’attuale Arciconfratrenita del Carmine, scelta tra le altre che partecipavano alla prima processione, per lo zelo dimostrato. Si dice (cit. Enzo Risolvo) che il priore del tempo per dare corso alla processione avesse promosso una votazione interna. Votazione che si svolse con il sistema del sasso.
Due recipienti, uno bianco e uno nero. Quello bianco per votare si, l’ altro per esprimere parere contrario. Alla fine vinsero i si con 81 voti contro i 12 dei contrari. Poi man mano alle due statue si aggiunsero le restanti 6 che oggi compongono la processione. Alle 17 del Venerdì Santo esce il troccolante, un confratello che scandisce i lunghi tempi della processione “suonando” alternativamente la troccola, che originariamente serviva per la “chiamata” dei confratelli, nel periodo in cui non si potevano suonare le campane delle chiese. Poi si snodano le statue che procedono lentamente con la classica “nazzicata”.
I confratelli sembra che si dondolino; ci sono diverse teorie a riguardo: si dice che, non potendosi fermare si muovessero in questo modo molto lento che simula in ogni caso il movimento. Altra tesi è quella della necessità di bilanciare sulle spalle il peso delle statue. Si tratta di annotazioni che abbiamo tratto da un colloquio con lo storico tarantino Cav. Enzo Risolvo, che sul tema ha scritto anche un libro ( tra i tanti prodotti su Taranto e la sua storia e tradizioni popolari). Al mattino del sabato lo stesso troccolante pone fine al lungo pellegrinaggio con la classica “bussata”. Con il bordone (un asta che rientra nella dotazione di ciascun confratello) bussa tre volte sul portone della Chiesa del Carmine.
La processione dell’ Addolorata, invece, risale al 1872 . La Confraternita dell’ Addolorata e di San Domenico, retta oggi dal Commissario Giancarlo Roberti , e dal padre spirituale Mons. Emanuele Ferro, custodisce la statua all’interno della Chiesa di San Domenico. Tutto il periodo di passione è celebrato dai confratelli con numerose iniziative che precedono la processione in notturna seguita da migliaia di fedeli. Il periodo pasquale a Taranto ruota sicuramente intorno alle due processioni. Ma non solo; alla Fede che caratterizza i sacri riti, si associa la tradizione e la cucina. In questo ambito molte cose sono cambiate soprattutto per le abitudini alimentari. Un tempo la quaresima prevedeva limitazioni molto stringenti che venivano rigorosamente rispettate, come quella di non mangiare carne ad esempio, di non giocare, di non festeggiare alcunché.
Il giorno di Pasqua quindi era davvero un giorno di Risurrezione per tutti e si poteva riprendere a mangiare “a past cù a carn” (la pasta con la carne) e i tipici taralli. Quello più diffuso il tarallo con lievito madre. Poi c’era la scarcella che si consumava il giorno successivo quando si andava fuori porta. Scarcella viene da scarsella la borsa che i contadini usavano per raccogliere le uovo. La scarcella è un grosso tarallo a forma appunto di borsa che dovrebbe contenere tre uova soda (Fede, Speranza e Carità). Molte donne però ne aggiungevano altre quando si trattava di darle in dono.
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